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  • Blès cul gjàl, ovvero maltagliati con il sugo di gallo

    L'intervento di oggi su RAI RADIO 1 l'ho dedicato ad una ricetta con il gallo

    Blecs cuj gjal, ovvero maltagliati con il sugo di gallo.

    Il gallo è un animale il cui uso è raramente previsto nei ricettari locali anche se le macellerie del Friuli orientale lo propongono in inverno, mentre nel pordenonese è una carne più prettamente estiva. Il l° agosto, i Celti celebravano la solennità Lughnasadh, dedicata al dio sole, Lug, e con l’affermarsi del Cristianesimo questo giorno divenne la festa del raccolto. I riti arcaici prevedevano il sacrificio di un’incarnazione animale dell’anima del grano per propiziare un raccolto copioso l’anno successivo. La commemorazione si è trasformata nel tempo nelle campagne del Friuli Occidentale in festa maschile, la Festa degli uomini, all’inizio d’agosto, con il sacrificio del “gal de semensa”. Un tempo in campagna si preservavano per la perpetuazione della specie alcuni galletti provenienti dalle covate del nuovo anno e, di questi, il più valido veniva conservato a fini procreativi con il nome di “gal de semensa” che, vecchio, in occasione della Festa degli uomini, veniva cucinato in umido e offerto al capo famiglia come allusivo rito propiziatorio. La memoria di tale usanza si perde nel tempo, da più generazioni, come confermato dalle testimonianze orali degli abitanti dello Spilimberghese, della Pedemontana e della bassa Pordenonese.
    Nel Friuli orientale invece, con il benessere degli inizi degli anni Cinquanta la gente comincia a frequentare sempre di più i locali pubblici specialmente nei i fine settimana. Una storica trattoria nata a fine Ottocento nella località Blanchis a Mossa (Gorizia), per soddisfare il crescente numero di clienti, prova a preparare qualche nuovo piatto invernale e comincia a proporre i “blecs cul gjal”, ovvero maltagliati con il gallo, rispolverando i blecs della tradizione e riuscendo a convincere i clienti che raramente si discostavano da minestrone, gulasch e trippe. Lentamente il piatto si è poi diffuso in tutto il Collio diventando una pietanza oggi tipica.

    Per il sugo serve un gallo, possibilmente vecchio e ruspante, tagliato pezzi, leggermente infarinato e soffritto poi con olio, cipolla, aglio, alcune fette di lardo, carota, rosmarino, timo, maggiorana, sale e pepe. Si sfuma con vin bianco e si porta a lenta cottura con brodo. Il sugo ridotto al passaverdura viene eventualmente ristretto sul fuoco.

    Per i blecs (maltagliati) impastate 8 hg di farina con 3 uova intere, 4 tuorli, un cucchiaio d’olio e un po’ d’acqua tiepida. Dopo il riposo stendete la pasta non troppo sottile e tagliatela a quadri irregolari con la rotella dentata. La pasta va lessata in acqua salata bollente e poi condita con il sugo di gallo aggiungendo anche un pezzetto di carne.

    Buon Appetito !
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  • #2
    grazie Roberto! E' sempre bello quando mi riporti alle mie radici!
    http://lagallinavintage-giuliana.blogspot.com/

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    • #3
      Ma che bella questa ricetta. Ad averla saputa, le volte in cui a tavola finiva il gallo, immancabilmente bollito... grazie!
      Paola
      La più coraggiosa decisione che prendi ogni giorno è di essere di buon umore (Voltaire).

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      • #4
        Ho guardato nei miei libri di cucina locale ma di gallo neanche l'ombra, a parte bollito o misto a carne bovina per fare il brodo.

        Bella storia.

        Viene portato a cottura con brodo di carne o vegetale?
        "Le Belle Arti sono cinque, e cioè: la pittura, la scultura, la poesia, la musica, l'architettura. Quest'ultima ha per ramo principale la pasticceria." Careme Marie Antoine

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