Quest'anno, visti i propositi battaglieri di Roberto Petza io e mia moglie insieme a pochi amici, abbiamo deciso di cambiare ristorante dove trascorrere la fine dell'anno e l'inizio del nuovo.
Fra le varie proposte visteci siamo fidati del ristorante Hibiscus di Quartu Sant'Elena (CA) anche perché ricordavo di averlo spesso visto segnalato da alcune guide, oltre ad essere stato piacevolmente sorpreso dal sito del ristorante e del suo chef (Antonio Figus).
Il locale si presenta molto bene, "tipico" nel senso che pur essendo ricavato da una "casa Campidanese" ha delle belle vetrate Liberty e degli affreschi niente male, per quanto neccessitanti un buon restauro.
La cena inizia nel migliore dei modi champagne a profusione, un ottimo Mumm e mi hanno riempito il bicchiere più volte aspettando gli ultimi ritardatari.
Il dramma è iniziato con il primo antipasto.
Belu non so come. Nella mia ignoranza ho pensato al caviale beluga, e invece mi hanno presentato una sorta di capuccino caldo con patate passate pomodoro ed un qualcosa d'imprecisabile di gusto indefinito e parecchio viscido al tatto. Scopriamo poi che si trattava di trippa di tonno rosso. La cosa drammatica è stata quando ho annusato il bicchiere. Un fetore stile cotenna di cinghiale maschio mi ha nauseato non poco.
Il resto della cena prosegue senza lodi e con qualche infamia ma è fondamentalmente edibile, anche se non molto di più.
Il massimo lo si raggiunge con il secondo:
maialetto in crosta di aromi con salsa di rafano e sorbetto di ravanello.
Non si capisce perché ma nel piatto è presente anche una fetta di arrosto di vitella chiuso a cannolo da uno stecchino. Il resto consisteva in uno spiedino di grasso di maiale impanato e fritto.
Il dolce poi nvv. NON VOLEVA VISTO.
Una pallina di gelato alla vaniglia in messo ad una salsa al cioccolato (in teoria gianduia) forse fatta stemperando del cacao in un po" di latte...
I vini poi.... un vino da tavola bianco appena bevibile (una bottiglia in cinque) ed un calice a testa di carignano, ottimo vino, pensiamo al Terre Brune, solo che viene servito direttamente nel bicchiere, e probabilmente perché è il vino fatto dall zio o dal nipote dello chef e lo tengono nei bidoni, in genere per cucinare.....
Forse era meglio Petza...
Fra le varie proposte visteci siamo fidati del ristorante Hibiscus di Quartu Sant'Elena (CA) anche perché ricordavo di averlo spesso visto segnalato da alcune guide, oltre ad essere stato piacevolmente sorpreso dal sito del ristorante e del suo chef (Antonio Figus).
Il locale si presenta molto bene, "tipico" nel senso che pur essendo ricavato da una "casa Campidanese" ha delle belle vetrate Liberty e degli affreschi niente male, per quanto neccessitanti un buon restauro.
La cena inizia nel migliore dei modi champagne a profusione, un ottimo Mumm e mi hanno riempito il bicchiere più volte aspettando gli ultimi ritardatari.
Il dramma è iniziato con il primo antipasto.
Belu non so come. Nella mia ignoranza ho pensato al caviale beluga, e invece mi hanno presentato una sorta di capuccino caldo con patate passate pomodoro ed un qualcosa d'imprecisabile di gusto indefinito e parecchio viscido al tatto. Scopriamo poi che si trattava di trippa di tonno rosso. La cosa drammatica è stata quando ho annusato il bicchiere. Un fetore stile cotenna di cinghiale maschio mi ha nauseato non poco.
Il resto della cena prosegue senza lodi e con qualche infamia ma è fondamentalmente edibile, anche se non molto di più.
Il massimo lo si raggiunge con il secondo:
maialetto in crosta di aromi con salsa di rafano e sorbetto di ravanello.
Non si capisce perché ma nel piatto è presente anche una fetta di arrosto di vitella chiuso a cannolo da uno stecchino. Il resto consisteva in uno spiedino di grasso di maiale impanato e fritto.
Il dolce poi nvv. NON VOLEVA VISTO.
Una pallina di gelato alla vaniglia in messo ad una salsa al cioccolato (in teoria gianduia) forse fatta stemperando del cacao in un po" di latte...
I vini poi.... un vino da tavola bianco appena bevibile (una bottiglia in cinque) ed un calice a testa di carignano, ottimo vino, pensiamo al Terre Brune, solo che viene servito direttamente nel bicchiere, e probabilmente perché è il vino fatto dall zio o dal nipote dello chef e lo tengono nei bidoni, in genere per cucinare.....
Forse era meglio Petza...
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