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  • il pesce si sa

    puzza dalla testa.

    noi gente di mare lo sappiamo bene. scansiamo i venditori che non ci convincono.si può rimanere fregati una volta, ma la seconda non ci caschiamo mica.
    si controlla l'occhio, le branchie, il colore, le squame.
    si controlla la faccia del piazzaiolo., perché anche da quella si legge l'onestà .
    è questione di odori, di tatto, di colori.


    doneeeeeeeeeeee ciò le boghe bele viveeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee
    quante vite hai,e quanta strada, fatta di notte senza lampioni,a rotoloni
    http://www.flickr.com/photos/patkanae/

  • #2
    Quante me ne puoi dare?
    .................lucio ferrari.....................

    W la FEDEEEEE......

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    • #3
      ha detto " doneeeeeeeeeeeeeeeeee"...
      "...nella vita non è importante per quanto tempo saremo insieme, quello che succederà in futuro, i progetti che non potremo condividere.. l'importante è esserci incontrati.. è questo l'importante"
      Il mio blog: Tentazioni di gusto

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      • #4
        .....per del pescato vivo mi potrei anche travestire........, tanto siamo a carnevale!!!!!!!

        Mi hai fatto venire in mente cosa mi è successo a Milano prima di Natale: stavo consegnando dei tartufi, ero a piedi, fermo ad un semoforo: chiedo ad un uomo barbuto e nerboruto che mi stava a fianco dove fosse la tal via. Questo tirando fuori una vocina da pippicalzelunghe mi dice che non abitava in zona e non lo sapeva...., ringrazio e saluto. Scatta il verde per i pedoni, questo cammina più veloce di me e scorgo una gonna nera con scarpe con il tacco e borsetta lucida nera, camminata sculettata........., almeno fatti la barba!!!!!!!!!!!!!
        .................lucio ferrari.....................

        W la FEDEEEEE......

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        • #5
          a me da una parte piace andare al mercato a prendere il pesce fresco, dall'altra un po" mi irrita perché i venditori mi guardano e sembra si veda che non capisco un'acca....giusto il minimo, che l'occhio deve essere lucido, la branchia rosa....
          Ma se poi mi danno triglie spaccindole da scoglio e non è così, io non me ne accorgo....
          Visto che se ne parla e visto che voglio comprarlo, qual'è l'attrezzo migliore per squamare il pesce senza pungersi in continuazione e senza far volare le squame dapertutto?

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          • #6
            beata te Pat, qui niente bogheeeeeee belle viveeeeeeeeeee!

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            • #7
              le boghe ve le magnate voi.
              manco se me le rigalano ancora semoventi.
              Fiera produttrice dei biscotti al burro mangiati anche da Lastefi!

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              • #8
                Idem come la Fra. Qui le boghe ( o aguglie) non si mangiano. Vengono spedite nell'entroterra dove si vendono a buon prezzo Invece Kanà e, sul pesce bello, sfilettato e magari straniero, come si comporta la gente di mare per sapere se è fresco?
                Di fronte al grottesco della realtà , l'ironia è un modo per farsi del bene. ( D. Pennac)

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                • #9
                  Pubblicato originariamente da la Sua fra Visualizza il messaggio
                  le boghe ve le magnate voi.
                  manco se me le rigalano ancora semoventi.
                  Sbaglio o l'autrice di questa risposta è colei che nutre (?) la prole con filetti di un pesciaccio d'acqua dolce del Mekong?
                  Se si, sappi che laggiù dicono lo stesso del pangasio. Anzi, per non sbagliarsi, quello che pescano ce lo mandano tutto qui.........

                  A parte il ruzzo, credo si sia tutti d'accordo che la boga (Verbena occhio, le aguglie sono tutto un altro pesce!!!) non è certo un pesce di prima categoria. Perà , quand'è vivo come strilla il piazzaiolo della Pat, non è da buttare.
                  Se non avete la pazienza di diliscarlo (è parecchio "spinoso") per prendere i filetti, usatelo come pesce da zuppa. Fa la sua porca figura, ve lo garantisco.
                  Gabriele
                  "A essere italiani tutti son boni!..... Ma provati a esser toscano, e pratese, se ti riesce." (Curzio Malaparte)

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                  • #10
                    prrr - potrei dare loro sogliole appena pescate, ma non le vogliono. per cui sempre meglio di niente.
                    io mi rifiuto categoricamente di mangiare le bobe: è un pesce da allenamento per pescatori.
                    si rigetta, in tutti i sensi

                    ps: le aguglie o agore, sono centocinquantamilioni di volte migliori.
                    Fiera produttrice dei biscotti al burro mangiati anche da Lastefi!

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                    • #11
                      Verbena le aguglie non assomigliano neanche un pochino alle boghe.
                      Le aguglie le ho mangiate poche volte, le boghe mai. Qui non si vedono proprio , non hanno mercato. Dicono che vengano usate come esca, le boghe.

