Premessa: a me le sfrappole non fanno impazzire. Le mangio ma sono esigentissima, se proprio devo, devono essere come piacciono a me: sottili friabili e che si sciolgono in bocca. Senza anice!A mia madre invece piacevano moltissimo e incominciava a friggere assieme alla Norma sin dal 7 gennaio. Ovviamente le loro sfrappole erano esattamente come le volevo io. Non solo, sapendo che ho anche in antipatia quelle anemiche , ne facevano sempre un vassoio un po' abbronzato per me. Purtroppo negli ultimi anni, vuoi per l'età che avanza, vuoi perché non c'è più la Gioietta a dirigere, le sfrappole della Norma non son più le stesse. La ricetta rigorosamente a occhio non è più replicabile e sinceramente non avevo voglia di andare per tentativi sprecando tempo e ingredienti per un dolce che non amo neanche. Poi, a Natale, insieme ai panettoni mi sono regalata il libro di Gino Fabbri e lì è scattata la molla: perché le sue ricette della tradizione bolognese sono tutte perfette e quindi perché non provare quella delle delle sfrappole? E come per magia eccola, la sfrappola perfetta.
SFRAPPOLE di Gino Fabbri
430 g. farina media
3 uova piccole
45 g. zucchero
10 g. brandy
10 g. liquore all'anice (io succo d'arancia)
scorza di mezza arancia grattugiata
10 g. aceto di vino
20 g. olio di oliva
1 g. sale
olio per friggere
zucchero a velo
Impastare velocemente tutti gli ingredienti senza lavorare eccessivamente l'impasto, quindi stenderlo velocemente col mattarello e dargli due o tre pieghe come per la pasta sfoglia. Avvolgerlo nella pellicola e farlo riposare per una notte in frigorifero ( ieri papà aveva fretta di assaggiarle...ne ho fritte alcune dopo 4-5 ore ed erano ottime)
Il giorno seguente tirare la pasta fino all'ultima tacca dell'Imperia e assottigliare ulteriormente le strisce ottenute. Si possono allungare anche a mano, con delicatezza. Tagliarle con la rotella dentata e formare i fiocchi.
Friggere in olio profondo a 175°-180°.( Io ho un vecchio pentolino di rame non stagnato che usiamo solo per questo scopo, ne friggo una alla volta controllando a vista perché passano di cottura in un soffio.) Far asciugare le sfrappole su una gratella e non sulla carta assorbente che tratterrebbe umidità facendo perdere loro la croccantezza e spolverarle di zucchero a velo ancora calde.
IMG_4387.JPG
SFRAPPOLE di Gino Fabbri
430 g. farina media
3 uova piccole
45 g. zucchero
10 g. brandy
10 g. liquore all'anice (io succo d'arancia)
scorza di mezza arancia grattugiata
10 g. aceto di vino
20 g. olio di oliva
1 g. sale
olio per friggere
zucchero a velo
Impastare velocemente tutti gli ingredienti senza lavorare eccessivamente l'impasto, quindi stenderlo velocemente col mattarello e dargli due o tre pieghe come per la pasta sfoglia. Avvolgerlo nella pellicola e farlo riposare per una notte in frigorifero ( ieri papà aveva fretta di assaggiarle...ne ho fritte alcune dopo 4-5 ore ed erano ottime)
Il giorno seguente tirare la pasta fino all'ultima tacca dell'Imperia e assottigliare ulteriormente le strisce ottenute. Si possono allungare anche a mano, con delicatezza. Tagliarle con la rotella dentata e formare i fiocchi.
Friggere in olio profondo a 175°-180°.( Io ho un vecchio pentolino di rame non stagnato che usiamo solo per questo scopo, ne friggo una alla volta controllando a vista perché passano di cottura in un soffio.) Far asciugare le sfrappole su una gratella e non sulla carta assorbente che tratterrebbe umidità facendo perdere loro la croccantezza e spolverarle di zucchero a velo ancora calde.
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