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  • Biscotti Angelina

    Spesso vi ho detto che mia madre era una frana in cucina, non le piaceva e non faceva nessuno sforzo per migliorare (fa nulla, anzi meglio così, la fame mi ha spinta a mettermi presto ai fornelli, così qualcosa ho imparato). Credo però di non avervi mai raccontato che la triste cucina della mia infanzia era ampiamente compensata dalla signora che abitava all'appartamento del piano di sotto. Dolcissima nell'aspetto e dolcissima nei modi (a parte quando si scatenava in dialetto brindisino con i tre figli, che manco capivo) adorava cucinare. Originaria di Fasano, penso impastasse tutti i giorni: orecchiette, focacce, panzerotti (indimenticabili quelli ripieni di cipolle e olive). E poi tanto tanto pesce. Era molto amica di mia madre, sono cresciuta anche in casa sua, e ora mi rendo conto che dovessi farle un po' pena, perché ogni volta che preparava qualcosa di speciale metteva sempre da parte una porzione per me. E qui viene il ricordo più bello, quello per cui ho aperto questo topic. Se non aveva tempo di salire a portarmi l'agognato piattino e non c'era nessuno in casa che potesse farlo al posto suo, si armava di scopa e con il bastone "bussava" al soffitto della cucina! Io riconoscevo il codice e mi precipitavo giù per le scale! Anche senza smartphone i messaggi si mandavano eccome!
    Faceva pochissimi dolci, semplicissimi, fra cui questi che vedete in foto. Una finta (molto finta) frolla all'olio ripiena di confettura, rigorosamente fatta da lei con la frutta dei terreni della sua famiglia. Anche l'olio era fatto con le loro olive, impensabile usare qualcos'altro anche nei dolci!
    In una ciotola mettete 500g di farina, 200g di zucchero, 2 uova, 120g di olio (io faccio metà semi di girasole e metà extravergine delicato), una bustina di lievito per dolci, un pizzico di sale e una generosa grattata di scorza di limone. Amalgamate il tutto e se trovate difficoltà a formare un panetto omogeneo aggiungete pochissimo latte (un cucchiaio per volta): è un impasto morbido e leggermente appiccicoso, niente a che vedere con la frolla! Fatto il panetto dividetelo in quattro e stendete ogni pezzo con il mattarello sopra un foglio di cartaforno, in modo da ottenere un rettangolo alto 7-8mm. Ricoprite con cofettura a piacere (lasciando un buon margine dai bordi) e con l'aiuto della cartaforno arrotolate (senza stringere molto) e pressate le estremità per sigillarle. Cospargete i rotoli con zucchero semolato e infornate in forno caldo a 175° per 30-35 minuti. Non abbiate fretta, devono diventare ben dorati o il rischio è che l'impasto all'interno non cuocia bene. Affettarli quando sono perfettamente freddi, si conservano bene per diversi giorni. Lei li chiamva biscotti, ma il lievito li rende molto soffici, quasi morbidi, per niente "frollosi".

    Foto0427.jpg
    "Non si preoccupi madame, ci sarà cibo a sufficienza." da Il pranzo di Babette.

  • #2
    Ora Angelina(immagino sia il suo nome...)è qui con noi a Coquinaria.
    E quando farò questi dolcetti penserò al suo cuore buono e gentile e alle sue mani infaticabili...
    La vecchiaia non è poi così male quando consideri le alternative...

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    • #3
      E' molto bello che oggi sia tu a preparare i suoi biscotti
      Non fare agli altri quello che vorresti fosse fatto a te, i loro gusti potrebbero essere diversi.
      George Bernard Shaw

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      • #4
        Questi li faccio. Provo con una farina senza glutine e vediamo che succede.
        Secondo me verranno buoni. Non è possibile altrimenti vista la storia che c'è dietro. Oltretutto sono pure senza lattosio.
        Grazie Nespola!

