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  • Gubana

    L'ho rivista oggi in Tv e contemporaneamente in un giornale che ho comprato.
    Siccome è un bel ricordo dei miei viaggetti in Friuli- Venezia Giulia vorrei nel periodo natalizio rinfrescare la memoria del gusto.
    E siccome (ripeto) sono male abituata da questo posto vorrei fare una buona ricetta. Chi mi aiuta?

    P.S. Partecipo poco ultimamente ma ho avuto problemi e adesso quei.... mi hanno fissato un concorso. Sto correndo il rischio che lo facciano nei giorni cha vanno dal 23 al 31 di questo mese.
    Hanno fatto saltare tutti i miei progettini di impiastri da regalare. :mad: [img]graemlins/E12.gif[/img]
    Ragazzi sto studiando da matti e mi accorgo di quanto sono arrugginita

    [ 11-12-2002, 21:09: Messaggio modificato da: Stefania Casula ]

  • #2
    Stefania, dovrebbe essere inserita nella rubrica delle regioni alle ricette del Friuli Venezia Giulia.
    Se non la trovi fammi un fischio che la rimetto [img]graemlins/E20.gif[/img]
    http://lagallinavintage-giuliana.blogspot.com/

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    • #3
      No Giuli non c'è. Avevo già guardato prima di chiedere.
      Grazie [img]graemlins/E20.gif[/img]

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      • #4
        Io la sto cercando in questo momento nei vari forum [img]smile.gif[/img]

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        • #5
          Stasera te la metto!
          Grazy
          ...Autogestire la propria creatività, senza intermediari, senza volontà eccelse e onnipotenti che decidono al posto tuo, poco a poco ti rivela la necessità di autogestire il tuo stesso destino. (S. Agosti)
          Ingiuriare i mascalzoni è cosa nobile, perché, a ben vedere significa onorare gli onesti! (Aristofane)

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          • #6
            E'da ieri sera che sto'cercando questa ricetta.L'ho letta pochi giorni fa'su un numero vecchio di una rivista di cucina ma non riesco a trovarlo...ritento! :mad:
            Una donna dall\'animo meschino non puo\'cucinare bene.Per fare questo ci vogliono uno spirito generoso,una mano leggera,un cuore caldo.
            Eden Phillpotts

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            • #7
              L'ho vista di sfuggita alla prova del cuoco e mi ha ispirato anche a me.
              Anche io voglio sapere come si fa!
              La resdora.

              La terra non è un dono dei nostri padri, bensì un prestito dei nostri figli.

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              • #8
                L'ho vista anch'io ieri in tv e avevo pensato di trovarla qui. Però è bello pensare le stesse cose!
                \"Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò ad essere felice. Col passare dell\'ora aumenterà  la mia felicità .\"

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                • #9
                  Ross, l'avevo messa nel famoso topic del Friuli, quello sparito.
                  Ragazze ve la rimetto stasera da casa
                  http://lagallinavintage-giuliana.blogspot.com/

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                  • #10
                    Io ho archiviato questa, non l'ho provata ma mi sembra una ricetta "seria"..e sembra un bel lavoraccio! però ne vale la pena, è buonissima!!

                    GUBANA
                    Ingredienti per 4 persone:
                    Pasta: kg di farina 00, 25 g di lievito di birra, circa 500 g di zucchero, circa 400 g di burro, 6 uova, latte quanto basta, scorza di limone grattugiata, 1/2 cucchiaino di sale, aroma di vaniglia. Ripieno: circa 250 g di noci sgusciate, circa 300 g di uva sultanina, circa 50 g di pinoli, circa 100 g di cedrini, circa 150 g di mandorle o nocciole, circa 50 g di cioccolato fondente, un pizzico di cannella, 1 bicchierino di rhum, 1 bicchierino di grappa di vinaccia, 1/2 bicchiere di pan grattato.

