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  • Un dubbio caseario sardo-ligure

    Ciao a tutti,
    ho letto molto, in giro sulla prescinseua (prescinsà ¼a? presc... mi perdonino i liguri se ho sbagliato), ma mai ho avuto occasione d'assaggiarla.

    L'ho vista definita come cagliata fresca acidula di latte vaccino e la mente l'ha subito accostata al nostro casu axedu: una cagliata fresca acidula, appunto. (anche se solitamente è più diffusa con formaggio ovino).

    Visto che i genovesi, in altri tempi, da queste parti ci son stati, m'è venuta la curiosità di sapere se ci potesse essere qualche relazione storica tra le due cose ma non ho trovato niente in giro.

    C'è qualcuno che abbia avuto occasione di provare entrambi, o che abbia qualche informazione storica?

    Tempo fa ho trovato in giro una ricetta di pesto di maggiorana, accoppiato, appunto, alla prescinseua... visto che la maggiorana nel balcone era ormai di dimensioni selva oscura, abbiamo provato una traduzione-tradimento usando il casu axedu e il risultato, devo dire, era fantastico...
    Dio fece il cibo, il Diavolo i cuochi

  • #2
    Ciao, di sotto ti riporto quello che ho trovato. La puoi trovare in ogni parte d'italia, ovviamente con nomi differenti. Trattasi di una normale cagliata (quagliata).
    Se ne parla fin da '400, ma secondo me si produce fin dalla notte dei tempi.........


    Quagliata ligure

    zona di produzione: Entroterra genovese

    curiosità : Il nome "prescinseua" deriva dal genovese presà » che significa appunto caglio. Quella che si produceva nella Val Fontanabuona e si portava ai ristoratori di Recco e Camogli, veniva in parte prodotta dalle vacche provenienti da lontane località di montagna dell'alta Val d'Aveto che svernavano in Val Fontanabuona, dove, essendo a quote più basse, il formaggio e la prescinseua potevano essere prodotte quando le basse temperature consentivano una maggiore conservabilità del prodotto. Era una piccola transumanza del bestiame che partiva da metà settembre e durava fino a metà maggio e consentiva l'utilizzo dei prati e dei pascoli della Fontanabuona.
    "Ã?? un ricordo di altri tempi quando i pastori scendevano sin sulle spiagge con i loro caratteristici costumi di fustagno e i berretti a righe rosse e bianche, gli uomini, e i cappelli raccolti in trecce avvolte sul capo come base per i contenitore del formaggio le donne e vendevano la preziosa cagliata non solo alle massaie ma anche ai bambini che porgevano golosi le tazze per farvi mettere dentro una gustosa e salubre merenda, aggiungendovi zucchero o semplicemente cannella."

    caratteristiche: Cagliata fresca di latte vaccino; colore bianco; consistenza da semi liquida a semi solida; sapore acidognolo.

    preparazione: Cagliata fresca proveniente da latte vaccino. Sono necessari 2 litri di latte fresco e 5 grammi di caglio.
    Porre il latte in una pentola e farlo riposare per 2 giorni. Prelevarne mezzo litro e versarlo in altra pentola, scaldarlo a 50°C circa e sciogliervi dentro il caglio mescolando bene. Unire il tutto all'altro latte e far riposare per 4 ore. La cagliata deve assumere una consistenza abbastanza solida tanto da essere tagliata con una paletta.

    ricetta: La Prescinseua, cagliata fresca dal gusto più o meno acidulo, viene utilizzata nel ripieno della maggior parte delle torte salate regionali. Veniva addirittura gustata dai bambini di un tempo come dolce, aggiungendo zucchero o semplicemente cannella. La prescinseua rientra anche nell'elenco degli ingredienti per il ripieno dei Barbagiuai, ravioli di zucca fritti, tipici del ponente ligure. Si tratta di un piatto piuttosto elaborato. Alla zucca (1 kg di peso fresco), sbollentata, ben strizzata e passata al passaverdura, si aggiunge la prescinseua (altra variante sarebbe quella che utilizza la ricotta), le uova (3), il grana o il pecorino grattugiato (100g) e la maggiorana. La sfoglia per i ravioli si prepara con farina (400g), un bicchiere di vino bianco, olio extravergine d'oliva e acqua quanto basta per rendere l'impasto morbido.
    Dopo aver tirato la sfoglia, si procede alla confezione dei ravioli. Si fanno asciugare per qualche ora e si friggono in olio bollente. Il piatto si accompagna con un vino rosso Rossese "Riviera ligure di Ponente" o del golfo del Tigullio


    Fonte: La vetrina di Agriligurianet.it - Regione Liguria 2005
    .................lucio ferrari.....................

    W la FEDEEEEE......

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    • #3
      Tra l'altro col casu axedu ci si fa un'ottima minestra...

      O meglio: un concerto per casu axedu e minestra.

      La nota del casu axedu deve svettare su tutto, gentilmente, acerba e fresca come un oboe, ma sempre con il supporto degli altri "strumenti".

      L'acido, diverso, caldo, di un cucchiaio di concentrato E di abbondante pomodoro secco gli fa il controcanto, o la quinta.

      Un incessante contrappunto di patate tagliate a fette grosse sostengono e danno corpo alla melodia, insieme agli accordi: accordi di spaghetti spezzati, anche lievemente scotti, qui, vanno bene.

      Il tutto sotto il basso continuo di un soffritto di abbondante cipolla, tagliata grossa, ma grossa, e qualche carota (io il sedano, qui, non lo metto).

      Prima di cominciare a suonare, nelle scodelle, pioggia di pecorino ben stagionato.

      E poi: musica

      p.s: il casu axedu, come ogni primadonna che si rispetti, arriva in ritardo, a fuoco spento, quando gli altri ingredienti hanno già ben minestrato.
      Dio fece il cibo, il Diavolo i cuochi

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