JOSEPHINE bAKEPPIA di enzo



Doveva essere questo il nome del mio piatto alla cena delle stelle, con l'omaggio alla Baker con una perla nera di seppia.
Poi Eros, da grande quale è, ha nobilitato il tutto.
Ma su questa cosa della seppia avevo studiato un po' e voglio rendervene conto fuori dei topic della cena delle stelle.
Minilomania.
Si parte dalle seppie fresche, che pure non costano neppure molto.
Si puliscono estraendo il sacchetto del nero.
Le parti commestibili, compresi i tentacoli si puliscono dalle pellicine e si fanno a tocchetti.
Qui si fa la prima scelta degli aromi di accompagnamento con cui preparare il soffritto.
Io ho usato salvia, peperoncino, aglio ed una polvere brunastra che ho comprato da Castroni e di cui ho perso il foglietto di riconoscimento (A me Adrian Ferran mi fa un baffo, nella creatività, io sono già alla causalità. Oltre)
Insomma fatto il soffritto si mette la seppia a cuocere, a fuoco basso e aggiungendo vino bianco.
Quando è bella tenerina si aggiunge il nero e si fa finire di cuocere.
Poi si passa al frullatore, ma già decidere quanto frullare dipende da cosa ne vogliamo fare da grande.
Se si fanno le palline (le perle) allora va tritata bene, perchè riempire i sacchetti per il ghiaccio è una fatica improba.
Ma, dicevo, si hanno molte prospettive, con questo impasto nero di seppia e "su tinta" come dicono gli spagnoli.
Ci si può fare un risotto, per esempio, oppure si può usare per condire tagliatelle, pasta varia o polenta.
In questi casi devono rimanere pezzetti piuttosto grossi.
Oppure spalmarla sui crostini.
Se, appunto, vogliamo farci le perle che poi devono stare li a fare le perle, si devono mettere i fogli di colla di pesce.

Negli altri casi no, si può usare questa pasta così come è.
Ma molti altri usi sono possibili.
Anzi, facciamo insieme delle ipotesi, figurandoci di avere davanti un bel ciottolino di questa pasta nera brillante, saporita e fragrante che ci guarda come un cagnolino innamorato che si aspetta da noi grandi cose.
Facciomogli vedere chi siamo.