                    Ripieno (puó essere preparato precedentemente e conservato in frigo):
                    noci tritate, mandorle o nocciole pelate e trite, cedrini tagliuzzati, cioccolata grattugiata, uva sultanina, un pizzico di cannella, poco
                    rhum e grappa.

                    Procedimento:
                    1) Impasto: mettete in una tazza un cucchiaio colmo di farina (30 g), sbriciolate il lievito di birra e sciogliete il tutto con un cucchiaio di latte tiepido; aggiungete il sale e mezzo cucchiaino di zucchero. Ne deve risultare una pasta assai molle che lascerete lievitare per una ventina di minuti, fino a che la pasta avrá raddoppiato il suo volume.
                    Mettete in una terrina 2 cucchiaiate di zucchero, tre rossi d'uovo, 50 g di burro fuso ed il lievito precedentemente lavorato. Lavorate l'impasto per cinque minuti in modo da unire bene tutti gli ingredienti, aggiungete due o piú cucchiai di farina in modo che ne risulti una pasta molle. Coprite la terrina e mettere a lievitare in luogo tiepido per un'ora. Anche questa volta la pasta deve raddoppiare
                    il suo volume. A questo punto mettete sul tavolo da cucina il resto della farina a fontana, aggiungendo 80 g di burro fuso, un uovo intero e due rossi, unite il composto lievitato della terrina, il limone grattugiato, la vaniglia, tre cucchiaiate di zucchero, un po' di rhum e mezzo litro di latte circa. Lavorate bene questa pasta con le mani allo scopo di farle acquistare elasticitá di modo che si stacchi dal tavolo e dalle mani in un sol pezzo. Quando é ben lavorata farne una palla e mettetela a lievitare nella terrina per circa tre ore in luogo tiepido.
                    La pasta, se ben lievitata, raggiungerá piú del doppio del suo volume.Questa della lievitazione é un'operazione importante e delicata che richiede molta attenzione per la buona riuscita del dolce.

                    2) Ripieno: mettete in un tegamino una noce di burro; quando si scioglie aggiungete i pinoli, friggeteli a fuoco moderato finché avranno raggiunto un colore dorato. Aggiungeteli agli altri ingredienti, aggiungete uno o due cucchiai di zucchero (a piacimento) e pan grattato. Amalgamate bene il composto ed assaggiate eventualmente regolate lo zucchero).

                    Al momento opportuno stendete la pasta lievitata sul tavolo e spianatela con il mattarello, bagnatela con la chiara d'uovo, spargete uniformemente il ripieno, cospargete abbondantemente di zucchero e fiocchetti di burro. Chiudete a forma di cilindro allungato, arrotolatelo attorno a se stesso a formare una chiocciola. Mettete ancora a lievitare sopra un disco di carta velina imburrata. Preparate il forno per una cottura lenta che durerá da un'ora ad un'ora e un quarto, con temperatura costante, leggermente superiore a quella necessaria per la cottura dei dolci. Cospargete la gubana cotta con
                    zucchero. Per accertarvi della perfetta cottura vi potete servire di un ferro da calza: a cottura giusta il ferro infisso nella gubana sará estratto pulito.

                    http://natisone.info
                    People who say
                    money can't buy you happyness
                    Don't know where to shop..

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                    • #11
                      P.S. Partecipo poco ultimamente ma ho avuto problemi e adesso quei.... mi hanno fissato un concorso. Sto correndo il rischio che lo facciano nei giorni cha vanno dal 23 al 31 di questo mese.
                      Hanno fatto saltare tutti i miei progettini di impiastri da regalare. :mad: [img]graemlins/E12.gif[/img]
                      Ragazzi sto studiando da matti e mi accorgo di quanto sono arrugginita[/QB][/QUOTE]

                      in bocca al lupo Stefania! per la gubana non ti posso aiutare a farla però sono brava a mangiarla, e buonissima.
                      Elena

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                      • #12
                        Non ho mai assaggiato la Gubana, ma ho trovato che esiste un consorzio per la protezione del marchio Cubana.
                        Vi riporto la storia:

                        "La Gubana è un dolce tipico delle Valli del Natisone, che si trovano a pochi chilometri ad est di Udine. Tali valli sono abitate da una popolazione che gli studiosi fanno derivare etnicamente e linguisticamente dal ceppo slavo. La Gubana ha una caratteristica forma di chiocciola ed è composta da pasta dolce lievitata con un ripieno di noci tritate, uvetta, pinoli, zucchero e liquore, salvo piccole variazioni.

