Siamo sempre alle prese con il restauro della casa dei miei suoceri (sì, "restauro" perché "rinfrescata", "sistemazione" e altri termini analoghi sono largamente sottodimensionati), quindi i pasti sono di pura sopravvivenza.
Ogni tanto però riesco a produrre qualcosa di "extra", ovviamente velocissimo e facilissimo, come questi budini di cui la mia marmocchia è diventata dipendente.
Sono quattro ingredienti in croce, e richiedono poco più del tempo di far bollire il latte. Si prestano anche a infinite aromatizzazioni e variazioni (peperoncino, cannella, frutta secca ecc.).
L'agar-agar è un'eredità di Tokuko, ormai sparita dai miei radar.
Gli stampini sono invece un'eredità di mia suocera, e sono Tupperware vintage, con il coperchio e il fondo amovibili (!).
I colori da ricettario di Lisa Biondi della foto sono invece miei: non sono voluti, ma sono adatti .
Budino minimo.jpg
Ingredienti
- 600 ml di latte (io di solito uso latte di mucca intero, che è quello che staziona regolarmente nel frigo, ma funziona anche il latte di riso e presumo anche altre alternative vegetali)
- 3-4 g di agar-agar in polvere (io uso il Rapunzel; non lo peso perché la mia bilancia a fondo scala non è molto precisa, ma riempio un misurino Ikea da 1,5 ml tenendomi un po' scarsa)
- 25 g di cacao amaro in polvere (io uso il D'Osa Fairtrade della Coop, che è onesto, ma più è buono il cacao più sono buoni i budini, tenetelo a mente)
- 125 g di zucchero semolato e vanigliato (nulla vieta di usare altri tipo di zucchero o altro, tipo il malto, che va però aggiunto quando il composto è caldo e fatto sciogliere bene prima di aggiungere l'agar-agar)
Preparazione
Misurare il latte. Toglierne due cucchiai e sciogliervi l’agar-agar.
Setacciare il cacao e lo zucchero direttamente nella pentola.
Versare a filo il latte freddo sulle polveri, mescolando bene.
Mettere il composto sul fuoco con fiamma medio-bassa e portare il composto ad ebollizione, sciogliendo via via tutti i grumi.
Quando il latte comincia a bollire, mettere la fiamma al minimo, versare l’agar-agar e mescolare bene. Fare sobbollire per 5’.
Riempire gli stampini (io uso un colino per eliminare gli eventuali grumi rimasti). Far raffreddare i budini prima a temperatura ambiente e poi in frigo.
Note a margine
Il procedimento è piuttosto garibaldino, lo so, ma funziona.
La quantità di zucchero e cacao producono budini di dolcezza media. Io aumenterei ancora il cacao e diminuirei lo zucchero, ma Caterina non vuole sentire ragioni e, visto che se li mangia quasi tutti lei, va bene così.
La dose di agar-agar che ho indicato determina una consistenza media: se preferite budini più morbidi o più fermi diminuitela o aumentatela senza particolari scrupoli, si presta alle sperimentazioni più ardite. L'unica cosa a cui prestare attenzione è il tempo di cottura: se cuoce meno di 5' non addensa bene (parlo per esperienza); se cuoce di più invece non c'è problema. Inoltre, addensa raffreddandosi, il composto cotto è liquido quanto il composto di partenza.
Per la cronaca, l'agar-agar produce una "texture" (come si dice in italiano?) più "gelatinosa" che "vellutata" (come fanno gli amidi), quindi simile a quella dei budini da supermercato (è per questo che piace tanto a mia figlia).
Ogni tanto però riesco a produrre qualcosa di "extra", ovviamente velocissimo e facilissimo, come questi budini di cui la mia marmocchia è diventata dipendente.
Sono quattro ingredienti in croce, e richiedono poco più del tempo di far bollire il latte. Si prestano anche a infinite aromatizzazioni e variazioni (peperoncino, cannella, frutta secca ecc.).
L'agar-agar è un'eredità di Tokuko, ormai sparita dai miei radar.
Gli stampini sono invece un'eredità di mia suocera, e sono Tupperware vintage, con il coperchio e il fondo amovibili (!).
I colori da ricettario di Lisa Biondi della foto sono invece miei: non sono voluti, ma sono adatti .
Budino minimo.jpg
Ingredienti
- 600 ml di latte (io di solito uso latte di mucca intero, che è quello che staziona regolarmente nel frigo, ma funziona anche il latte di riso e presumo anche altre alternative vegetali)
- 3-4 g di agar-agar in polvere (io uso il Rapunzel; non lo peso perché la mia bilancia a fondo scala non è molto precisa, ma riempio un misurino Ikea da 1,5 ml tenendomi un po' scarsa)
- 25 g di cacao amaro in polvere (io uso il D'Osa Fairtrade della Coop, che è onesto, ma più è buono il cacao più sono buoni i budini, tenetelo a mente)
- 125 g di zucchero semolato e vanigliato (nulla vieta di usare altri tipo di zucchero o altro, tipo il malto, che va però aggiunto quando il composto è caldo e fatto sciogliere bene prima di aggiungere l'agar-agar)
Preparazione
Misurare il latte. Toglierne due cucchiai e sciogliervi l’agar-agar.
Setacciare il cacao e lo zucchero direttamente nella pentola.
Versare a filo il latte freddo sulle polveri, mescolando bene.
Mettere il composto sul fuoco con fiamma medio-bassa e portare il composto ad ebollizione, sciogliendo via via tutti i grumi.
Quando il latte comincia a bollire, mettere la fiamma al minimo, versare l’agar-agar e mescolare bene. Fare sobbollire per 5’.
Riempire gli stampini (io uso un colino per eliminare gli eventuali grumi rimasti). Far raffreddare i budini prima a temperatura ambiente e poi in frigo.
Note a margine
Il procedimento è piuttosto garibaldino, lo so, ma funziona.
La quantità di zucchero e cacao producono budini di dolcezza media. Io aumenterei ancora il cacao e diminuirei lo zucchero, ma Caterina non vuole sentire ragioni e, visto che se li mangia quasi tutti lei, va bene così.
La dose di agar-agar che ho indicato determina una consistenza media: se preferite budini più morbidi o più fermi diminuitela o aumentatela senza particolari scrupoli, si presta alle sperimentazioni più ardite. L'unica cosa a cui prestare attenzione è il tempo di cottura: se cuoce meno di 5' non addensa bene (parlo per esperienza); se cuoce di più invece non c'è problema. Inoltre, addensa raffreddandosi, il composto cotto è liquido quanto il composto di partenza.
Per la cronaca, l'agar-agar produce una "texture" (come si dice in italiano?) più "gelatinosa" che "vellutata" (come fanno gli amidi), quindi simile a quella dei budini da supermercato (è per questo che piace tanto a mia figlia).
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