                      Perà il pangasio non è tanto malaccio anche se viene dal Vietnam, son bei filettoni surgelati che costan poco e rendono molto. sanno anche di poco, ma non si può avere tutto dalla vita

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                      • #12
                        BUGHEEEEE BELLE BUGHEEEEEEEEEE

                        Le boghe (bughe in genovese) non sono certo pesce pregiato ma ci sono antiche ricette che le nobilitano e trovano spesso estimatori. Sono menu da nonne che, per questioni di costo, si tenevano alla larga da orate e branzini. Oppure perché il vicno di casa pescatore le regalava spesso.
                        A Genova la ricetta principale è quella delle BUGHE IN CARPIONE chiamate BUGHE A'GIADDA (la Giadda è una definizione del piatto in terracotta su cui venivano adagiate) o BUGHE IN SCABECIO (da scabeccio che era un imbarcazione a vela che i liguri usavano per la pesca e il piccolo trasporto.

                        RICETTA DELLE BUGHE A'GIADDA

                        Scegliete 1 Kg. di bughe piuttosto grosse. Pulitele accuratamente, asciugatele e friggetele in olio ben caldo. In un tegame fate rosolare in 1/2 bicchiere d'olio 2 cipolle, 1 scalogno e 2 spicchi d'aglio finemente affettati, con qualche foglia di salvia. Quando l'aglio e la cipolla accenneranno ad imbiondire, diluite con 2 bicchieri di aceto di vino. Disponete il pesce in una pirofila, versatevi la salsa, aggiustate di sale e pepe e lasciate cuocere per 10 minuti. Potete servire le bughe sia fredde che calde.
                        (Ricetta di Laura Mottironi)
                        Colui che domina gli odori, domina il cuore degli uomini.
                        (P.Sà¼skind)

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                        • #13
                          Mi fate vedere una foto di questo pesce? forse qui lo chiamiamo in altro modo. Toscooooo, illuminami ( non con la lampada
                          Di fronte al grottesco della realtà , l'ironia è un modo per farsi del bene. ( D. Pennac)

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                          • #14
                            In casa mia le boghe non possono entrare. C'è proprio un avviso sulla porta che nemmeno per i testimoni di Geova.
                            E' Flora che da quando ha visto uscire di bocca alle suddette le loro belle pulci di mare che cercano invano un altro ospite, ha messo il divieto.
                            A me quella ricetta di Eros mi andrebbe pure, ma mi sacrifico e per amore familiare, magari mangiamo le spigole.
                            A pescarle sono ganze. Quando sono in mangianza abboccano a tutto. Una volta sul molo del porto di Piombino uno, per dimostrazione, inizià ad innescare con la gomma da masticare e quelle ci rimanevano.

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                            • #15


                              Sono queste, vero?
                              E' che voi avete il "misto mare" per fare le vostre buridde, le zuppe, i carpioni.
                              Noi abbiamo il "misto Po".
                              E il misto Po è un po' sbilanciato come qualità .
                              Ci sono pesci piccoli e pesci grandi poi c'è lui, il ras del ramino, come avrebbe detto Gaber, un pesce gatto qualsiasi che si è montato la testa.
                              S'è allargato, è diventato troppo grosso per essere definito modestamente "pesce gatto" come i suoi cugini.
                              E così la gente lo ha guardato negli occhi e ha mangiato la foglia: boia d'un mond lèdar te non sei un pesce gatto, sei un pesce siluro! Quasi quasi mi fai paura.
                              Raggiunti i quattro chili e non paghi della loro mole hanno voluto strafare, non gli manca l'appetito nè le occasioni, mangiano di magro, ma anche di grasso: pesci, anatre, lattine di coca cola, roditori, bucce di banana, non sono schizzinosi, va bene tutto, pure i loro simili, ma son bambinoni, non fanno apposta, hanno fame...
                              Con la dieta di Elvis sono arrivati al quintale e probabilmente hanno pensato di essere Mazinga, invincibili.
                              Ma non hanno fatto i conti con padano incavolato che ha apertola caccia al siluro perché il misto Po era leggermente sbilanciato.
                              Prima era solo una gara a chi lo prendeva più grosso. Evabbè gli uomini son fatti così.
                              Poi qualcuno ha pensato che forse quella carne non era così malvagia. Mica buona, ma insomma... a cucinarla in un certo modo...
                              Son saltati fuori i primi risotti con il siluro. Si azzardano ipotesi di metterlo in umido.
                              Così nel loro piccolo i padani si son inventati quasi marinai.
                              Ci vuole anche un'ora per catturarne uno grosso, fa sudare, tra le gocce di sudore intravedono anche l'Oceano, l'isola di Cuba, il vecchio e il mare, Hemingway... e lo sguardo si perde nella nebbia sognando la California o giù di lì.
                              E voi gente di mare vera sciorinate le vostre boghe, i vostri scorfani che noi vi batteremo a colpi di siluro.

                              Ultima modifica di Neera; 29/01/2008, 15:47.
                              "Cannella bruna e calda come la pelle per trovare qualcuno che ti prenda per mano. Seme di coriandolo, rotondo come la terra, per farti vedere chiaro. Trigonella contro la discordia. Zenzero per il coraggio profondo di chi sa quando dire no."
                              Da: " La Maga delle Spezie". Chitra Banerjee Divakaruni.

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