X
 
  • Filtro
  • Ora
  • Visualizza
Elimina tutto
nuovi messaggi

  • Il pranzo di natale degli "altri". Proviamo a scoprirne di più?

    Siamo tutti qui a parlare dei pranzi di natale, di cosa cucinare ...
    Ogni anno siamo più numerosi e più siamo più si allargano le opportunità di conoscenza.
    E allora.. sapete cosa ho pensato? (quando lo dicevo alla mia mamma mi rispondeva "pensa poco chè quando pensi mi costi! ").
    Ognuno di noi frequenta numerose persone con realtà diverse da quella che viviamo: perché non provare a chiedere loro dei loro pranzi di Natale?
    Abbiamo genitori e nonni anziani, molti di noi vivono adesso in nazioni diverse da quelle d'origine e hanno modo di confrontarsi con tradizioni nuove. In quei casi si può chiedere agli anziani del luogo, ma anche ai più giovani!
    Siamo sempre più immersi in una società multietnica, con vicini, genitori di bambini che vanno a scuola con i nostri, negozianti, badanti che hanno vissuto natali diversi dai nostri.
    Ma non solo... E che dire di chi conosce un religioso? come si mangia nei conventi il giorno di Natale? E negli istituti per anziani? Conoscete qualcuno che lavora in ospedale e fa il turno? come si organizzano gli infermieri? E chi magari ha un ristorante cosa fa? Magari qualcuno lavora in una mensa della caritas, o cucina nei treni. Cambia il menù in quei giorni?

    Insomma, ognuno di noi potrebbe prendere di riferimento una realtà particolare (e già entra qui in gioco la ricerca di trovare qualcuno dalla realtà unica...) ed intervistare il protagonista, cercando di scoprire più cose possibili, dalle tradizioni, ai luoghi in cui si mangia, ai modi di apprecchiare (se cambiano o meno), ai piccoli riti e anche alle ricette, perché no?
    Il lavoro non è facile, soprattutto richiede di saper ascoltare ed essere curiosi della realtà degli altri.
    Ricordiamoci che è Natale e a volte sentirsi ascoltati ed importanti può rendere speciale la giornata a qualcuno. Ed è così bello scoprire le realtà degli altri che può solo fare del bene. Ci proviamo?


  • #2
    Pubblicato originariamente da Rossanina Visualizza il messaggio
    a volte sentirsi ascoltati ed importanti può rendere speciale la giornata a qualcuno. Ed è così bello scoprire le realtà degli altri che può solo fare del bene. Ci proviamo?

    Sono profondamente convinta di questo e per far ciò non aspetto il Natale. Quando vado a far la spesa attacco sempre bottone con le persone che acquistano qualcosa prima di me e chiedo come lo trattano, come lo cucinano. Non immagini quanto si scopre. Certo, prima o poi mi aspetto anche come risposta un VAFFA, ma finora non è mai successo anzi..quasi quasi non mi lasciano andar via
    http://lacuocabiondatrafornelliebaraonda.blogspot.com/

    teStARDA à®

    Commenta


    • #3
      Io conosco, il natale dei ragazzi della comunità di una delle mie più care amiche. Loro organizzano la festa di natale il 22 dicembre e non vi dico quanto sia commuovente quella serata. Qualsiasi cosa data in dono a sti ragazzi viene considerata come la cosa più preziosa del mondo, e certe cose vissute in prima persona fanno riflettere, e anche tanto.
      Poi il 25 chi è di turno prepara il pranzo, e quel giorno non si guardano nè diete, nè restrizioni, si mangia tutti la stessa cosa. Il pranzo di Natale, come la cena di san Silvestro è sacra. Non sono mai stata con loro quel giorno, e non so cosa si mangi, ma ti dico che cosa cucinano per gli aperitivi,happy hour in occasione diei compleanni dei ragazzi.
      pizze, di tutti i tipi, focacce, ripiene e non, torta salate, cuos cous di pesce, un riso spettacolare con il pollo, che la mia amica colombiana, che mi ha spiegato il procedimento e mi sono spaventata per la lunghezza, poi riso freddo, e tanti, tantissimi dolci, perché i ragazzi ne sono golosissimi. Torte al cioccolato, tiramisù, torte paradiso farcite, torte di mele. Insomma una valanga di calorie
      Forse volevi sapere altro, ma ho voluto raccontarti una cosa alternativa
      Silvia

      Commenta


      • #4
        Che bello silvia!
        Dai, magari quando trovi la tua amica chiedile quali sono i progetti per quest'anno, chi sceglie il menù, che effetto fa il cambiamento ai ragazzi ....

