Graziella 66 mi chiede, in altro topo, come si puliscono tali bestiole.
Innanzitutto direi di cominciare a riconoscere i maschi dalle femmine: i Cinesi, che di pesce mediamente se ne intendono, prendono soltanto le femmine, e non soltanto quando sono piene di uova.
A me, soprattutto per i granciporri (quelli tozzi, lisci e marroni) piacciono anche i maschi, anzi...
Questo è un grosso maschio ovviamente di granseola, oltre due chili, una meraviglia:
Lo si riconosce da quella specie di coda ripiegata cerchiata in rosso, che nei maschi è stretta, nelle femmine più larga e dotata di una specie di penne per trattenere le uova durante la fecondazione
Quando è il momento la coda trattiene una manciata di uova rosse (che vanno cotte a parte: pochissimo).
(Nove volte su dieci, eccetto forse in Veneto, nemmeno i pescivendoli conoscono la differenza. Se gliela spiegate farete un figurone e vi guadagnerete gratitudine eterna, ma soprattutto non cercheranno più di fregarvi)
I granchi si sciacquano bene e poi si tuffano nell'acqua bollente.
La regola direbbe da vivi, ma per chi non se la sente, fategli prima un veloce passaggio nel surgelatore per dar loro morte pietosa.
Tuffateli piano piano, altrimenti si possono staccare delle zampe e poi vi tocca recuperare la schiuma di polpa fuoriuscita con una schiumarola.
Riportate l'acqua a bollore dopo il tuffo.
Per una pastasciutta bastano 8-10 minuti (un esemplare di circa 700gr), se volete mangiarli così, in insalata, aggiungete altri quattro-cinque minuti.
Toglietelo dall'acqua e fatelo raffreddare un poco, magari maneggiatelo con l'aiuto di uno strofinaccio.
Staccate dal corpo le zampe e le chele. Le prime le spezzate con la forbice da arrosto NON alle giunture, ma tra di esse altrimenti non riuscirete a mangiarne la polpa.
Le chele incrinatele con un batticarne o con un robusto schiaccianoci.
Prendete una lama larga e robusta: un grosso coltello o proprio la punta delle forbici.
Infilate la lama inclinata qui:
Fate una torsione laterale e vedrete che tutta quella placca ossea a forma di scudo si separa dal grosso del guscio.
Dentro troverete un grosso ammasso di polpa e lamelle di cartilagine dura: separare le due cose è un lavoro lunghissimo, meglio tagliare in quattro-sei bocconi con una forbice da arrosto, MA PRIMA togliete e buttare le branchie, insapori e sgradevoli in bocca: sono quella decina di "bananine" bianco-grigiastre che vedrete subito dopo aperto. Tutto il resto si mangia!
Naturalmente svuotate accuratamente con un cucchiaino anche l'altra parte di guscio (eventualmente potete usarla come piatto per la polpa condita, o per la pasta: vi conviene comunque tenerne alcune dopo lunga bollitura per lasciare solo l'osso così non puzza).
Per ripulire tutto per bene, anche a tavola, servono le minuscole forchettine a due punte da crostacei, la Piazza ne fa di perfette: complessivamente i due rebbi non devono essere più larghi di mezzo cm, altrimenti non servono a nulla.
Innanzitutto direi di cominciare a riconoscere i maschi dalle femmine: i Cinesi, che di pesce mediamente se ne intendono, prendono soltanto le femmine, e non soltanto quando sono piene di uova.
A me, soprattutto per i granciporri (quelli tozzi, lisci e marroni) piacciono anche i maschi, anzi...
Questo è un grosso maschio ovviamente di granseola, oltre due chili, una meraviglia:
Lo si riconosce da quella specie di coda ripiegata cerchiata in rosso, che nei maschi è stretta, nelle femmine più larga e dotata di una specie di penne per trattenere le uova durante la fecondazione
Quando è il momento la coda trattiene una manciata di uova rosse (che vanno cotte a parte: pochissimo).
(Nove volte su dieci, eccetto forse in Veneto, nemmeno i pescivendoli conoscono la differenza. Se gliela spiegate farete un figurone e vi guadagnerete gratitudine eterna, ma soprattutto non cercheranno più di fregarvi)
I granchi si sciacquano bene e poi si tuffano nell'acqua bollente.
La regola direbbe da vivi, ma per chi non se la sente, fategli prima un veloce passaggio nel surgelatore per dar loro morte pietosa.
Tuffateli piano piano, altrimenti si possono staccare delle zampe e poi vi tocca recuperare la schiuma di polpa fuoriuscita con una schiumarola.
Riportate l'acqua a bollore dopo il tuffo.
Per una pastasciutta bastano 8-10 minuti (un esemplare di circa 700gr), se volete mangiarli così, in insalata, aggiungete altri quattro-cinque minuti.
Toglietelo dall'acqua e fatelo raffreddare un poco, magari maneggiatelo con l'aiuto di uno strofinaccio.
Staccate dal corpo le zampe e le chele. Le prime le spezzate con la forbice da arrosto NON alle giunture, ma tra di esse altrimenti non riuscirete a mangiarne la polpa.
Le chele incrinatele con un batticarne o con un robusto schiaccianoci.
Prendete una lama larga e robusta: un grosso coltello o proprio la punta delle forbici.
Infilate la lama inclinata qui:
Fate una torsione laterale e vedrete che tutta quella placca ossea a forma di scudo si separa dal grosso del guscio.
Dentro troverete un grosso ammasso di polpa e lamelle di cartilagine dura: separare le due cose è un lavoro lunghissimo, meglio tagliare in quattro-sei bocconi con una forbice da arrosto, MA PRIMA togliete e buttare le branchie, insapori e sgradevoli in bocca: sono quella decina di "bananine" bianco-grigiastre che vedrete subito dopo aperto. Tutto il resto si mangia!
Naturalmente svuotate accuratamente con un cucchiaino anche l'altra parte di guscio (eventualmente potete usarla come piatto per la polpa condita, o per la pasta: vi conviene comunque tenerne alcune dopo lunga bollitura per lasciare solo l'osso così non puzza).
Per ripulire tutto per bene, anche a tavola, servono le minuscole forchettine a due punte da crostacei, la Piazza ne fa di perfette: complessivamente i due rebbi non devono essere più larghi di mezzo cm, altrimenti non servono a nulla.
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