Il cacao è il frutto di una pianta (Teobroma cacao) coltivata nella zona tropicale.
ORIGINE: LA LEGGENDA
Come al solito, alla base dell'origine tradizionale della pianta del cacao sta una leggenda. Un guerriero, costretto a partire in guerra, lascia la giovane sposa a guardia dei propri beni. La donna è assalita da dei furfanti, ma preferisce essere uccisa piuttosto che rivelare il nascondiglio segreto. Dal suo sangue nasce la pianta del cacao, i cui frutti (tesoro della pianta) sono amari come i dolori per amore, forti come la virtù e leggermente arrossati come il sangue.
E LA REALTA'
Secondo i botanici, già 4.000 anni prima di Cristo l'albero del cacao era presente, come vegetazione spontanea nei bacini dell'Orinoco e del Rio delle Amazzoni.
Probabilmente i primi a rendersi conto dell'interesse di tale pianta furono i Maya che lo introdussero nello Yucatan. I Toltechi diffusero in seguito la coltura nella zona attualmente occupata dal Messico e, quando furono sottomessi dagli Aztechi la conoscenza venne a questi tramandata.
GLI AZTECHI
Gli aztechi facevano risalire l'origine di questa pianta, il cui frutto era
per loro così importante, al dono di un di, Quetzalcoatl. Il cacao era
utilizzato dalla popolazione per rinvigorire i lavoratori, per fornire energie
per produrre: Il suo valore era elevatissimo ed era utilizzato anche come
moneta.
L'utilizzazione gastronomica era legata ad una bevanda non dolce:
"xocolatl". La fava del cacao era tostata, macinata su grandi pietre e la
polvere risultante era mescolata ad acqua, qualche spezia e sbattuta con forza
con un attrezzo di legno per ottenere una abbondante schiuma.
Secondo gli Atzechi la pianta era stata un dono del loro dio Quetzalcoatl che però aveva
dovuto lasciare la propria terra a causa di Tezcatlipoca, un dio cattivo che gli
aveva fatto bere una pozione che lo aveva reso pazzo..
GLI EUROPEI
I primi Europei a venire a contatto con il cacao furono gli
esploratori che effettuarono il quarto viaggio verso le Americhe.
Ma fu solo nel 1519 quando le navi di Cortéz arrivarono nel punto da cui era partito il
divino Quetzalcoatl che ci fu l'incontro importante ed imponente tra bianchi ed
indigeni.
Nel partire Quetzalcoatl, dio barbuto e dalla pelle bianca, aveva
promesso che sarebbe tornato, e gli atzechi videro negli invasori il loro dio
(che ritornava ciclicamente ogni 52 anni) a cui portarono in dono armi, tappeti
e molte fave per loro preziose ma di cui l'invasore si disinteressò
completamente.
La bevanda era ritenuta disgustosa ed accuratamente evitata.
Ma non così fu per il cacao in sé che rivestiva un ruolo basilare
nell'economia Atzeca. Fu per questo che gli invasori si appropriarono della
piantagione reale scambiando poi i semi raccolti con oro.
Ad un certo punto però gli europei si resero conto di come chi bevesse quella bevanda fosse in
grado di resistere in maggior misura agli sforzi ed alle fatiche. Fu così che
vennero aggiunte delle spezie per renderla più "appetibile" ed in seguito fu
anche dolcificata dalle suore della città messicana d Oaxaca. Un successone! Ben
presto si iniziarono ad aprire in Messico i primi locali (chocolaterias) dove
veniva servita la bevanda corroborante che prese sempre più campo tra i prodotti
graditi dai conquistadores spagnoli.
Fu così che Cortéz pensò nel 1527 di
portare il cacao in Europa per diffonderne l'uso nelle alte corti.
IN EUROPA
In Europa la diffusione del cacao è veloce ed inarrstabile.
Alla bevanda vengono attribuite doti taumaturgiiche, medicinali e persino
afrodisiache.
Il cioccolato si diffonde prima in Francia, dove viene portato
grazie al matrimonio avvenuto nel 1615 tra la spagnola Anna (figlia di Filippo
III) e Luigi XIII di Francia, poi in Olanda, in Germania (dove però le tasse
imposte dal governo lo rendono ancor più un prodotto per pochi), in Inghilterra
dove, nel 1674, un caffè londinese propone il cioccolato anche sotto forma di
pasticcini, denominati "alla spagnola". E infine tocca alla Svizzera.
Nel 1737 Carlo Linneo gli dà il nome greco di theobroma ovvero "nettare degli
dei"..
LA TECNOLOGIA
Di tempo ne è trascorso molto, il cioccolato si è diffuso in quasi tutta Europa, numerose sono le persone che lo gradiscono e lo sorbiscono a tutte le ore.
Si sono avute dispute relative alla natura del
cioccolato (anzi la cioccolata dato si trattava di quella in tazza): alimento o bevanda? Consentita o meno nei periodi di digiuno? lecito o consumarla in sacrestia?
La risposta viene dal cardinale Brancaccio che, amante della cioccolata la definì bevanda per accidens e pertanto consentita.
Ma nonostante si fosse già alla metà del XVIII secolo il cioccolato era ancora interamente frutto di lavoro manuale, dalla raccolta al prodtto finito.
E' vero, che Dubuisson aveva alzato e riscaldato il piano di lavoro per permettere all'operaio di non dover stare tutto il giorno chino, ma i primi veri cambiamenti nel mondo della produzione si ebbero nel 1777 a Barcellona quando per la prima volta il cioccolato fu prodotto interamente a macchina.
Per quanto invece riguarda la produzione della tavoletta vera e propria si ebbe in Inghilterra con la produzione di un cioccolato che oggi definiremmo granuloso e di nessun particolare pregio, ma che allora ebbe il merito di aprire una nuova realtà. A chi andasse il merito di aver prodotto tale macchinario non si sa: a contendersi il merito sono gli svizzeri con Cailler e gli Italiani con
Bozzelli.
Ma fu solo nel 1875 che gli svizzeri compirono un altro fondamentale passo della storia del cioccolato: la creazione del cioccolato al
latte grazie alla produzione di quegli anni del latte in polvere.