        Commenta


        • #5
          Si, ross, la vedo domenica sera e glielo chiedo.
          Silvia

          Commenta


          • #6
            La cena delle vigilia di Natale nella mia famiglia vikinga e`tradizione mangiare il pinnekjà ¸tt.

            Sono costine di agnellone selvatico, seccate all`aria dell`atlantico e leggermente affumicate che si mettono a bagno 24 ore in anticipo (piu`o meno come si fa per lo stoccafisso) e si cuociono a vapore. Si servono obbligatoriamente con patate bollite, e purea di kà ¸lrabi ( una specie di sedano rapa giallo che da noi non avevo mai visto. In inghilterra si chiama yellow turnip). E ci si beve sopra una akvavit natalizia particolarmente aromatica.Sono molto aromatiche e molto buone.

            Il dolce natalizio per eccellenza e`la kransekake di cui ricordo si era gia`parlato sul forum.

            Commenta


            • #7
              Mickey il natale nei paesi scandinavi mi ha sempre affascinato.
              Me lo immagino particolare, ma forse sbaglio.
              C'è un'attenzione particolare all'apparecchiatura?(io immagino milioni di candele rosse) Ci si riunisce con i familiari o con gli amici? E' importante anche la colazione o solo il pranzo? E dopo il pranzo che si fa? (si vede che sono curiosa?)

              Commenta


              • #8
                Rossanina, per gli ospedali mi è capitato di esserci il giorno di Natale ad assistere persone care..... il panettone c'era e niente altro.... d'altra parte sai, mica si stà a guardare quando ci sono persone che soffrono e a tutto pensano meno che al cibo.

                Per le Caritas o assocciazioni umanitarie sà che viene organizzato un pranzo caldo, con primi, secondi, frutta e panettone... niente di che ma tanto per chi durante l'anno ha poco o nulla.
                Ecco vedi, a me il Natale con la strabordanza di cibo e regali comincia a dare anche un po' di fastidio, lo vedo quasi una piccola follia collettiva di esagerazioni in tutto che poco ha a che fare con la festa religiosa per chi crede e non.

                Per l'estero non sà , non ci son mai stata per il Natale ma in tutta Europa è quasi un obbligo mangiare e spendere in maniera esagerata in questo periodo. Io pensavo di fare un pochino di beneficienza, bimbi piccoli non ne ho più che aspettano Babbo Natale e da un po' di tempo faccio questo nei miei limiti. Lo faceva la mia mamma e io continuo anche se con ritardo rispetto a lei.

                Commenta


                • #9
                  In Venezuela si fa la cena de nochebuena , la sera del 24.
                  Cisono alcuni piatti tipici ,immancabili en la mesa navideà ±a e comuni a tutto il paese, si puo' dire che in generale tutti mangiano le stesse cose:el pernil, cosciotto di maiale al forno, el jamon planchado, prosciutto stirato, una volta si " stirava " con un vero ferro lo zucchero sopra il prosciutto cotto,la ensalada de gallina, una specie di insalata russa con carne di pollo o gallina,el pan de jamon, un pane arroltolato con prosciutto, uvetta, olive,e , soprattutto, las hallacas.
                  Las hallacas hanno origine , si dice,ai tempi della colonia, quando gli schiavi raccoglievano gli avanzi di carne e farina di mais, in foglie di platano a forma di pacchetto. Col tempo si sono arricchite di elementi provenienti dalla madre patria, la Spagna, olive, capperi, uvetta.
                  La preparazione della hallaca richiede tempo e paziena, spesso e'l'occasione per riunire la famiglia per aiutare e in cui ciascuno ha un compito, chi spiana la massa , chi mette il ripieno, chi el adorno, chi avvolge con le foglie e infine chi lega il pacchetto con el pabilo , filo grosso, di cotone.
                  Naturalmente c' e' tutto un lavoro preliminare di cottura della carne, lavaggio delle foglie, preparazione della massa etc, di almeno un giorno prima. Appena preparate si mettono a bollire in un pentolone pieno d' acquaper 40 minuti e ,sgocciolate e fredde, si mettono in frigo dove durano parecchi giorni.
                  Il dolce piu' tipico e' el dulce de lechosa , papaya, in pratica papaya molto acerba cotta in sciroppo con spezie .
                  Le numerose colonie di stranieri hanno influito sulle abitudini venezuelane, i supermercati sono invasi per esempio da panettoni e pandoro, nazionali e importati, le panaderias li fanno adirittura( sulla qualita' ci sarebbe da ridire!)
                  Nella mia famiglia si fa il pranzo del 25, quasi sempre con capelletti in brodo ,ma sono ammesse anche le lasagne, e un arrosto di maiale con prugne etc. E' sempre presente il pan de jamon come omaggio alle nuore venezuelane. Qualche volta abbiamo fatto "pazzie" come una polentata usando come spianatoia una vechia porta ben ripulita.
                  Manuela

