di Rossanina

Le Bec, Cucina bruta, Guido Tommasi Editore

Il meglio della semplicità.

La copertina (oh, che ci volete fare, a me la prima cosa di un libro che mi colpisce è il titolo, subioto dopo la copertina…) è “drammatica” come il titolo.
Su una tartina sottilissima spalmata di burro e coperta di lamelle di tartufo nero, sta un uovo (ovviamente il guscio, per ragioni igieniche, non appoggia direttamente sulla tartina, ma su un piccolo “vassoietto”) alla coque, leggermente fuori fuoco, condito credo con pepe (o forse ancora del tartufo nero..).

Il libro è opera di Nicholas Le Bec, cuoco famoso ormai ovunque, proprio per la sua cucina “bruta” fatta di ottimi ingredienti, poco elaborati, per evitare di perdere il piacere della loro bontà.
Un libro di ricette, indubbiamente, ma forse di più un libro di “cultura”, un libro dal rispetto quasi religioso per la materia prima, che è la protagonista indiscussa di queste preparazioni, che a volte si fa davvero fatica a definire ricette.
Insomma, non è un libro per chi vuole ricette di vita quotidiana, è un libro per chi ama e rispetta la cucina, per chi, quando è ai fornelli, si sente un po’ un sacerdote di questa arte così delicata e al tempo stesso così semplicemente nobile.

E’ stato probabilmente il libro più bello da tradurre, quello che mi ha arricchito in maggior misura. Quello che mi ha fatto scoprire prodotti che non conoscevo, che mi ha insegnato a capire la differenza tra un peperoncino di Espelette ed un altro qualsiasi peperoncino, che mi ha fatto scoprire l’esistenza di un formaggio erborinato (il bleu de Termignon) in cui le muffe vengono da sole, senza aggiunta, grazie alle particolari erbe di cui si nutrono gli animali al pascolo…

I capitoli si intitolano l’impero del sale, l’odore del fumo, il gusto della cenere, dolce brace, la forza delle uova di pesce, la dolcezza del fegato… . E con questo credo di aver detto tutto.

Insomma, un gran bel libro.

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