Come Minou, anch'io non mi stacco dal mondo classico. Anzi, faccio del mio meglio per restarci ben attaccata, memore di quanto mi abbia regalato fin dall'inizio, cioè da quando, marinando i noiosi diari di guerra di Cesare, sono approdata alle passioni di Catullo e agli sberleffi di Giovenale, sfogliando in avanti il mio libro di autori latini.
Questa è una delle mie poesie preferite: la trovo molto potente (come direbbe mia figlia), moderna nelle immagini, e poi cita una pianta, il silfio o laserpicio, ormai estinta, che ha una storia molto curiosa.
È il carme 7 di Catullo. La traduzione è mia, ed è volutamente libera (spero che non ci sia nessuno in agguato con la matita rossa e blu, come ai tempi del liceo ).
Un abbraccio!
Quaeris quot mihi basiationes
tuae, Lesbia, sint satis superque:
quam magnus numerus Libyssae harenae
laserpiciferis iacet Cyrenis
oraclum Iovis inter aestuosi
et Batti veteris sacrum sepulcrum;
aut quam sidera multa, cum tacet nox,
furtivos hominum vident amores.
Tam te basia multa basiare
vesano satis et super Catullo est,
quae nec pernumerare curiosi
possint nec mala fascinare lingua.
Mi chiedi quanti dei tuoi baci
Lesbia, siano necessari per saziarmi:
tanti quanti i granelli della sabbia della Libia
che, a Cirene, circonda le piante di silfio
tra l'oracolo di Giove, arroventato dal sole,
e l'antico sepolco sacro di Batto;
o tanti quanti le stelle che, nel silenzio della notte,
osservano gli amori furtivi degli uomini.
Ecco quanti baci servono
a saziare il tuo pazzo Catullo,
e anche a impedire ai pettegoli di contarli
e scagliarci il malocchio.
Questa è una delle mie poesie preferite: la trovo molto potente (come direbbe mia figlia), moderna nelle immagini, e poi cita una pianta, il silfio o laserpicio, ormai estinta, che ha una storia molto curiosa.
È il carme 7 di Catullo. La traduzione è mia, ed è volutamente libera (spero che non ci sia nessuno in agguato con la matita rossa e blu, come ai tempi del liceo ).
Un abbraccio!
Quaeris quot mihi basiationes
tuae, Lesbia, sint satis superque:
quam magnus numerus Libyssae harenae
laserpiciferis iacet Cyrenis
oraclum Iovis inter aestuosi
et Batti veteris sacrum sepulcrum;
aut quam sidera multa, cum tacet nox,
furtivos hominum vident amores.
Tam te basia multa basiare
vesano satis et super Catullo est,
quae nec pernumerare curiosi
possint nec mala fascinare lingua.
Mi chiedi quanti dei tuoi baci
Lesbia, siano necessari per saziarmi:
tanti quanti i granelli della sabbia della Libia
che, a Cirene, circonda le piante di silfio
tra l'oracolo di Giove, arroventato dal sole,
e l'antico sepolco sacro di Batto;
o tanti quanti le stelle che, nel silenzio della notte,
osservano gli amori furtivi degli uomini.
Ecco quanti baci servono
a saziare il tuo pazzo Catullo,
e anche a impedire ai pettegoli di contarli
e scagliarci il malocchio.
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