Oggi non potevo esimermi dallo scegliere una poesia di Montale, visto l'anniversario della sua nascita, e visto anche il mio ritorno al mondo della scuola (ieri c'è stata la prima riunione del liceo), che mi ha riportato a un passato cronologicamente abbastanza lontano, ma emotivamente sempre molto presente.
In particolare, mi è tornato in mente il graffito che campeggiava in cima alla scalinata che facevo per raggiungere la facoltà di ingegneria, a Genova, e che citava gli ultimi due versi di questa poesia, che ho sempre amato alla follia.
Non mi pare di averla già postata, nel caso perdonatemi, e gustatevela comunque.
Un abbraccio, buona serata!
Non chiederci la parola
Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.
Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!
Non domandarci la formula che mondi possa aprirti
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.
In particolare, mi è tornato in mente il graffito che campeggiava in cima alla scalinata che facevo per raggiungere la facoltà di ingegneria, a Genova, e che citava gli ultimi due versi di questa poesia, che ho sempre amato alla follia.
Non mi pare di averla già postata, nel caso perdonatemi, e gustatevela comunque.
Un abbraccio, buona serata!
Non chiederci la parola
Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l'animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.
Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!
Non domandarci la formula che mondi possa aprirti
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo.
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