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  • Peschine dolci

    da Noi le peschine dolci son di frolla. Molto diverse da quelle straordinarie di brioche che portava il Tosco si raduni.
    a me piacciono da matti, e ho cercato di riprodurle in modo da poterle mangiare anche io.

    Ed ecco la ricetta!
    PESCHINE

    2603FFDD-567B-441C-B494-C7808C878E4C.jpeg ​​​​​​​110 g di burro (io senza lattosio) tirato fuori dal frigo da una mezz’ora
    85 g di zucchero (meglio se sottilissimo tipo zefiro oppure semplicemente frullato)
    140 g di farina di riso finissima*
    85 g di farina di sorgo/miglio* (sostituibile per chi non ha problemi con il nichel con farina di mais* ma del tipo sottilissimo)
    10 g di fecola di patate*
    un pizzico di lievito per dolci Colombo senza fosfati
    Un uovo intero
    farina di riso* per il piano
    (3 g di xantano* per delle pesche meno friabili)

    Per la crema pasticciera:
    400 ml latte
    4 tuorli
    120 g di zucchero
    20 g di amido di mais* (o 25 amido tapioca* per chi ha problemi di nichel)
    20 g amido di riso*
    scorza grattugiata di un limone non trattato

    Alchermes* (per il nichel non saprei che fare. Sciroppo di frutti rossi?)
    Zucchero semolato

    *ingredienti a rischio che necessitano della scritta ‘senza glutine’ in etichetta

    In un robot con le lame lavorate il burro con lo zucchero, le farine e gli amidi fino ad ottenere delle briciole abbastanza sottili.
    Unite le uova e lavorate fino ad avere un composto morbido.
    Avvolgetelo nella pellicola per alimenti e fatelo riposare in frigo per un paio d’ore.
    Trascorso il tempo tiratelo fuori dal frigo, rilavoratelo su un piano cosparso di farina di riso e, una volta reso di nuovo plastic, ricavate delle palline da 20 g.
    Mettetele su una placca coperta con carta forno abbastanza distanziate e cuocetele in forno statico 180°C per 15/20 minuti (devono diventre dorate).
    Lasciatele freddare bene. L’ideale sarebbe utilizzarle il giorno dopo.

    Per la crema pasticciera, mettete a scaldare il latte, con la scorza di limone.
    Lavorate I tuorli con lo zucchero, unite gli amidi e mescolate evitando di formare grumi.

    Versate il latte caldo sul composto, mescolando bene. Versate di nuovo nel tegame e portate a cottura, su fiamma bassa, mescolando delicatamente fino a quando la crema si sarà ispessita.
    Versate a quell punto in una ciotola pulita e ponete in un bagnomaria di acqua e ghiaccio per freddarla velocemente.
    Mettete la crema fredda in una tasca da pasticciere.

    Svuotate delicatamente le mezze sfere cominciando dalla parte piatta. Riempitele di crema pasticciera e accoppiatele.
    Passatele nell’alchermes (diluito o no, a seconda dei vostri gusti) e poi nello zucchero semolato.
    Infilate nei pirottini e … via!!!

  • #2
    Boone. Non ricordo se queste le ho mangiate, ma devono essere squisite!
    Si è sempre i meridionali di qualcuno.

    alberta

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    • #3
      Queste per me hanno un significato speciale. La prima volta che ho mangiato le peschine era a casa di Babette, per colazione. Io che non avevo mai mangiato nulla di alcolico. Una colazione da sballo
      il tempoè passato d le rifeci con la ricetta della mamma di Silvia. Ancora potevo mangiare tutto. La ricetta era perfetta. ERano una coccola per l’anima.
      Poi i vari ‘senza’ e la voglia di rifarle.
      Tanto studio. E anche qualche delusione. Lo straordinario alchermes de la farmacia di Santa Maria novella non va bene perché non ha la scritta senza glutine. E quindi devo consumare quello tristissimo del supermercato. Fatto con aromi e coloranti. Ma con la scritta.
      E alla fine comunque il risultato è stato appagante.
      Perché nella vita bisogna mettersi in gioco per sperare di vincere!

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      • #4
        Sai che non le ho mai mangiate? Sarà che non ho il "dente dolce", come dicono gli inglesi, e quindi mi faccio sempre tentare da altro. Però ne ho sempre ammirato l'aspetto... le tue sono proprio carine, con quelle belle foglioline verdi.
        Grazie
        Paola
        La più coraggiosa decisione che prendi ogni giorno è di essere di buon umore (Voltaire).

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        • #5
          Anche da noi le pesche dolci sono di pasta frolla, ma non si scavano, si cuociono sui gusci di noce (noci aperte esattamente a metà), hanno solo il difetto di risultare, alla fine, troppo grandi.
          Mia zia non le bagna interamente , ma le dipinge con il pennello intinto nell'alchermes, dando delle sfumature molto realistiche.
          Carmen

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          • #6
            Pubblicato originariamente da c@rmen Visualizza il messaggio
            Anche da noi le pesche dolci sono di pasta frolla, ma non si scavano, si cuociono sui gusci di noce (noci aperte esattamente a metà), hanno solo il difetto di risultare, alla fine, troppo grandi..
            In effetti ho sentito spesso questa cosa. Io le scavo e poi mi mangio le scavature

            Pubblicato originariamente da c@rmen Visualizza il messaggio
            Mia zia non le bagna interamente , ma le dipinge con il pennello intinto nell'alchermes, dando delle sfumature molto realistiche.
            Cavolo!!!

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            • #7
              Pubblicato originariamente da erbaPersa Visualizza il messaggio
              Sai che non le ho mai mangiate? Sarà che non ho il "dente dolce", come dicono gli inglesi, e quindi mi faccio sempre tentare da altro. Però ne ho sempre ammirato l'aspetto... le tue sono proprio carine, con quelle belle foglioline verdi.
              Grazie
              Grazie a te... ma sai che pensavo che si potrebbero anche fare salate? colorate con salsa di pomodoro. Brinate con il parmigiano.. farcite di besciamella e formaggio...

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