non so cosa non so come...ma oggi ho sentito nostalgia del paese dove sono nata. mentre guidavo in uno scenario bucolico illuminato dalle calde tinte autunnali mi è venuta una allucinazione olfattiva. sentivo odore di fritto misto all'ascolana. potevo immaginare l'acre del limone che si sovrapponeva alla parte esterna e croccante dell'oliva. la morbidezza della crema che si accompagna allo zucchero semolato e alla cannella.
è ora di pranzo...penso che mi succede perché ho mangiato poco a colazione, mi sintonizzo con i filari di vite ed i campi di mais.
invece come un diavoletto dispettoso sento il profumino che promana da un tegamino di coccio..... i bauletti..... e quegli indigesti dei gesuiti.....
certo che sono proprio stanca, di notte dovrei dormire di più:è naturale che poi di giorno sragiono, fisso la collina dove ci sono i maiali allevati allo stato brado, dal sedile posteriore si sente il rumore che quel buongustaio di mio figlio produce sbiascicando il ciuccio.
torno a casa con una visione di maccheroncini di campofilone conditi alla pescatora e favoleggio di azzannare una fetta di frstingo. fatemi sognare, tanto tutte quelle cose chissà quando mai riuscirà a rivederle...mi balena una idea. adesso a casa vado a cercare su Google i gesuiti. ebbene si ci sono. trovo una mezza ricetta. la mia coscienza mi reguardisce troppo tardi....ho già preparato la pastella delle crepes. la ricetta recita di mettere molta mozzarella grana, pochi funghi ed una punta di pomodoro. e come faccio adesso? la mozzarella non ce l'ho e funghi decenti neppure. le marche sono lontane anni luce. qui ci sono ricotta freschissima e radicchio tardivo. così sono nati i"gesuiti della Marca"...mi perdoni Paola Balestrini, chiedo venia alla sua Fra.
dopo anni questa è la prima ricetta che inserisco (meglio tardi che mai):
per le crepes 115 grammi di farina doppio zero, un uovo, un pizzico di sale, 280 ml di latte.
per il ripieno : 300 grammi di ricotta vaccina, tre luganeghe, uno scalogno, radicchio tardivo e un bicchiere di prosecco.
per la bechamel: 30 grammi di burro, 3 cucchiai di farina, 400 ml di latte noce moscata.
ho fatto imbiondire lo scalogno in un cucchiaio di olio e aggiunto le salsicce spellate ed il tardivo tagliato in foglie, ho sfumato con il prosecco per agevolare lo sbricciolamento dell'impasto della luganega e lasciato cuocere lentamente. dopo la cottura ho lasciato raffreddare la verdura e aggiunta la ricotta. con questa crema ho farcito le crepes e le ho arrotolate in tre lembi, tagliate in quattro parti e poste in una teglia imburrata e spolverata di pan grattato. ci ho versato sopra un bel po" di grana grattugiato e la bechamel. per finire altro grana. ho messo a gratinare nel mo.
immagino il raccapriccio di mio cognato, lo sconcerto dei marchigiani doc...ne comprendo il disappunto. a cena ho assaggiato e poi ancora riassaporato. il mio responso: non assomigliano ai gesuiti...troppo poco indigesti. ma non hanno neppure il sapore del pasticcio di radicchio...è un piatto leggero con un gusto delicato e morbido. dunque "ho inventato" una nuova ricetta i gesuiti trevigiani!
è ora di pranzo...penso che mi succede perché ho mangiato poco a colazione, mi sintonizzo con i filari di vite ed i campi di mais.
invece come un diavoletto dispettoso sento il profumino che promana da un tegamino di coccio..... i bauletti..... e quegli indigesti dei gesuiti.....
certo che sono proprio stanca, di notte dovrei dormire di più:è naturale che poi di giorno sragiono, fisso la collina dove ci sono i maiali allevati allo stato brado, dal sedile posteriore si sente il rumore che quel buongustaio di mio figlio produce sbiascicando il ciuccio.
torno a casa con una visione di maccheroncini di campofilone conditi alla pescatora e favoleggio di azzannare una fetta di frstingo. fatemi sognare, tanto tutte quelle cose chissà quando mai riuscirà a rivederle...mi balena una idea. adesso a casa vado a cercare su Google i gesuiti. ebbene si ci sono. trovo una mezza ricetta. la mia coscienza mi reguardisce troppo tardi....ho già preparato la pastella delle crepes. la ricetta recita di mettere molta mozzarella grana, pochi funghi ed una punta di pomodoro. e come faccio adesso? la mozzarella non ce l'ho e funghi decenti neppure. le marche sono lontane anni luce. qui ci sono ricotta freschissima e radicchio tardivo. così sono nati i"gesuiti della Marca"...mi perdoni Paola Balestrini, chiedo venia alla sua Fra.
dopo anni questa è la prima ricetta che inserisco (meglio tardi che mai):
per le crepes 115 grammi di farina doppio zero, un uovo, un pizzico di sale, 280 ml di latte.
per il ripieno : 300 grammi di ricotta vaccina, tre luganeghe, uno scalogno, radicchio tardivo e un bicchiere di prosecco.
per la bechamel: 30 grammi di burro, 3 cucchiai di farina, 400 ml di latte noce moscata.
ho fatto imbiondire lo scalogno in un cucchiaio di olio e aggiunto le salsicce spellate ed il tardivo tagliato in foglie, ho sfumato con il prosecco per agevolare lo sbricciolamento dell'impasto della luganega e lasciato cuocere lentamente. dopo la cottura ho lasciato raffreddare la verdura e aggiunta la ricotta. con questa crema ho farcito le crepes e le ho arrotolate in tre lembi, tagliate in quattro parti e poste in una teglia imburrata e spolverata di pan grattato. ci ho versato sopra un bel po" di grana grattugiato e la bechamel. per finire altro grana. ho messo a gratinare nel mo.
immagino il raccapriccio di mio cognato, lo sconcerto dei marchigiani doc...ne comprendo il disappunto. a cena ho assaggiato e poi ancora riassaporato. il mio responso: non assomigliano ai gesuiti...troppo poco indigesti. ma non hanno neppure il sapore del pasticcio di radicchio...è un piatto leggero con un gusto delicato e morbido. dunque "ho inventato" una nuova ricetta i gesuiti trevigiani!
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