di Rossanina

Leggere le etichette: l’indicazione della scadenza

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Uno dei parametri indispensabili nella compilazione delle etichette è l’indicazione dei termini minimi di conservazione o date di scadenza.

Gli alimenti infatti sono sottoposti ad un naturale deterioramento che può portarli a perdere parte delle caratteristiche organolettiche fino a divenire tossici se consumati.

Se un prodotto con il trascorrere del tempo non diviene tossico, ma semplicemente si deteriora perdendo caratteristiche qualitiative ma rimanendo peraltro commestibile, sulla confezione sarà indicata la data entro la quale sarebbe preferibile utilizzarlo sotto forma di  “Da consumarsi preferibilmente entro (la fine di)…” . Si tratta di solito di prodotti quali pasta, biscotti secchi, spezie..

Nel caso in cui invece il prodotto consumato oltre una certa data possa essere fonte di pericolo, la data diventa una indicazione  di divieto e nel tal caso la scritta diverrà il tassativo “Da consumarsi entro”. Questa regola si applica ai prodotti che possono divenire nocivi, come latticini, affettati etc. con data espressa con (nell’ordine) giorno/mese/anno.

Nelle etichette dei

  • prodotti conservabili per meno di tre mesi (latte fresco, latticini, uova…) si può omettere l’anno di scadenza, riportando solo giorno/mese;
  • prodotti conservabili per un periodo  fra 3 e 18 mesi (prodotti da forno, formaggi confezionati, salse…) si può omettere il giorno di scadenza, riportando perciò solo mese/anno;
  • prodotti conservabili per più di 18 mesi (pelati, tonno in scatola…) può essere indicato solo l’anno di scadenza.

 

E’ ovvio che i termini di scadenza si applicano ad un prodotto perfettamente conservato in base anche a quanto indicato in etichetta.

Vi sono però alcuni prodotti per i quali la legge non prevede indicazione del termine di scadenza:

  • prodotti ortofrutticoli freschi;
  • vini (vini tout court, liquorosi, spumanti, frizzanti, aromatizzati) e prodotti simili ottenuti da frutti diversi dall’uva (come ad esempio i sidri);
  • bevande con contenuto alcolico pari o superiore al 10% in volume;
  • qualsiasi tipo di bevanda (alcolica o analcolica) destinata alle collettività e venduta in contenitori della capacità di oltre 5 litri;
  • prodotti da fornopanetteria e pasticceria che sono comunque destinati, per loro natura, ad essere consumati entro il giorno successivo;
  • aceti;
  • sale da cucina;
  • zuccheri (allo stato solido);
  • prodotti di confetteria (pastiglie, caramelle…), i cui ingredienti sono quasi esclusivamente rappresentati da zuccheri ed aromi;
  • chewing gum e simili;
  • gelati industriali monodose, ovvero confezionati singolarmente.