Mi rifaccio al desiderio di Ross di regalare una ricetta di Natale a tutti i coquinari.
Ecco la mia, con tantissimi affettuosi auguri a tutti.
Per noi è tradizione, la sera della vigilia, mangiare il baccalà con la polenta bianca. Quello che in Friuli chiamiamo baccalà è, in verità, lo stoccafisso.
In casa mia era un rito prepararlo.
Tutto inizia con la battitura, e non è cosa da poco perché bisogna saperla fare, le carni secche devono ammorbidirsi senza rompersi. L'addetto a questa cosa era mio padre.
Tutto contento, una volta arrivato il momento, scendeva in cantina dove aveva tutta la sua attrezzatura e si metteva a batterlo col mazzuolo di gomma dura.
L'operazione durava quasi un'ora tutte le volte, e il rumore ritmico dei colpi del mazzuolo sul ceppo arrivava fin sotto le nostre finestre al primo piano.
Finito che aveva, tornava in casa brandendo il malcapitato stocco per la coda, tutto soddisfatto.
E lì cominciava il lavoro di mia madre.
Il bagno per tre giorni, cambiando sempre l'acqua. L'inevitabile puzza che si diffondeva per casa. Perchè non si mette sul balcone, fa troppo freddo e si indurisce e noi dobbiamo ammorbidirlo, questa l'idea di mia madre. E così per tre o quattro giorni si doveva convivere con questo odore non proprio gradevole.
Ma alla fine ci si abitua, ci si abitua a tutto...
Dopo il bagno, va spinato, eliminate le lische, le pelli e tutti gli scarti, e ridotta la polpa a scaglie.
Mia madre lo cuoceva a lungo con olio, acciughe, una idea di pomodoro e latte, tanto.
Il pentolone bolliva, bolliva, e bolliva.
Quando pareva essere pronto, ecco che entrava in azione la frusta. Olio di gomito e via, mescolare velocemente per renderlo cremoso.
A questo punto parte la mantecatura con l'olio, sempre frustando con olio di gomito...
Confesso che non ne vado matta, ma fa parte della nostra tradizione, ed è un modo di ricordare mio padre, che non c'è più. Per lui era davvero importante, e anche se ora non c'è più per batterlo come si deve, so che sarebbe felice di sapere che sulla tavola di Natale il baccalà non mancherà mai.
il baccalà della Luisa
Buon natale Coquinaria!
Ecco la mia, con tantissimi affettuosi auguri a tutti.
Per noi è tradizione, la sera della vigilia, mangiare il baccalà con la polenta bianca. Quello che in Friuli chiamiamo baccalà è, in verità, lo stoccafisso.
In casa mia era un rito prepararlo.
Tutto inizia con la battitura, e non è cosa da poco perché bisogna saperla fare, le carni secche devono ammorbidirsi senza rompersi. L'addetto a questa cosa era mio padre.
Tutto contento, una volta arrivato il momento, scendeva in cantina dove aveva tutta la sua attrezzatura e si metteva a batterlo col mazzuolo di gomma dura.
L'operazione durava quasi un'ora tutte le volte, e il rumore ritmico dei colpi del mazzuolo sul ceppo arrivava fin sotto le nostre finestre al primo piano.
Finito che aveva, tornava in casa brandendo il malcapitato stocco per la coda, tutto soddisfatto.
E lì cominciava il lavoro di mia madre.
Il bagno per tre giorni, cambiando sempre l'acqua. L'inevitabile puzza che si diffondeva per casa. Perchè non si mette sul balcone, fa troppo freddo e si indurisce e noi dobbiamo ammorbidirlo, questa l'idea di mia madre. E così per tre o quattro giorni si doveva convivere con questo odore non proprio gradevole.
Ma alla fine ci si abitua, ci si abitua a tutto...
Dopo il bagno, va spinato, eliminate le lische, le pelli e tutti gli scarti, e ridotta la polpa a scaglie.
Mia madre lo cuoceva a lungo con olio, acciughe, una idea di pomodoro e latte, tanto.
Il pentolone bolliva, bolliva, e bolliva.
Quando pareva essere pronto, ecco che entrava in azione la frusta. Olio di gomito e via, mescolare velocemente per renderlo cremoso.
A questo punto parte la mantecatura con l'olio, sempre frustando con olio di gomito...
Confesso che non ne vado matta, ma fa parte della nostra tradizione, ed è un modo di ricordare mio padre, che non c'è più. Per lui era davvero importante, e anche se ora non c'è più per batterlo come si deve, so che sarebbe felice di sapere che sulla tavola di Natale il baccalà non mancherà mai.
il baccalà della Luisa
Buon natale Coquinaria!
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