Mi viene da piangere, ho una commozione che mi prende dallo stomaco. Questo, in genovese, si traduce con "me vegne o magòn".
Siamo nel 205 a.c. epoca della seconda guerra punica, in pieno territorio ligure, a Savo oppidum alpinum, l'odierna Savona.
Il generale Magone, fratello minore di Annibale, sta tornando nella sua base sul Priamar, dopo il raid che ha portato alla distruzione di Genova, alla deportazione dei suoi abitanti, e alla uccisione di molti uomini in città .
Genova, alleata dei Romani, Savona di Cartagine, un lungo diverbio che sarebbe durato nei millenni a venire.
Si dice, che nel bottino di guerra, ci fosse anche uno strano intruglio, fatto di farina di ceci, olio e acqua. Il composto veniva fatto cuocere sui fuochi di campo, dentro ai grandi scudi metallici dei soldati.
Nasceva così la farinata, un'origine di guerre e sangue, un'origine da "magone", appunto.
Questa è solo una storia, la farinata è stata fatta "nascere" in varie occasioni, in varie parti d'Italia.
Chi la vuole all'epoca dei romani, chi a quella delle guerre con Pisa, chi invece, alle invasioni saracene.
Di certo c'è che è un piatto in realtà diffusissimo, anche se con leggere varianti, in cottura, spessore e bilanciamento degli ingredienti. Cecina in Toscana, Bel'e calda in Piemonte, Socca a Nizza, sono diversi modi di chiamare lo stesso composto.
Ma il consumo dei ceci è antichissimo: fenici, greci, egizi e poi romani diffusero questo legume in tutto il mondo antico. Dalla farina di ceci si ottengono anche altri piatti tradizionali, sparsi un po' per tutto lo
stivale (e fuori da esso ovviamente), tale per cui non credo sarà mai possibile stabilire definitivamente quando la "farinata" sia stata inventata (e da chi).
Oggi, abbiamo una buona codifica dei vari tipi di farinate che si producono nel nordovest d'Italia, dalla Toscana al Piemonte passando, in particolare, per la Liguria.
Come la facciamo dalle nostre parti:
Ingredienti:
fuoco a legna
testo di rame
ecco, senza questi due "ingredienti" qui sopra, già non è la stessa cosa
poi ci serve:
300 g di farina di ceci
1 litro d'acqua
1 bicchiere d'olio
sale
pepe
Lavorazione:
stemperare in acqua tiepida la farina rimestando accuratamente con una frusta o un cucchiaio di legno.
Salare leggermente.
Continuare a mescolare onde evitare grumi. Il composto così ottenuto deve risultare abbastanza liquido.
Lasciare riposare per 4-5 ore. Quindi raccogliere con un cucchiaio l'eventuale schiuma che si può formare in superficie e, se necessario, passare al colino per eliminare i grumi che si possono essere formati.
Versare la pastella in una teglia di rame stagnato larga circa 50 cm, (quelle professionali possono raggiungere i 150 cm) ed alta non più di tre cm, in cui si è versato un po' d'olio.
Mescolare ancora per unire gli ingredienti ed infornare per 10 - 15 minuti.
Ã? importante che il livello del composto sia uniforme nella teglia onde evitare ispessimenti che comprometterebbero il risultato. Il calore del forno a legna sarà sufficiente a rendere velocemente croccante e dorata la farinata.
Si può cuocere anche nel forno a gas o meglio elettrico ad alta temperatura, ottenendo discreti risultati. Ho detto discreti.
La farinata si mangia bella bollente, insaporita con pepe nero macinato.
Esistono diverse varianti, soprattutto nel ponente ligure, aggiungendo all'impasto base: rosmarino, borragine, carciofi, funghi, gorgonzola, cipollotti e bianchetti infarinati. Questi ingredienti vanno aggiunti dopo aver mescolato l'olio, subito prima di infornare.
Curiosità :
per quanto riguarda il termine magone, che non è solo genovese ma che si riscontra in vari dialetti su e giù per lo stivale, un'altra spiegazione potrebbe essere quella "contadina":
per indicare uno stato di depressione o malinconia, spesso si dice di avere il magone. E' un'espressione che deriva dal longobardo "mago", che significa stomaco. Il mal di stomaco, per estensione è anche diventato anche un malessere psicologico.
Più nello specifico, è una sensazione che si prova quando si sta soffrendo uno stato d'ansia o agitazione, in cui si sente un sensazione netta che ha origine nello stomaco e si trasmette attraverso l'esofago e raggiunge tutte le cavità della testa.
