Ingredienti: patate vecchie 2 - 3 Kg., farina (1 etto per kilogrammo di patate), olio e.v. di oliva, sale, pepe.
La preparazione, in apparenza, è abbastanza semplice, ma necessita assolutamente di una cucina economica a legna e un paiolo di rame (non stagnato: quello per la comune polenta) e un po' di pratica, senza farsi scoraggiare dopo i primissimi fallimenti (quasi inevitabili se non si è mai visto farla dal vivo), ecco perché mi capita di farla una volta all'anno, quando posso sfruttare la "fornasela" della suocera. Mettere le patate pelate e tagliate a tocchettoni nel paiolo e coprirle d'acqua e farle lessare. Una volta cotte, lasciare solo un po' acqua, ma badare di conservare l'acqua in eccesso per allungare, qualora non risultasse sufficiente. Pestare bene le patate, in modo che non ci siano pezzetti interi (è l'operazione più delicata: servirebbe un attrezzo apposito, pressoché introvabile, ma io uso un batticarne con le punte, alternandolo con un mestolo di legno), aggiungere la farina, poca alla volta, aggiustare di sale e pepe e continuare a mescolare con vigore con la "canarola (quel mestolo di legno fatto apposta per mescolare la polenta, a forma di canna, da cui deriva il nome) per circa 15 -20 minuti al massimo. Come detto si verifica la consistenza (deve risultare abbastanza soda), lavorando con l'acqua tenuta in caldo, quindi si aggiunge un po' d'olio e.v. (non stupitevi per l'uso dell'olio d'oliva e.v. in una regione montanara, ma la ricetta originaria è dell'Alto Garda, nello specifico la Valle di Ledro - vicina a quella del Chiese, della famosa farina gialla di Storo - che, come saprete produce un olio davvero strepitoso per la dolcezza e i profumi), un paio di vigorose rimestate e poi si serve sul tagliere di legno, quale accompagnamento alle carni "sugose". Ricette più sostanziose prevedono l'aggiunta, quasi alla fine della cottura di luganga fresca sbriciolata e saltata in padella e fettine di formaggio (gorgonzola, spressa, italico, fontal o asiago).
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