Della poesia dell'Estremo Oriente amo soprattutto due cose: l'essenzialità delle immagini e del linguaggio, e la profonda connessione con la natura.
Con pochi, delicati tratti, vengono dipinti paesaggi e raccontate storie, ma anche descritto realtà ed evocato emozioni.
Quando mi sono imbattuta in questo scritto di Meng Haoran, poeta cinese della dinastia T'ang (618-907), l'ho trovato perfetto per il clima di questa insolita primavera (sabato qui è addirittura nevicato) ma anche per gli avvenimenti di questi giorni dolorosi e confusi.
Vi mando un abbraccio.
Alba primaverile
Me ne resto a dormire, ed ignoro
l'alba primaverile;
mentre, per ogni dove,
s'odon canti d'uccelli.
Dalla notte,
echi di venti e scrosci.
Ma chissà, dopotutto, quanti fiori
- divelti - sono già sparsi al suolo!
Con pochi, delicati tratti, vengono dipinti paesaggi e raccontate storie, ma anche descritto realtà ed evocato emozioni.
Quando mi sono imbattuta in questo scritto di Meng Haoran, poeta cinese della dinastia T'ang (618-907), l'ho trovato perfetto per il clima di questa insolita primavera (sabato qui è addirittura nevicato) ma anche per gli avvenimenti di questi giorni dolorosi e confusi.
Vi mando un abbraccio.
Alba primaverile
Me ne resto a dormire, ed ignoro
l'alba primaverile;
mentre, per ogni dove,
s'odon canti d'uccelli.
Dalla notte,
echi di venti e scrosci.
Ma chissà, dopotutto, quanti fiori
- divelti - sono già sparsi al suolo!
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