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  • Torta rigojanci

    Continua la mia rubrica quindicinale su RAI RADIO1 Regionale del FriuliVenezia Giulia, non mi hanno ancora cacciato!!
    Per chi fosse interessato oggi ho raccontato della storia della torta rigojanci. Vi allego il testo. Io a casa uso poi la "glassa faggiotto"

    LA RIGOJANCI, UNA TORTA AL CIOCCOLATO CON UNA STORIA ROMANTICA
    La fine del Settecento ha visto l’apertura a Gorizia e a Trieste delle prime “botteghe da caffè” e questi bar ante litteram, nel riproporre localmente il gusto e la ricercatezza della pasticceria viennese, hanno diffuso in tempo reale le varie torte di innovazione che nell’Ottocento erano di moda nelle capitali del­l’impero asburgico. E da allora troviamo nelle pasticcerie di Gorizia e Trieste e nelle produzioni casalinghe, dolci del tutto sconosciuti a pochi chilometri di distanza e che ancora riflettono il carattere cosmopoli­ta della Venezia Giulia. Tra questi oltre le torte Sacher, Dobos, Pissinger, c’è la rigojanci, come popolarmente viene chiamata la torta di pan di spagna al cioccolato farcito abbondantemente da una crema di cioccolato e panna.
    La storia del dolce è molto romantica e scandalosa allo stesso tempo. Il violinista zigano Jancsi Rigò nel 1896 ebbe modo di suonare nel locale dove stava cenando la bionda milionaria americana Klara Ward sposata con il principe belga Joseph Chimay et de Caraman. Lei si era sposata a soli 17 anni e lo sposo aveva più del doppio dei suoi anni; il matrimonio fece scalpore sui giornali dell’epoca in quanto la ricchezza americana sposava la aristocrazia europea più povera. Il famoso cuoco francese Escoffier dedicò a Klara ben due ricette: l’Oeufs à la Chimay, uova con funghi cotte al gratin, e il Poularde Chimay, pollo disossato ripieno con foie gras, tartufi e tagliolini.
    L’incontro di Klara con Jancsi fu il classico colpo di fulmine tanto che Klara abbandonò il nobile marito. Toulose Lautrec ritrasse la coppia in un celebre quadro. Fu poi lo stesso violinista, anche forse per emulare le celebri dediche gastronomiche che Klara aveva ricevuto, a realizzare con il pasticcere Gerbeaud, il dolce che prese il suo nome. La Pasticceria Gerbeaud di Budapest ha tolto da alcuni anni la torta dal menu, dove rimane ancora invece la Dobos, e, tra l’altro, anche la storia romantica al tempo finì. Si racconta che la coppia si stabilì in Egitto, ma le bionde principesse sono spesso volubili e durante un viaggio in Europa Klara si innamorò di uno spagnolo e abbandonò Jancsi. Sembra che alla fine sposò un italiano, capostazione della Ferrovia Vesuviana.

    Per fare a casa la torta vi propongo di realizzare un bisquit al cacao senza farina, montando lungamente 5 uova intere con 150 g di zucchero a cui aggiungerete 80 g di cacao setacciato. Cottura in forno a 180° per 12’.
    Per la crema portate a bollore 1 litro di panna con 100 g di miele, 60 g di cacao e 170 g di cioccolato. Fate riposare in frigo e montate poi la crema. Componente il dolce mettendo un alto strato di crema tra due strati di bisquit. Fate consolidare in frigorifero e finite con una glassa lucida al cioccolato.

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  • #2
    Ho letto con enorme interesse la storia del dolce (cavolo come scrivi bene) che non conoscevo affatto.
    E come premio alla fine mi son trovata di fronte ad una torta senza glutine!!!
    Bellissima storia davvero!
    orache mi hai incuriosita ben bene dai mica il titolo del quadro che li ritrae?
    grazie
    ps ma la Poularde ripiena anche di tagliolini è secondo te commestibile stile pasticcio in crosta?

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    • #3
      Che storia appassionante! L'ho letta d'un fiato...il gossip tira sempre!
      Carmen

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      • #4
        Pubblicato originariamente da c@rmen Visualizza il messaggio
        Che storia appassionante! L'ho letta d'un fiato...il gossip tira sempre!
        ahahaha

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        • #5
          Grazie Roberto!
          sono sicura che conosci anche la storia e una super ricetta della ghibanizza.
          io la prendo, qualche volta, in una pasticceria a Trieste, Liberty, che, secondo me ,a fa molto buna, ma è uno di quei dolci che prima o poi, voglio provare.

          se hai una ricetta collaudata me la passeresti?
          Grazy
          ...Autogestire la propria creatività, senza intermediari, senza volontà eccelse e onnipotenti che decidono al posto tuo, poco a poco ti rivela la necessità di autogestire il tuo stesso destino. (S. Agosti)
          Ingiuriare i mascalzoni è cosa nobile, perché, a ben vedere significa onorare gli onesti! (Aristofane)

