Toh, cincent franc..., và a piè il lacabà n..... (tieni, 500 lire, vai a prendere il lacabà n).
Con queste parole, mia nonna paterna mi mandava a comprare il lacabà n.
Prendevo il 3/8 (leggi 3 e 8 ) l'autobus che fermava a pochi metri da casa mia. Ora non c'è più..., l'hanno sostituito con il 3......., daccordo un autobus che si chiama 3/8 non ha senso, soprattutto in una città che ha una decina di linee di autobus, ma se l'hai chiamato 3/8 un motivo ci deve pur essere, ma se anche non ci fosse, ormai tutti sanno che si chiama 3/8, perché cambiarlo?........ Metti il caso che un foresto legga 3/8 ..... e pensi: -"Perà , che città grande deve essere questa.....: hanno finito i numeri per gli autobus e ci mettono addirittura le barre....!!!!!" Ci facevi un figurone.........!!!!!!!!!!
Continuiamo il racconto......
Non so se un tempo faceva più freddo di oggi, ma alcune volte nei 10 minuti di ritardo che contraddistingueva il 3/8 ti si gelavano le sopracciglie......... finalmente lo vedevi sbucare da Via Bellini, passare di fronte al mercato e finalmente, se ti vedeva, si fermava. Il tragitto durava 10 minuti, forse anche meno, ma vuoi mettere andare in città (nel mio quartiere non si dice "andare in centro", ma "andare in città " oppure "andare in Alessandria" (ho detto in non ad), forse è un francesismo, comunque in alcuni casi i cartelli che indicano: "centro" sono sostituiti da "città " (secondo me sono state le vecchie amministrazioni che pur di non scrivere "centro" hanno scritto "città "........) in autobus????!!!!!????
Scendevo nella piazza del Municipio, attraversavo via Migliara con i suoi negozi luccicosi, arrivavo in piazzetta della Lega, Via Milano, fino a piazza Santa Lucia, la piazzetta dove c'erano le bancarelle che vendevano il lacabà n, ma non solo.......la piazzetta in quei giorni era invasa dagli Scout, che avevano la propria sede nella piazza. Ho sempre provato un senso di superiorità con gli Scout, loro facevano solo la domenica, quello che noi, ragazzi di quartiere facevamo ogni giorno, la differenza che loro avevano una divisa, mentre la nostra era la fanga di Tanaro che ci accompagnava ogni giorno fino a casa.......
Compravo il lacabà n e me ne tornavo a casa, questa volta a piedi, attraversavo il centro vecchio, via Verona, Piazza S.M. di Castello, attraversavo la circonvallazione e finalmente ero nel mio quartiere: Orti, dove tutti ti conoscevano, Giuanènforsagrigi ti diceva: "Tei andach a piè il lacabà n? (sei andato a prendere il lacabà n?) "Famel tastè (fammelo assaggiare)"
Avrei dovuto scriverlo la settimana scorsa, ma per diversi giorni non mi sono praticamente collegato.
Il lacabà n è il dolce di Santa Lucia, un bastoncino di zucchero e miele, portati in temperatura, stesi su un marmo, tagliati, appesi ad un gancio e tirati finché il freddo non lo solidifica. Infine tagliato a bastoncini lunghi 10 cm ed un paio di diametro. Praticamente delle caramelle a bastoncino color cappuccino. Le vendono a gruppi di 5 e multipli.
Buon Giovedì
Con queste parole, mia nonna paterna mi mandava a comprare il lacabà n.
Prendevo il 3/8 (leggi 3 e 8 ) l'autobus che fermava a pochi metri da casa mia. Ora non c'è più..., l'hanno sostituito con il 3......., daccordo un autobus che si chiama 3/8 non ha senso, soprattutto in una città che ha una decina di linee di autobus, ma se l'hai chiamato 3/8 un motivo ci deve pur essere, ma se anche non ci fosse, ormai tutti sanno che si chiama 3/8, perché cambiarlo?........ Metti il caso che un foresto legga 3/8 ..... e pensi: -"Perà , che città grande deve essere questa.....: hanno finito i numeri per gli autobus e ci mettono addirittura le barre....!!!!!" Ci facevi un figurone.........!!!!!!!!!!
Continuiamo il racconto......
Non so se un tempo faceva più freddo di oggi, ma alcune volte nei 10 minuti di ritardo che contraddistingueva il 3/8 ti si gelavano le sopracciglie......... finalmente lo vedevi sbucare da Via Bellini, passare di fronte al mercato e finalmente, se ti vedeva, si fermava. Il tragitto durava 10 minuti, forse anche meno, ma vuoi mettere andare in città (nel mio quartiere non si dice "andare in centro", ma "andare in città " oppure "andare in Alessandria" (ho detto in non ad), forse è un francesismo, comunque in alcuni casi i cartelli che indicano: "centro" sono sostituiti da "città " (secondo me sono state le vecchie amministrazioni che pur di non scrivere "centro" hanno scritto "città "........) in autobus????!!!!!????
Scendevo nella piazza del Municipio, attraversavo via Migliara con i suoi negozi luccicosi, arrivavo in piazzetta della Lega, Via Milano, fino a piazza Santa Lucia, la piazzetta dove c'erano le bancarelle che vendevano il lacabà n, ma non solo.......la piazzetta in quei giorni era invasa dagli Scout, che avevano la propria sede nella piazza. Ho sempre provato un senso di superiorità con gli Scout, loro facevano solo la domenica, quello che noi, ragazzi di quartiere facevamo ogni giorno, la differenza che loro avevano una divisa, mentre la nostra era la fanga di Tanaro che ci accompagnava ogni giorno fino a casa.......
Compravo il lacabà n e me ne tornavo a casa, questa volta a piedi, attraversavo il centro vecchio, via Verona, Piazza S.M. di Castello, attraversavo la circonvallazione e finalmente ero nel mio quartiere: Orti, dove tutti ti conoscevano, Giuanènforsagrigi ti diceva: "Tei andach a piè il lacabà n? (sei andato a prendere il lacabà n?) "Famel tastè (fammelo assaggiare)"
Avrei dovuto scriverlo la settimana scorsa, ma per diversi giorni non mi sono praticamente collegato.
Il lacabà n è il dolce di Santa Lucia, un bastoncino di zucchero e miele, portati in temperatura, stesi su un marmo, tagliati, appesi ad un gancio e tirati finché il freddo non lo solidifica. Infine tagliato a bastoncini lunghi 10 cm ed un paio di diametro. Praticamente delle caramelle a bastoncino color cappuccino. Le vendono a gruppi di 5 e multipli.
Buon Giovedì
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