                  Commenta


                  • #10
                    nelle residenze per anzieni ci sono menu speciali per ogni festa, si cerca di ricreare un aria casalinga proponendo piatti tipici come tortellini, lasagne, arrosti crostini ecc. certe cose nn tutti le possono mangiare, ma sono tutti allegri perché vedono che arrivano cose diverse, e li ogni cambiamento nella routine quotidiana è accettato con gioia dalla maggior parte degli ospiti.
                    Un anno ho fatto il turno del pomeriggio del 1 gennaio, e per merenda avevano mandato panettone pandoro e spumante... di solito ero piuttosto rigida nel controllo delle diete visto che la responsabilità della salute era mia (come unica infermiera in turno) ma quel giorno ho deciso di dare mezzo bicchiere di spumante a TUTTI ma proprio a TUTTI senza guardare a nessuna limitazione. Nel giro di pochi minuti le voci si sono alzete c'era chi rideva chi addirittura mi dise :se vedi che sto per morire dammelo di nuovo e strarà meglio... fu una bella serata, nessuno stette male (per cosi poco via..) e io la ricordo piacevolmente anche dopo tanto che non lavoro più in residenza... (in ospedale le infermiere non festeggiano, lo fanno a casa purtroppo non c'è tempo se non per un dolcino forse...
                    voglio una vita che non è mai tardi....

                    Commenta


                    • #11
                      a proposito Ross bellissima la battuta della tua mamma, applicabile in toto ai miei figli
                      voglio una vita che non è mai tardi....

                      Commenta


                      • #12
                        In effetti qui il Natale e`molto sentito.

                        Si fa la cena in genere la vigilia, il 24, con la famiglia.E la colazione ( piuttosto un brunch) del giorno di Natale prevede una tavolata di piatti tipici , spesso a base di maiale. Juleribbe ( pancetta di maiale sl forno con crosta croccante), medisterkaker, salsicce di natale, prosciutto speziato, aringhe e pesci affumicati, stufato di cavolo rosso ( buonissimo: marinato con vino rosso e frutti di bosco), purea di piselli secchi..
                        Gia da giorni i negozi sono pieni di decori natalizi stupendi e il primo di dicembre le strade si riempiranno di venditori di pini per fare gli alberi.

                        Sulla piazza del municipio stanno montando i tendoni per il mercatino di Natale e speriamo che , a differenza degli anni scorsi, arrivi la prima neve.

