500 gr. farina 250 gr. zucchero semolato 130 gr. burro morbido 2 uova 1 limone (solo parte gialla grattuggiata) 1 bustina lievito da 1/2 kg latte granella di zucchero
Prepara la pasta frolla aggiungendo latte quanto basta per arrivare ad una consistenza omogenea, non troppo morbida perchč sarā da tirare con il mattarello. Fai riposare al fresco la palla di frolla e tirala con il mattarello allo spessore di mezzo centimetro, ritaglia con il tagliapasta smerlato dei tondi circa di misura di 8 cm: al centro di ogni tondo metti un cucchiaino di marmellata, o crema pasticcera (meglio in assoluto sono le marmellate un po' agre, tipo di mele cotogne o arance ecc.), stando attento a non eccedere con il ripieno altrimenti non ti si chiudono. Ripiega poi a metā il tondo senza fare coincidere perfettamente i due lembi: non deve essere ripiegato a metā ma solo un po' meno, in questo modo i due bordi smerlati sono vicini ma non sovrapposti. Se serve saldali con poco latte. Infine spennella la superficie delle raviole con latte e cospargi di granella di zucchero, metti in forno giā caldo a 180° a metā altezza: devono prendere poco colore nella parte sotto e sopra devono rimanere pochissimo dorate. Se si eccede con la cottura diventano troppo secche. Sono migliori se preparate un paio di giorni prima (ma si mangiano anche appena fatte), si conservano molti giorni: i nostri nonni usavano intingerle nel vino rosso e mangiarle. Io che non bevo vino le mangio come mangerei un biscotto e ti posso assicurare che sono ottime anche "a secco".
Anche questo č un dolce tipico della "bassa bolognese" (poi hanno iniziato a farle anche in cittā) che veniva fatto dalle "arzdoure" (massaie) in tutte le case, con la marmellata fatta in casa, in occasione della festa di S. Giuseppe, il 19 marzo, e della festa degli Addobbi: si tratta di una festa religiosa che in tutte le parrocchie ricorre una volta l'anno, ma ogni parrocchia ha una data diversa (non ricordo esattamente il meccanismo). La chiesa del paese veniva addobbata anche all'esterno con grandi drappi di velluti o broccati e le case, davanti alle quali passava la processione, durante la solenne celebrazione, esponevano alle finestre drappi simili . Nelle case si ricevevano i parenti e amici che non abitavano nel paese in festa e si offrivano loro, appunto, le raviole, la ciambella, la torta di riso (che giā conosci) e il fiordilatte, il tutto accompagnato da vino, per gli uomini, e da the per le signore e i bambini.
|