                        Il nome
                        Illustri ricercatori si sono cimentati per dare una risposta al quesito. Con riferimento alla forma della Gubana, pare che il nome derivi dallo slavo "guba" che significa "piega". Monsignor Angelo Cracina, attualmente canonico di Cividale del Friuli, lo fa derivare da "goban", cioè fungo porcino, che ricorda la Gubana nella forma e nel colore della cappella. Che l'origine del nome sia slava è certo. Le genti delle Valli del Natisone chiamano ancora questo dolce "gubanza". La scomparsa della "z" è il risultato di un adattamento fonetico dovuto alla formazione culturale ed alla conoscenza o meno dell'idioma slavo da parte degli incaricati alla registrazione nel libro dei battesimi della parrocchia di S. Pietro (1612). Si nota, infatti, che i signori Giorgio Gubaniza di Brischis e sua moglie Marina Venivano registrati dal Parroco Mattia Pirich di S. Pietro al Natisone, nativo di Lasiz (Pulfero), come Giorgio e Marina Gubaniza. Il Presbitero Tolhammer registrava gli stessi come Giorgio e Marina Gubanza, mentre il Parroco Strazzulino, probabilmente di lingua friulana, per indicare i suddetti signori usava il cognome Gubana (14.10.1612). Questo dolce è diverso da quelli sloveni. A sostegno di quest'affermazione si riporta un articolo del quindicinale DOM di Cividale (1) nel quale il cronista descrivendo nel 1969 la visita dello scrittore cattolico sloveno Edvard Kocbek alla tomba del Monsignor Ivan Trico di Tarcimonte di Savognam narra che questi " potè gustare presso Don Cencig parroco di Tribil (Stregna) per la prima volta la Gubana".

                        Zona d'origine
                        La Gubana è senza dubbio originaria delle Valli del Natisone ed è nata quale dolce povero. La leggenda narra di una povera donna che, non avendo di che addolcire la mensa di Natale, confezionò per i suoi figlioli un dolce con quanto aveva in casa: farina, uova, noci e miele. La leggenda è alquanto verosimile specialmente tenendo conto della povertà da sempre esistente nei paesi di montagna ed in particolare in quelli delle Valli del Natisone. La tradizione riporta la Gubana come dolce tipico di queste Valli, in cui compare in numerose occasioni collettive. Immancabile soprattutto in occasione delle nozze.

                        A Lasiz (Pulfero) alla sagra dell'Odpustak (del Perdono), cadente in una domenica di settembre, solitamente le ragazze sposate tornano tuttora nella famiglia d'origine portando con loro una bella Gubana da loro preparata.

                        A Clenia ( S. Pietro) per la sagra di S. Antonio Abate (17 gennaio) si confezionavano quintali di Gubane che venivano tagliate a fette e offerte quale segno di ospitalità ai forestieri che partecipavano alla festa paesana.

                        A Stermizza (Savogna) i bambini del paese si affacciavano alla porta della casa degli sposi cantando: " Voi siete invitati, noi siamo pronti, metteteci qualcosa nel cestello, è vostro dovere! " La padrona di casa, non possedendo confetti, distribuiva le fette di Gubana. (2)