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          • #6
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            Grazy
            ...Autogestire la propria creatività, senza intermediari, senza volontà eccelse e onnipotenti che decidono al posto tuo, poco a poco ti rivela la necessità di autogestire il tuo stesso destino. (S. Agosti)
            Ingiuriare i mascalzoni è cosa nobile, perché, a ben vedere significa onorare gli onesti! (Aristofane)

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            • #7
              Questa è la ghibanizza che intendo
              Grazy
              ...Autogestire la propria creatività, senza intermediari, senza volontà eccelse e onnipotenti che decidono al posto tuo, poco a poco ti rivela la necessità di autogestire il tuo stesso destino. (S. Agosti)
              Ingiuriare i mascalzoni è cosa nobile, perché, a ben vedere significa onorare gli onesti! (Aristofane)

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              • #8
                Pubblicato originariamente da Graziana Visualizza il messaggio
                Grazie Roberto!
                sono sicura che conosci anche la storia e una super ricetta della ghibanizza.
                io la prendo, qualche volta, in una pasticceria a Trieste, Liberty, che, secondo me ,a fa molto buna, ma è uno di quei dolci che prima o poi, voglio provare.

                se hai una ricetta collaudata me la passeresti?
                Cara Graziana la gibanica (si legge gibanizza) non è un dolce tradizionale della nostra zona, anche se il nome indurrebbe a pensarlo essendo assonante con gubana.
                Il dolce è originario della regione slovena del Prekmurje, la regione più a nord est della Slovenia, oltre il fiume Mura, confinate con l'Ungheria. Dal 2010 la prekmurska gibanica ha ricevuto a livello europeo la denominazione di specialità tradizionale garantia.
                E' un dolce arrivato nelle nostre zone negli anni '70-'80 e da una ventina d'anni è entrato nei menu della ristorazione locale e si sta via via diffondendo nelle trattorie del Carso e anche oltre confine.
                Ho alcune ricetto che ti metterò appena rientro a casa, anche se personalmente non l'ho mai fatto. In pratica è una sorta di pasta fillo con vari strati di mele, ricotta, noci e papavero.

                La ricetta della rigojancsi è quella del pasticcere Giudici, pasticceria Saint Honorè, anche se io l'ho ricevuto da una pasticceria di Gorizia.

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                • #9
                  Pubblicato originariamente da roberto zot Visualizza il messaggio
                  Cara Graziana la gibanica (si legge gibanizza) non è un dolce tradizionale della nostra zona, anche se il nome indurrebbe a pensarlo essendo assonante con gubana.
                  Il dolce è originario della regione slovena del Prekmurje, la regione più a nord est della Slovenia, oltre il fiume Mura, confinate con l'Ungheria. Dal 2010 la prekmurska gibanica ha ricevuto a livello europeo la denominazione di specialità tradizionale garantia.
                  E' un dolce arrivato nelle nostre zone negli anni '70-'80 e da una ventina d'anni è entrato nei menu della ristorazione locale e si sta via via diffondendo nelle trattorie del Carso e anche oltre confine.
                  Ho alcune ricetto che ti metterò appena rientro a casa, anche se personalmente non l'ho mai fatto. In pratica è una sorta di pasta fillo con vari strati di mele, ricotta e papavero.

                  La ricetta della rigojancsi è quella del pasticcere Giudici, pasticceria Saint Honorè, anche se io l'ho ricevuto da una pasticceria di Gorizia.
                  E noci..

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                  • #10
                    Che bella questa storia! Grazie Roberto per averla condivisa, e raccontata così bene.

                    Ross, credo che il quadro sia questo:

                    Idylle princière.jpg

                    Si intitola "Idylle princière", "Idillio della principessa". Anche a me è venuta la curiosità di cercarlo .
                    Paola
                    La più coraggiosa decisione che prendi ogni giorno è di essere di buon umore (Voltaire).

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                    • #11
                      Devo dire che l’omino pare proprio
                      minuscolo...

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                      • #12
                        Pubblicato originariamente da Rossanina Visualizza il messaggio
                        Devo dire che l’omino pare proprio
                        minuscolo...

                        Rigo e Klara.jpg

                        A quanto ho letto, lei lo sovrastava in tutti sensi.
                        Qui infatti l'ha messa seduta .
                        Paola
                        La più coraggiosa decisione che prendi ogni giorno è di essere di buon umore (Voltaire).

                        Commenta


                        • #13
                          grazie Roberto del bel racconto, inoltre ci fai conoscere ricette della tradizione che a me sono sconosciute, grazie.
                          Serena

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                          • #14
                            Grazie Roberto, sia per la bella storia che per la ricetta!
                            Amo la cucina da quando ero bambina, principalmente è la cucina della mia tradizione ma non disdegno sperimentazioni e altri territori.il mio blog

                            www.rosariaaifornelli.blogspot.com

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                            • #15
                              Pubblicato originariamente da erbaPersa Visualizza il messaggio


                              A quanto ho letto, lei lo sovrastava in tutti sensi.
                              Qui infatti l'ha messa seduta .
                              Un genio. A me mi possono anche mettere seduta tanto sono alta uguale

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