                        Commenta


                        • #13
                          Belle sono le descrizioni dei piatti tradizionali.
                          Io mi vorrei soffermare invece sul "NON" mangiare.
                          Infatti i digiuni totali o parziali caratterizzano il calendario liturgico dei cattolici e le nostre abitudini di alimentazione rituale intrecciano i precetti con le risorse e le culture del territorio.
                          E' interessante notare che la religione cattolica non proibisce in assoluto alcun tipo di cibo, come invece fanno altre grandi religioni monoteiste.
                          I precetti cattolici invece introducono delle proibizioni temporanee.
                          Ed è anche questa una introduzione abbastanza tarda. Non a caso i Farisei rimproveravano i discepoli perché, a loro dire, non praticavano i digiuni rituali ebraici. L'introduzione del "NON" mangiare avviene nei primi secoli di vita del cristianesimo e riguarda soprattutto la carne ed i grassi.
                          L'Italia, centro di diffusione del cristianesimo, era stata invasa dai barbari che portavano una alimentazione prevalentemente carnea, basata sulla abbondanza di animali e di pascoli in tutto il nord, mentre nei paesi mediterranei già l'alimentazione greca e poi quella romana, facevano leva sulle proteine vegetali. Non a caso i simboli stessi del cristianesimo sono di tipo 'vegetale... (il pane, il vino, l'olio ecc.)Ai barbari fu quindi necessario imporre un sistema di riconoscimento della religione che andavano progressivamente abbracciando e questo simbolo fu una complessa liturgia costellata di digiuni, mangiar magro, astinenze ecc.)
                          Oggi è difficile capire questa complessità ma la gestione di questa liturgia era di per se un elemento di potere e di controllo.>>
                          Circa la metà dei giorni dell'anno erano di "digiuno" nei suoi vari gradi ( da non mangiare a mangiar di magro)
                          E le punizioni potevano essere terribili.
                          Come avere la lingua inchiodata alla porta della Chiesa, con retrostante fedele ingordo.
                          Le dispenze parziali al "mangiar di magro" divennero poi anch'esse oggetto di 'indulgenze... dietro corresponsione di offerte sempre più grandi. Furono soprattutto le città del Nord Europa a dover acquistare dispense per poter bere 'cervogia... (birra) al posto del vino ed usare burro al posto dell'olio.
                          Anche la classificazione di nuovi cibi fu oggetto di grandi disquisizioni teologiche: il caso più complesso fu quello del cioccolato.
                          Uno degli obbiettivi indicati da subito da Martin Lutero fu la fine del regime delle penitenze. Dice il protestatorio : 'Durante i quindici anni che sono stato monaco, mi stancavo a dir la messa tutti i giorni, mi sfinivo con i digiuni, le veglie, le preghiere e con altre pratiche estremamente penose '.
                          Quindi per loro 'libera uscita.... Ma anche per i cattolici pian piano, nel corso dei secoli, le norme liturgiche si andarono attenuando, fino alle innovazioni introdotte soprattutto nel '900. Sono diminuite le giornate di penitenza in numero ed in severità di disciplina, ma nella nostra cultura sono rimaste vive attraverso tradizioni, piatti, preparazioni ecc. che sono transitate dalla liturgia alla cultura popolare. E sono oggi un patrimonio comune, una ricchezza e, senza voler essere blasfemo, una traccia di dieta. Mi colpisce sempre leggere, dai tanti racconti, con quanta fantasia e creatività si sono espresse queste scelte di carattere religioso e rituale.

                          Commenta


                          • #14
                            Finisco di rispondere alle tue gradite curiosita`:

                            Natale e`famiglia, anche qui come da noi.

                            Ma sin dalla fine di novembre e`tradizione fare tutta una seria di quelli che chiamano Julebord con gli amici, in casa e piu`recentemente al ristorante. Forse ancora piu`che da noi ( da qui a Natale abbiamo solo 3 sere libere....). E`anche l`occasione dove si mangia "alla norvegese", cosa non piu`tanto comune, specie tra le nuove generazioni ( ma per fortuna, le cose stanno cambiando).

                            Per es. ti descrivo cosa abbiamo magiato ieri sera da Marianne, una amica che, oltre ad abitare in una casa che sembra una favola nordica ( e`pure stata su AD America) e`pure una ottima cuoca:

                            Granchio ( semplicemente bollito e servito con aneto, maionese e panna acida)
                            Terrina di fegato alla Akvavit
                            Filetto di alce al forno ( succosissimo, morbidissimo) con patate e cantarelle stufate
                            Multecrem ( frutti di bosco con panna)

                            I decori sono come giustamente hai detto curatissimi.
                            Non mancano quasi mai tovaglie e servizi di piatti concepiti per il periodo natalizio, il caminetto sempre acceso,le candele sono dovunque e spesso sono le uniche fonti di luce del tavolo. Una cosa che fa sorridere gli italiani e`che raramente usano i tovaglioli di stoffa, come da noi. Anhe quando l`apparecchiatura e`curatissima con argenti e cristalli, non e`raro trovare tovaglioli di carta.