                        Esistono numerose usanze diverse, da famiglia a famiglia, e da paese a paese, che caratterizzano l'intimo legame tra la Gubana, il suo territorio e la popolazione ivi residente. Ancora oggi nelle Valli del Natisone, e nelle località circonvicine ove le genti delle Valli si sono spostate, le massaie confezionano la Gubana in occasione delle principali ricorrenze e festività locali. Numerosi Documenti Storici provano che la Gubana è nata nelle Valli del Natisone. Già nel 1409 la Gubana compare tra le 72 vivande servite dal comune di Cividale in onore del Papa Gregorio XII. L'onorevole Alfeo Mizzau, deputato Europeo e presidente della Società Filologica Friulana, scrisse: " La Gubana nasce indiscutibilmente nelle Valli del Natisone, nella slavia friulana. Viene citata in un contratto del 1576 in cui si legge che con le regalie che venivano offerte ai proprietari delle terre assieme agli affitti in denaro c'era la Gubana. Questa veniva valutata ad un prezzo molto alto "una lira di venti soldi", in quei tempi venti soldi erano l'equivalente della mercede per una giornata di lavoro di un esperto muratore."(3) Un altro riferimento certo, del luogo di origine del dolce ci viene dato dalla presenza nelle Valli del Natisone, e precisamente a Brischis, del cognome Gubana anteriormente al 1612 (Primo Libro dei Battesimi della Parrocchia di S. Pietro). Un canto friulanizzato composto nel 1713 in occasione della rivolta dei Tolminotti, scoppiata per l'aumento dei dazi e delle gabelle, contiene la strofa: " vin. tripuzs di Chiauret e GUBANIS CU'L SAVOR ".(4) Nel documento, datato Cividale 1738, viene ricordato il vino ed i dolci dell'epoca tra cui appunto la Gubana: " moscato, buzzolai, savoiardi, bovolini, polacchine, gubane..." (5)

                        Produzione
                        Fino a 25 anni fa la Gubana veniva preparata esclusivamente in casa. Il sig. Laurencig, vecchio fornaio di Savogna, in una intervista riferiva che " Per la precisione la nostra ditta fino al 1970 produceva solo pane. Le Gubane venivano cotte in determinate occasioni e solo per conto delle famiglie ".(6) Nel 1960 il forno di Tiglio (Pulfero) aveva però già iniziato, anche se in maniera discontinua, la produzione e la vendita di Gubane a terzi. Tale attività fu ripresa a Loch, Scrutto, Clodig. Nel 1965 per la Festa dei Santi Patroni Pietro e Paolo, il 29 giugno si tenne a S. Pietro al Natisone il 1° Concorso della Gubana. La Gubana esce così dall'ambito familiare, ove veniva prodotta e consumata, per raggiungere progressivamente grazie ad una produzione artigianale, un vasto pubblico in Italia ed all'estero. Nel 1973 fu fondato il "Consorzio per la tutela della Gubana delle Valli del Natisone" al quale partecipavano la più parte dei produttori aventi sede nei seguenti comuni: S. Pietro al Natisone, Pulfero, S. Leonardo, Savogna, Grimacco, Drenchia e Stregna. In seguito con il sorgere di ditte produttrici, anche nella zona di Cividale, fu fondato nel 1983 un secondo consorzio, denominato "Consorzio zona d'origine della Gubana tipica di Cividale - Valli del Natisone". Per favorire la valorizzazione e lo sviluppo economico e sociale delle Valli del Natisone, delle quali la Gubana costituisce tradizionalmente una delle espressioni culturali più genuine, nel 1990 i due consorzi si sono riuniti dando vita al " Consorzio per la tutela del marchio Gubana " che si prefigge fra gli altri lo scopo di ottenere la denominazione di origine della Gubana. Infatti, la Gubana, al di là di una indiscutibile realtà storico-culturale rappresenta anche una voce rilevante dell'economia Valligiana, e può essere il veicolo per porre rimedio al depauperamento demografico che tutt'oggi continua, in dipendenza anche della non fortunata posizione geografica. Le Valli del Natisone sono caratterizzate da una orografia prevalentemente montuosa con cime non molto elevate e pochi spazi pianeggianti in alta quota utilizzabili durante la stagione estiva per il pascolo. Il clima è temperato, con precipitazioni atmosferiche elevate che potrebbe favorire la coltivazione della frutta specifica per la Gubana. L'agricoltura è frazionata in piccoli appezzamenti ed il turismo è tutto da sviluppare. A causa dell'orografia del territorio, le iniziative industriali sono sorte fuori dalle Valli, costringendo la popolazione (che oggi è scesa a soli 8.000 abitanti) ad un pendolarismo che dopo un certo periodo si trasforma in esodo. Anche per tale motivo si richiede la salvaguardia delle poche iniziative autenticamente locali, tra cui appunto le aziende dolciarie, la cui specialità è costituita dalla Gubana. Una concorrenza avviata da aziende industriali poste fuori dal territorio, che, beneficiando dell'ormai acquisita notorietà della Gubana, sarebbe deleteria sia per la cultura per l'economia delle Valli. E' quindi opportuno delimitare con chiarezza la zona di produzione tipica in quanto depositaria di quei valori tradizionali che costituiscono base culturale comune. Tale zona comprende il Comune di DRENCHIA, di GRIMACCO, di PULFERO, di SAN LEONARO, di SAN PIETRO AL NATISONE, di SAVOGNA, di STREGNA, di TORREANO, anche se limitatamente al territorio delimitato a Nord dalla strada Faedis-Masarolis-Canalutto; ad Est dalla mulattiera che collega Costa con la strada che da Spignon porta a Cividale, di CIVIDALE DEL FRIULI, limitatamente al territorio delimitato a Nord dalla strada mulattiera che congiunge il Castello di Cividale con la strada militare che porta a Spignon, e dalla strada che dal Castello porta alla stazione ferroviaria di Cividale lungo la statale 54; a Ovest dal fiume Natisone fino al Ponte di A. Quirino; di PREPOTTO, limitatamente al territorio delimitato a Nord-Est dalla strada che dal bivio di Jainich porta ad Oborza e Podresca e la città di CIVIDALE DEL FRIULI, limitatamente al territorio delimitato a Nord dal Viale Duca degli Abruzzi, Via Fiore dei Liberi e fino al Natisone; a Ovest dal fiume Natisone fino al Ponte di S. Quirino.

