di Rossanina

LE FARINE IN CUCINA: Introduzione

 

© Nicola Impallomeni

Qualche  giorno fa ero al negozio di prodotti bio dove mi servo e mi sono soffermata ad osservare lo scaffale  delle farine.

Un tripudio di colori, etichette nomi. 

A parte quelle “standard” di grano tenero (00, 0, 2, integrale) si passava dalle semole alle più diverse tipologie di farina di mais, di riso, di castagne, di ceci, di grano saraceno, quinoa, segale, amaranto, avena, orzo, faro, teff… e chi più ne ha più ne metta. Un mondo intero, popolato da polveri di cereali, legumi, frutta… 

Le etichette variavano dall'”integrale” al “senza glutine”, indicazioni per farsi strada in un mondo pieno di peculiarità.

Ed è stato pensando a quanto siano diverse queste farine che ho deciso di parlarne un po’, con l’aiuto di esperti, sia del processo produttivo che di aspetti particolari, quali quello dell’assenza del glutine in alcune di loro, aspetto fondamentale per chi soffre di intolleranza a questa proteina complessa.

Ogni tipologia di farina ha infatti delle caratteristiche specifiche che la rendono più adatta a certe preparazioni rispetto ad altre, alcune hanno una buona conservabilità mentre altre si deteriorano in fretta… ed è per questo che è nata l’idea di fare diverse schede, per illustrate le diverse peculiarità e gli utilizzi più adatti.

Nelle singole schede delle farine tratteremo anche quelle naturalmente senza glutineE’ importante notare come noi ne parleremo non legandole esclusivamente ad una alimentazione per intolleranti al glutine, ma ad un’alimentazione universale, perché senza glutine non vuol dire senza gusto! E’ peraltro IMPLICITO che chi soffre di intolleranza debba acquistare SOLO FARINE CERTIFICATE per evitare prodotti che possano aver subito contaminazioni crociate durante la produzione.