[OT] Mercoledì di poesia (121-122-123)

[erbaPersa]

121 → 28/04/2022, 10:43
Faccio del mio meglio per restare concentrata sul presente, ma ogni tanto mi capita di dare una sbirciata dietro le spalle.
Qualche giorno fa, io e Vince ci siamo ritrovati a pensare agli ultimi dieci anni, e abbiamo finito per ripercorrere tutte le tappe di quel percorso accidentato. La sensazione finale era di un quieto stupore, la stessa ben descritta in questi versi da Jung Kut-byol, una poetessa coreana contemporanea.
Spero che non dobbiate affrontare la furia dell’oceano; ma, nel caso, vi auguro di poter tornare presto al porto.
Un abbraccio.


Rising tide
At night, just barely,
two boats slide in,
lowering their anchors at the port;
two naked boats
lie side by side
touching each other’s wounds
We are safe - we are fortunate, oh,
to see the ocean calming down


Si alza la marea
Di notte, a stento,
due barche scivolano dentro,
e calano le loro ancore nel porto;
due barche nude
giacciono fianco a fianco
toccandosi a vicenda le ferite.
Siamo salve - siamo fortunate, oh,
abbiamo potuto vedere l’oceano calmarsi.


(Scusate il ritardo).

[erbaPersa]

122 → 04/05/2022, 14:11
Oggi ho scelto una poesia di Rachel Bluwstein, una poetessa ebrea che ha vissuto la sua breve e non semplice vita tra Russia, Ucraina, Palestina, Francia e Israele a cavallo tra il 1800 e il 1900.
Mi è tornata in mente lavorando in giardino di prima mattina, mentre gli uccelli salutavano un sole che ancora non si vedeva, ma che loro indovinavano già dietro il crinale dei monti.
Leggetela, magari più e più volte come piace fare a me, e poi pensate a chi, o cosa, dedicarla.
Un abbraccio.


Nel mio giardino
Nel mio giardino ti ho piantato,
nel mio giardino nascosto, il mio cuore.
Intricati sono divenuti i tuoi rami
e profonde in me le tue radici.

E dall’alba alla notte
non tace, non si placa il giardino,
perché ci sei tu, tu
con i mille uccelli del tuo canto.

[erbaPersa]

123 → 11/05/2022, 16:35
Come ho anticipato rispondendo a Marchino nella puntata precedente, la poesia di Rachel Bluwstein mi ha fatto pensare non solo al mio gentile consorte, ma a un’altra cosa che è ormai ben radicata nel mio giardino interiore, cioè l’arte. Musica, in primis, e poi pittura, cinema, letteratura, e ovviamente poesia.
Quando ero una bambinetta con la passione per i righelli e le tabelline, mi sono sentita ripetere così tante volte da genitori, parenti, insegnanti, amici che l’arte non faceva per me perché ero troppo “quadrata” che ho finito per crederci. Non era vero, ovviamente.
Quando l’ho scoperto, “ho inghiottito una stella”, per usare la bella immagine di Wisława Szymborska, che come sempre ha le parole giuste.
Vi auguro di poter fare lo stesso, e di ballare sentendo la musica che più vi fa stare bene.
Un abbraccio.


Ad alcuni piace la poesia
Ad alcuni -
cioè non a tutti.
E neppure alla maggioranza, ma alla minoranza.
Senza contare le scuole, dove è un obbligo,
e i poeti stessi,
ce ne saranno forse due su mille.

Piace -
ma piace anche la pasta in brodo,
piacciono i complimenti e il colore azzurro,
piace una vecchia sciarpa,
piace averla vinta,
piace accarezzare un cane.

La poesia -
ma cos’è mai la poesia?
Più d’una risposta incerta
è stata già data in proposito.
Ma io non lo so, non lo so e mi aggrappo a questo
come alla salvezza di un corrimano.

Con uno sguardo mi ha resa più bella,
e io questa bellezza l’ho fatta mia.
Felice, ho inghiottito una stella.

Ho lasciato che mi immaginasse
a somiglianza del mio riflesso
nei suoi occhi. Io ballo, io ballo
nel battito di ali improvvise.