                            Cosa si fa dopo... beh se sono ancora sobri ( come in tutti i paesi del nord Europa si beve molto piu`che da noi, il bere in compagnia ha un connotato sociale)si chiacchera e magari si va a sciare ( qui esistono KM di piste da fondo illuminate, tra i boschi)

                            A proposito...BUON NATALE A TUTTO IL FORUM!

                            Commenta


                            • #15
                              Vi racconto il Natale danese, così come l'ho vissuto io vent'anni fa quando ho avuto la splendida opportunità di trascorrere il Natale con la famiglia in Danimarca, a casa dei nostri amici . Il fatto che i nostri figli all'epoca fossero ancora piccoli ha reso il tutto più magico.
                              Al pomeriggio della Vigilia sono arrivati i parenti che avrebbero trascorso la serata con noi, e il fratello di Lis si è messo subito ai fornelli a preparare le patate dolci, accompagnamento della carna di maiale arrosto-flaeskesteg-. In cucina ognuno aveva il suo compito, mentre i bambini stavano guardando uno dei due- all'epoca- canali della televisione danese, che per l'occasione trasmetteva solo cartoni, ed i grandi potevano procedere indisturbati con le preparazioni.
                              Una volta seduti a tavola, è stato dato ad ognuno un foglio con testi di canzoni scritti in danese , e tutti hanno cantato sull'aria di musiche che conoscevano. Tutti a parte noi, anche se ci avevano invitati a tentare.
                              La cena consisteva nel suddetto flaeskesteg, capocollo di maiale cotto al forno, con la cotenna che alla fine si persentava incisa a rombi e croccante, anatra arrosto , con accompagnamento di patate dolci, una salsa bruna , cavolo rosso, barbabietole in salamoia e cetrioli tagliati sottilmente e conditi con aceto. C'erano anche aringhe preparate in due modi, non so esattamente come ma le prime erano con cipolle e grandi di pepe verde, in bianco, le altre erano in una salamoia rossa.
                              Per dolce riso alle mandorle, un riso dolce mescolato alla panna montata. Nel riso viene messa una mandorla intera, e chi la trova riceve un regalino subito. Venne fatta un'eccezione, le mandorle trovate furono due, una per la bimba più piccola e una per la signora più adulta, mia madre.
                              Le mandorle portano fortuna per l'anno a venire.
                              Per concludere, caffè -all'americana- e biscotti di Natale.
                              Dopo la cena, tutti riuniti intorno all'albero di Natale a cantare canzoni natalizie, tenendosi per mano. Ci venne chiesto un canto di Natale italiano, e mentre mi venivano in mente solo canzoni tipo Jingle bells o simili, mia madre intonà " Tu scendi dalle stelle". Ho percepito solo in quel momento quanto toccante fosse questa musica, cantata da noi quattro a tanti chilometri da casa, davanti a volti affettuosi e curiosi di sapere qualcosa delle nostre tradizioni.
                              Dopo aver cantato tutti insieme, tenendoci per mano, abbiamo cominciato a correre, o meglio a saltellare, per la casa, passando da una stanza all'altra. Le nonne erano escluse. La casa non era immensa, ma aveva le scale, e sempre cantando Jul Jul again- allora, questo titolo è mia pura invenzione, ma visto che Jul significa Natale, questa parola c'era, poi loro pronunciavano qualcosa come igenna, che io ho avvicinato all'inglese again, ancora- e sempre cantando abbiamo continuato a correre . E' una gara di restistenza, ritengo. Vincitori i bambini.Avete presente " Fanny e Alexander", di Ingmar Bergmann ? Quando l'ho visto - o rivisto, non riesco a collocarlo nel tempo- ho avuto un soprassalto, perché abbiamo fatto la stessa cosa che hanno fatto loro alla fine della cena, e cantato la stessa canzone.
                              Poi prima di mezzanotte Ole si è messo in testa la cuffia da Nisse, lo gnomo, e ha cominciato a distribuire i regali ammucchiati sotto all'albero.
                              Carta stropicciata, nastri in giro, confusione, risate, bambini che giocavano.
                              E' stato un Natale meraviglioso, e mi auguro di essere riuscita a farvi condividere la stessa gioia che abbiamo provato noi.

                              Commenta

                              Operazioni in corso..
                              X