Siamo nel 205 a.c. epoca della seconda guerra punica, in pieno territorio ligure, a Savo oppidum alpinum, l'odierna Savona.
Il generale Magone, fratello minore di Annibale, sta tornando nella sua base sul Priamar, dopo il raid che ha portato alla distruzione di Genova, alla deportazione dei suoi abitanti, e alla uccisione di molti uomini in città .
Genova, alleata dei Romani, Savona di Cartagine, un lungo diverbio che sarebbe durato nei millenni a venire.
Si dice, che nel bottino di guerra, ci fosse anche uno strano intruglio, fatto di farina di ceci, olio e acqua. Il composto veniva fatto cuocere sui fuochi di campo, dentro ai grandi scudi metallici dei soldati.
Nasceva così la farinata, un'origine di guerre e sangue, un'origine da "magone", appunto.
Questa è solo una storia, la farinata è stata fatta "nascere" in varie occasioni, in varie parti d'Italia.
Chi la vuole all'epoca dei romani, chi a quella delle guerre con Pisa, chi invece, alle invasioni saracene.
Di certo c'è che è un piatto in realtà diffusissimo, anche se con leggere varianti, in cottura, spessore e bilanciamento degli ingredienti. Cecina in Toscana, Bel'e calda in Piemonte, Socca a Nizza, sono diversi modi di chiamare lo stesso composto.
Ma il consumo dei ceci è antichissimo: fenici, greci, egizi e poi romani diffusero questo legume in tutto il mondo antico. Dalla farina di ceci si ottengono anche altri piatti tradizionali, sparsi un po' per tutto lo
stivale (e fuori da esso ovviamente), tale per cui non credo sarà mai possibile stabilire definitivamente quando la "farinata" sia stata inventata (e da chi).
Oggi, abbiamo una buona codifica dei vari tipi di farinate che si producono nel nordovest d'Italia, dalla Toscana al Piemonte passando, in particolare, per la Liguria.
Come la facciamo dalle nostre parti:
Ingredienti:
fuoco a legna
testo di rame
ecco, senza questi due "ingredienti" qui sopra, già non è la stessa cosa
poi ci serve:
300 g di farina di ceci
1 litro d'acqua
1 bicchiere d'olio
sale
pepe
Lavorazione:
stemperare in acqua tiepida la farina rimestando accuratamente con una frusta o un cucchiaio di legno.
Salare leggermente.
Continuare a mescolare onde evitare grumi. Il composto così ottenuto deve risultare abbastanza liquido.
Lasciare riposare per 4-5 ore. Quindi raccogliere con un cucchiaio l'eventuale schiuma che si può formare in superficie e, se necessario, passare al colino per eliminare i grumi che si possono essere formati.
Versare la pastella in una teglia di rame stagnato larga circa 50 cm, (quelle professionali possono raggiungere i 150 cm) ed alta non più di tre cm, in cui si è versato un po' d'olio.
Mescolare ancora per unire gli ingredienti ed infornare per 10 - 15 minuti.
Ã? importante che il livello del composto sia uniforme nella teglia onde evitare ispessimenti che comprometterebbero il risultato. Il calore del forno a legna sarà sufficiente a rendere velocemente croccante e dorata la farinata.
Si può cuocere anche nel forno a gas o meglio elettrico ad alta temperatura, ottenendo discreti risultati. Ho detto discreti.
La farinata si mangia bella bollente, insaporita con pepe nero macinato.
Esistono diverse varianti, soprattutto nel ponente ligure, aggiungendo all'impasto base: rosmarino, borragine, carciofi, funghi, gorgonzola, cipollotti e bianchetti infarinati. Questi ingredienti vanno aggiunti dopo aver mescolato l'olio, subito prima di infornare.
Curiosità :
per quanto riguarda il termine magone, che non è solo genovese ma che si riscontra in vari dialetti su e giù per lo stivale, un'altra spiegazione potrebbe essere quella "contadina":
per indicare uno stato di depressione o malinconia, spesso si dice di avere il magone. E' un'espressione che deriva dal longobardo "mago", che significa stomaco. Il mal di stomaco, per estensione è anche diventato anche un malessere psicologico.
Più nello specifico, è una sensazione che si prova quando si sta soffrendo uno stato d'ansia o agitazione, in cui si sente un sensazione netta che ha origine nello stomaco e si trasmette attraverso l'esofago e raggiunge tutte le cavità della testa.
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