                        LA GUBANA: ingredienti e metodo di preparazione
                        La Gubana era un dolce riservato alle grandi occasioni in quanto costoso per la ricchezza degli ingredienti. E' una pasta dolce lievitata con un ripieno di circa pari peso. Gli ingredienti fondamentali sono: farina di grano tenero; zucchero, uva passa, uova fresche; burro, olio di semi vegetali qualificati; noci, nocciole intere; lievito di birra; pinoli; sale. La ricetta può essere arricchita utilizzando frutta candita; rhum Bagna, grappa, marsala, brandy, chermes; miele; latte o latte in polvere; vanillina, bacca di vaniglia; infuso di bacca di vaniglia; monodigliceridi degli acidi grassi alimentari; lecitina di soia; amaretti; biscotti; margarina vegetale. La Gubana è caratterizzata inoltre per la sua antica forma particolare, dovuta all'avvolgimento a chiocciola, e per il colore. La pasta distesa, lievitata a riporto, avvolge diagonalmente il ripieno e poi è avvolta su se stessa a chiocciola chiusa. Tale semiprodotto è lasciato ri-lievitare fino al raggiungimento del volume classico, indi è posto in forno ove si completano le caratteristiche organolettiche. La cottura avviene a temperatura moderata per circa un'ora. La fase di ri-lievitazione è fondamentale per la riuscita del prodotto. Le caratteristiche determinanti della pasta lievitata sono la sua elasticità e sofficità, la capacità di sostenere e sollevare il rilevante peso del ripieno. Il procedimento era un geloso segreto che si tramandavano le donne delle Valli. Per aversi armonia di valori ed eccellenza di risultato, il peso ottimale della Gubana è all'intorno di 850 - 1000 grammi.