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        • #5
          Pubblicato originariamente da Franca B Visualizza il messaggio
          Ora Angelina(immagino sia il suo nome...)è qui con noi a Coquinaria.
          E quando farò questi dolcetti penserò al suo cuore buono e gentile e alle sue mani infaticabili...
          Non sono riuscita a risponderti subito perché per un attimo mi hai fatto commuovere: era proprio questo il mio intento, ringraziare una signora che non c'è più da tanti anni e che sono certa mi volesse un gran bene. Questi biscotti sono davvero semplici, l'ideale per una colazione o una merenda quotidiana (anche se la qualità della confettura fa davvero la differenza) ma ancora oggi quando li mangio... altro che Proust!
          "Non si preoccupi madame, ci sarà cibo a sufficienza." da Il pranzo di Babette.

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          • #6
            Che belli che sono, li farò
            ...fatti non foste a viver come bruti...

            http://www.emanuelepolverelli.it/Sit...Benvenuto.html

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            • #7
              Mi piacciono, li farò anch'io. Il tam tam con la scopa lo facevamo anche noi con l'Ava
              "...nella vita non è importante per quanto tempo saremo insieme, quello che succederà in futuro, i progetti che non potremo condividere.. l'importante è esserci incontrati.. è questo l'importante"
              Il mio blog: Tentazioni di gusto

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              • #8
                Grazie Nespola. Per questa bella storia e per i biscotti, che farò anch'io.

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                • #9
                  Pubblicato originariamente da Bruna Cipriani Visualizza il messaggio
                  Il tam tam con la scopa lo facevamo anche noi con l'Ava
                  Alcuni anni fa la signora cedette l'appartamento a uno dei figli che si doveva sposare, così partirono i lavori di ristrutturazione e uno degli operai a un certo punto chiese: "Ma che sono tutti 'sti cerchietti sul soffitto della cucina???"
                  Un altro vantaggio di questi biscotti è che si fanno in un attimo, davvero, basta mescolare e l'impasto è pronto.
                  "Non si preoccupi madame, ci sarà cibo a sufficienza." da Il pranzo di Babette.

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                  • #10
                    che bello!! non ricorda un po' il bensone?? mi piacciono da matti i dolci di casa, sanno di buono
                    I vostri figli non sono vostri. Sono i figli e le figlie del desiderio che la vita ha di se stessa. Essi vengono attraverso di voi, ma non da voi. E, benchè vivano con voi, ciò non di meno non vi appartengono.

                    La Tavola di Rita

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                    • #11
                      Fatto. Senza glutine. Messo troppo latte e da furbona ho messo la parte con la fine in alto. Inutile dire che si è aperto Un macello.
                      Ma è buonissimo. Quindi riproveremo a molto breve. Grazie Angiolina..

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                      • #12
                        Pubblicato originariamente da Rossanina Visualizza il messaggio
                        Fatto. Senza glutine. Messo troppo latte e da furbona ho messo la parte con la fine in alto. Inutile dire che si è aperto Un macello.
                        Ma è buonissimo. Quindi riproveremo a molto breve. Grazie Angiolina..
                        Cavoli Ross, mi spiace, stavo per scriverlo e mi sono dimenticata: se scappa un po' di latte in più basta aggiungere un soffio di farina, si riprende subito e non altera il risultato finale. E sì, la chiusura va sotto, l'ho dato per scontato
                        Il bensone emiliano non l'ho mai assaggiato, ma rispetto alla ciambella romagnola questo resta più morbido per via dell'olio.
                        "Non si preoccupi madame, ci sarà cibo a sufficienza." da Il pranzo di Babette.

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                        • #13
                          Ma sono io che sono scema, il fatto che venendo morbido (troppo ) l'ho lasciato incartato in forno e non ho visto che la giunta era rimasta sopra.
                          Colpa mia, ma rifaremo... appena finito questo disastro...
                          E' davvero buono anche in versione senza glutine.

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                          • #14
                            Devono essere ottimi, grazie per averli condivisi.
                            Patrizia

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                            • #15
                              Grazie per la condivisione e per il ricordo, mi hai fatto commuovere perché mi hai fatto pensare a mia madre. Anche lei, come la tua vicina, impastava praticamente tutti i giorni, e la cucina era il suo modo per dimostrare amore. Ogni volta che faceva qualcosa di speciale, faceva partire me o i miei fratelli con i piattini per le vicine. Anche la fissa dell'olio, nostro, in tutto , anche nei dolci, è una cosa che mi risulta familiare

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