Qualche mese fa,ho avuto la tua stessa idea ,visto che sono curiosa e ho voglia sempre di provare cibi diversi.
L'idea ,confesso, mi è venuta guardando la signora Benedetta Parodi, che ha fatto con il suo ospite questa insalata "svedese".
Aringa tagliata a pezzetti ,patate bollite,,mele verdi,barbabietola rossa a cubetti, uova sode,una spolverata di prezzemolo tritato .
Servire con panna acida. (In più mettevano pure fettine di prosciutto cotto ,che io non ho messo).
Non è stato un grosso successo,confesso,il consorte,dopo averla gentilmente assaggiata, mi ha chiesto se c'era dell'altro.
Io l'ho mangiata ,adoro la barbabietola,ma dirti che era buona ,non mi sento proprio.
Da bambina ,mi raccontavano che, chi aveva poco da mangiare, appendeva l'aringa sopra il tavolo e i componenti della famiglia a turno ci sfregavano le fette di polenta,forse per invogliarmi a mangiare ciò che avevo davanti, senza troppi capricci.
Altro ,non so.
Il cibo e' la forma più primitiva di conforto che io conosca (S.Graham)
-Francesca-
Sotto pesto. La metti, a piccoli pezzetti in una terrina con un pesto di prezzemolo e aglio. Copri con olio e conservi per un paio di giorni.
Che meraviglia. Ci sta buono anche il peperoncino.
Ne potrei mangiare un chilo!!!
La mia mamma la mangiava arrostita sul carbone. Infilzata in un forchettone, arrostita e poi condita con un filo d'olio. Dico mangiava perché una volta ha messo in bocca la forchetta non credo che la mangi più!
Qualche mese fa, ho avuto la tua stessa idea, visto che sono curiosa e ho voglia sempre di provare cibi diversi.
L'idea, confesso, mi è venuta guardando la signora Benedetta Parodi, che ha fatto con il suo ospite questa insalata "svedese".
Aringa tagliata a pezzetti, patate bollite, mele verdi, barbabietola rossa a cubetti, uova sode, una spolverata di prezzemolo tritato.
Servire con panna acida. (In più mettevano pure fettine di prosciutto cotto, che io non ho messo).
Non è stato un grosso successo, confesso, il consorte, dopo averla gentilmente assaggiata, mi ha chiesto se c'era dell'altro.
Io l'ho mangiata, adoro la barbabietola, ma dirti che era buona, non mi sento proprio.
Mi hai fatto cambiare idea in quanto una delle possibilita' (trovate su vecchi post di coqui) e' proprio una sorta di insalata russa.
Anche io avrei omesso il prosciutto che mi sembra una enorme cavolata in questa ricetta ma ometterei anche la barbabietola che non mi piace affatto. Tu non ti senti di dire che era buona, capisco che e' difficile ma potresti analizzare cosa esattamente l'ha resa non buona?
Sotto pesto. La metti, a piccoli pezzetti in una terrina con un pesto di prezzemolo e aglio. Copri con olio e conservi per un paio di giorni.
Che meraviglia. Ci sta buono anche il peperoncino.
Sempre dopo averla ammollata nel latte?
"Non si preoccupi madame, ci sarà cibo a sufficienza." da Il pranzo di Babette.
Voi la cucinate? Interessante, io l'ho sempre vista mangiare cruda, ben dissalata e condita.
Aspe', Nespolina!
L'aringa affumicata si presenta così:
L'aringa sotto sale si presenta invece così:
Avendo avuto un trattamento obbligatorio in freezer a -28° C per almeno 48 ore in un misto di acqua e sale, questa qui sopra è praticamente cruda e si mangia così con cipolla cruda e cetriolini sottaceto (il panino è un optional). (Buonissime, ma senza cipolla per me)
Quella affumicata è praticamente cotta, benché a bassa temperatura. Gli ollandici se la mangiano così, pur nature, sul pane, esattamente come fanno con lo sgombro e l'anguilla affumicata (che ora è proibito pescare e viene dall'alto Nilo...). (Mai mangiate le aringhe affumicate, l'autoctono di casa mia mi propina solo lo sgombro e io prima del divieto mi sono fatta grandi scorpacciate di anguille)
Poi ci sono quelle in barattolo sott'aceto (rolmops), che sono state introdotte dagli ebrei askenaziti, se non sbaglio. E pure quelle sono crude, cotte solo dall'aceto. (Non mi piacciono).
Gianmaria,
porta l'aringa a temperatura ambiente, prova a spinarla per bene e a stracciarla su una fetta di pane abbrustolito, dovrebbe essere buona.
Tieni il bicarbonato a portata di mano
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