                        Conclusioni
                        La Gubana è un dolce tipico originario delle Valli del Natisone. I documenti storici da sempre confermano tale tipicità. Nelle Valli sussiste ancora l'antica usanza di confezionare in proprio la Gubana in occasione delle principali ricorrenze e festività locali. La Gubana è quindi un patrimonio di grande rilevanza culturale per le genti delle Valli. La qualità, gli ingredienti caratteristici ed i metodi di lavorazione sono un antico, rilevante e radicato patrimonio culturale degli abitanti di questo territorio. La possibilità che l'uso del nome Gubana, venga ammesso per un dolce similare altrove prodotto, sarebbe quindi una concessione ingiusta ed ingiustificata di valenza punitiva per queste genti.

                        Attività Produttiva
                        L'attuale attività produttiva, prevalentemente artigiana, impiega attualmente una quarantina di addetti diretti più l'indotto. La gran parte delle aziende produttrici, attualmente otto unità, è a carattere familiare e occupa mediamente tre o quattro persone. L'unica Azienda, che per la lungimiranza dei titolari, ha raggiunto una dimensione di artigianato-organizzato è la Ditta Vogrig, che occupa circa una quindicina di persone ed è la maggiore realtà produttiva del settore. Il fatturato complessivo del comparto si aggira intorno alla decina di miliardi ma soprattutto nelle più competitive, è forte la voglia di crescere. Si punta all'allargamento nel mercato italiano e a far sviluppare l'esigua quota d'esportazione del prodotto. Prima in regione, la Vogrig ha raggiunto la certificazione UNI EN ISO 9002 dimostrando le capacità del comparto nell'adeguarsi al mercato e confermando la volontà d'affermazione. Il Sig. Lucio Vogrig attuale Presidente del Consorzio per la tutela del Marchio Gubana mantenendo fede alla produzione tradizionalmente artigiana della Gubana e rispettandone la genuinità degli ingredienti è impegnato in una costante e incisiva penetrazione nel Mercato a livello nazionale promovendo anche in proprio La Gubana in fiere e iniziative internazionali."

                        è tratta dal sito
                        www.gubana.it

                        [img]graemlins/E20.gif[/img] oni

                        [ 12-12-2002, 16:23: Messaggio modificato da: Emaga ]
                        The Lella - Lelloski

                        Commenta


                        • #13
                          Grazie Vippi ho salvato e ... rimandato.
                          Hai ragione è un dolce che vuole un po di tempo di preparazione e adesso non ne ho.
                          Ma quando termino...........
                          E grazie a Lella per la scheda

                          Commenta


                          • #14
                            Ogni promessa e un debito!
                            Anche se ad occhio mi sembra molto simile a quella data da Vippi:
                            GUBANA

                            Per la pasta

                            10 gr di lievito di birra
                            50 gr di latte
                            4 tuorli
                            1 albume
                            75 gr diu zucchero
                            40 gr di burro
                            1 cucchiaio di rum
                            1 limone
                            farina

                            Per il ripieno:
                            250 gr di noci tritate
                            50 gr di mandorle tritate
                            50 gr di pinoli tritati grossolanamente e passati in padella
                            30 gr di uvetta tritati finemente
                            2 fichi secchi tritati finemente
                            2 prugne secche tritate finemente
                            50 gr di zucchero 30 gr di burro
                            25 gr di grappa

                            Con 10 gr di lievito sciolto in 50 gr di latte e con la farina necessaria, si farà una pastella e la si metterà a lievitare in un luogo tiepido lontano da correnti d’aria.
                            In una terrina intiepidita si metteranno: 4 tuorli, 1 albume, 75 gr di zucchero 40 gr di burro sciolto, 1 cucchiaio di rum, la buccia grattugiata del limone e 1 cucchiaino di sale e si mescolerà aggiungendo a questo il 1° lievito già fermentato e piano si aggiungerà la farina, tanta quanta basterà per avere un impasto morbido. Coprire e mettere a lievitare.
                            Tutti gli ingredienti per il ripieno vanno mescolati assieme aggiungendo 1 puntina di coltello di noce moscata e cannella e tralasciando il burro che andrà messo poi.
                            Stendere la sfoglia sottile (2-3 mm) cospargerla con il ripieno che non deve essere molto fisso, spezzettare il burro e metterlo sopra, arrotolare e chiudere a chiocciola.
                            Mettere in uno stampo e far lievitare un po’; al momento di infornare, spennellare con un uovo rimescolato con 2 cucchiani di zucchero e mettere in forno a 220°, successivamente abbassare a 180° per 45- 50 minuti.
                            Deve diventare di un bel colore bronzo dorato, se si colora coprire con carta da forno.

