Riallacciandomi al discorso inziato nei topic precedenti sul mangiare povero di una volta, parliamo un po' del ghiozzo, o paganèl in lingua locale.
Come già illustrato da Enzo tempo fa, il ghiozzo è un pesce povero e pieno di spine (in questi giorni viaggiava a 2,90 euro al chilo il pescheria) e un tempo faceva parte del pesce che i pescatori trattenevano per il consumo familiare, o per essere venduto o scambiato con i contadini nelle campagne, mentre le qualità più pregiate (sogliole, razze, merluzzi) venivano riservate alla vendita stanziale di pescheria.
Questi pesci, con l'accompagnamento di erbe di campagna e della piadina, spesso di sola farina gialla, rappresentava la base dell'alimentazione dei più. Al momento del desinare, la famiglia si riuniva intorno al camino, con la piada ed il pesce "nel pugno"... l'uso della tavola è stato infatti introdotto in tempi più recenti. Parliamo sempre del periodo fra le due guerre, quando i mezzi erano pochi, e il turismo, che in seguito ha rappresentato una enorme risorsa economica, era limitato a qualche villino costruito "dai signori", che lo occupavano durante l'estate.
Mio nonno, classe 1915, che era di famiglia contadina, mi raccontava che quando era piccolo in famiglia (composta dalla discendenza di due fratelli) erano 17 bambini, e mangiavano seduti su per le scale, tutti in fila. La tavola era per gli uomini, e per i figli grandi che già lavoravano. Le donne mangiavano alla rola, il camino.
Coi paganelli si faceva il brodo, e anche qui si cuocevano i grattini, dopo averlo passato, oppure si faceva il sugo.
SUGO DI PAGANELLI
Sùg si paganèl
Far bollire i paganelli in poca acqua per pochissimi minuti, poi spinarli, e passare la polpa al setaccio con l'acqua di cottura, per eliminare tutte le spine.
Fare un soffritto con aglio, cipolla e prezzemolo, e un po' di pomodoro a piacere, poi aggiungere la polpa dei paganelli. Tirare a cottura e condire la pasta.
Io ci ho condito gli spaghetti, ed erano molto buoni.
Bisogna dire però che è un piatto un po' laborioso.
Notizie e ricetta tratte dai racconti della gente e dal libro "Purazi...doni" Panozzo editore
Come già illustrato da Enzo tempo fa, il ghiozzo è un pesce povero e pieno di spine (in questi giorni viaggiava a 2,90 euro al chilo il pescheria) e un tempo faceva parte del pesce che i pescatori trattenevano per il consumo familiare, o per essere venduto o scambiato con i contadini nelle campagne, mentre le qualità più pregiate (sogliole, razze, merluzzi) venivano riservate alla vendita stanziale di pescheria.
Questi pesci, con l'accompagnamento di erbe di campagna e della piadina, spesso di sola farina gialla, rappresentava la base dell'alimentazione dei più. Al momento del desinare, la famiglia si riuniva intorno al camino, con la piada ed il pesce "nel pugno"... l'uso della tavola è stato infatti introdotto in tempi più recenti. Parliamo sempre del periodo fra le due guerre, quando i mezzi erano pochi, e il turismo, che in seguito ha rappresentato una enorme risorsa economica, era limitato a qualche villino costruito "dai signori", che lo occupavano durante l'estate.
Mio nonno, classe 1915, che era di famiglia contadina, mi raccontava che quando era piccolo in famiglia (composta dalla discendenza di due fratelli) erano 17 bambini, e mangiavano seduti su per le scale, tutti in fila. La tavola era per gli uomini, e per i figli grandi che già lavoravano. Le donne mangiavano alla rola, il camino.
Coi paganelli si faceva il brodo, e anche qui si cuocevano i grattini, dopo averlo passato, oppure si faceva il sugo.
SUGO DI PAGANELLI
Sùg si paganèl
Far bollire i paganelli in poca acqua per pochissimi minuti, poi spinarli, e passare la polpa al setaccio con l'acqua di cottura, per eliminare tutte le spine.
Fare un soffritto con aglio, cipolla e prezzemolo, e un po' di pomodoro a piacere, poi aggiungere la polpa dei paganelli. Tirare a cottura e condire la pasta.
Io ci ho condito gli spaghetti, ed erano molto buoni.
Bisogna dire però che è un piatto un po' laborioso.
Notizie e ricetta tratte dai racconti della gente e dal libro "Purazi...doni" Panozzo editore
Commenta