                            Per gli amanti del geenre metto anche la ricetta della Putizza, simile alla gubana, ma secondo me più buona (sarà perchè sono fedele alle mie tradizioni? [img]smile.gif[/img]

                            PUTIZZA

                            Per la pasta:
                            500 gr di farina
                            150 gr di zucchero
                            30 gr di burro leggermente sciolto
                            30 gr di olio di semi
                            1 uovo intero
                            2 tuorli
                            1 bicchierino di rum
                            80 gr di acqua tiepida
                            35 gr di lievito
                            10 gr di sale
                            1 limone
                            1 arancio

                            Per il ripieno si può preparare l’impasto per il ripieno anche il giorno prima
                            150 gr di noci
                            100 gr di mandorle
                            50 gr di nocciole
                            20 gr di pinoli
                            200 gr di uvetta sultanina ammollata il giorno prima nella grappa
                            1 limone scorza
                            1 arancio scorza
                            3 cucchiai di rum
                            25 gr di cioccolato grattugiato
                            ½ cucchiaio di miele
                            ½ cucchiaio di marmellata neutra sci0lta assieme (albicocche)
                            100 gr di zucchero
                            1 tuorlo
                            3 albumi

                            Mettere tutti gli ingredienti in una terrina e lascialri per qualche ora, al momento di farcire aggiungere il tuorlo e i tre albumi montati a neve ferma. Per tritare la frutta secca mettere nel mixer lo zucchero e poi la frutta.
                            In un recipiente dai bordi alti versare 100 gr di farina il lievito, un cucchiaio di zucchero e 80 gr di acqua tiepida, fare una pastella e lasciar lievitare in un luogo tiepido.
                            Nel frattempo setacciare la rimanente farina sulla spianatoia, far una fontana al centro e versare un uovo, due tuorli, il rimanente zucchero, il rum, la buccia degli agrumi grattata, l’olio e il burro fuso rimescolare tra loro questi ingredienti senza amalgamarvi la farina e all’esterno della fontana spargere il sale; a questo punto aggiungere la pastella lievitata ed incominciare a lavorare il tutto finchè si avrà un impasto relativamente morbido.
                            A questo punto si metterà l’impasto in una capace terrina e ben coperto lo si metterà a lievitare per 1 ora circa, dovrà quasi raddoppiare.
                            Ora stendete col mattarello in una sfoglia di 3 4 mm versare al centro il ripieno e con la spatola larga spalmare a rettangolo, arrotolarlo ben stretto e mettere il dolce a chiocciola in uno stampo dai bordi altini con il fondo coperto da carta imburrata.
                            Far lievitare per circa 1/2 ora pennellare con un uovo intero e infornare, il forno dovrà essere già caldo a 220° gradi e appena infornato (dopo 10 minuti)abbassare a 180° per 35 minuti.Quando inizierà a prendere un bel colore bronzo chiaro copritelo con carta da forno bagnata e continuare la cottura fino a 50 55 minuti totali
                            Grazy
                            ...Autogestire la propria creatività, senza intermediari, senza volontà eccelse e onnipotenti che decidono al posto tuo, poco a poco ti rivela la necessità di autogestire il tuo stesso destino. (S. Agosti)
                            Ingiuriare i mascalzoni è cosa nobile, perché, a ben vedere significa onorare gli onesti! (Aristofane)

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                            • #15
                              Grazie Graziana

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