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  • #16
    Marinora buoni che sono i tuoi dolci, stamattina ci ho fatto colazione.
    "Le Belle Arti sono cinque, e cioè: la pittura, la scultura, la poesia, la musica, l'architettura. Quest'ultima ha per ramo principale la pasticceria." Careme Marie Antoine

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    • #17
      [img]graemlins/E20.gif[/img] sono contenta che ti siano piaciuti, d'altra parte erano dolci pensati per la colazione!
      Bisogna porsi delle mete, bisogna combattere per raggiungerle.
      Bisogna avere dei sogni, bisogna battersi per realizzarli.
      Francesco Alberoni

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      • #18
        BRIOCHE RUSTICA CON ZUCCHINE E PINOLI

        Farina 00 gr. 350
        Uova intere 4
        Vino bianco 1 bicchiere (o 1 bicchiere di latte)
        Olio extravergine di oliva mezzo bicchiere
        Sale e pepe macinato al momento
        Lievito per pizza 'Pizzaiolo... 2 bustine
        Zucchine gr. 300
        Cipolla 1/2
        Pinoli gr. 25
        Emmenthal grattugiato gr. 100
        Cuocere le zucchine tagliate a fettine sottili in olio e cipolla (rossa mi piace di più). In una ciotola profonda amalgamare bene la farina, le uova, il vino, l'olio, il sale, il pepe e le zucchine, infine unire le bustine di lievito e lasciare lievitare per circa mezzora. Oleare bene uno stampo da plum cake e versarvi il composto, spolverare con i pinoli. Cuocere in forno preriscaldato a 180° per circa 30 minuti.
        Altri abbinamenti: carciofi e Emmental, prosciutto e fichi

        [ 28.09.2005, 21:01: Messaggio modificato da: marinora ]
        Bisogna porsi delle mete, bisogna combattere per raggiungerle.
        Bisogna avere dei sogni, bisogna battersi per realizzarli.
        Francesco Alberoni

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        • #19


          "Le origini della ricotta romana sono antichissime:

          i primi riferimenti storici risalgono a Marco Porzio Catone che raccolse le norme che regolavano la pastorizia nella Roma repubblicana dove il latte di pecora aveva tre utilizzazioni: nei riti religiosi, come bevanda e infine con l'uso del siero residuo nella trasformazione in formaggi". "

          Facilmente riconoscibile perché la ricotta romana viene confezionata in cestelli tronco-conici di vimini, di plastica o di metallo con capacità massima di due chili oppure avvolta in carta pergamena o sottovuoto.

          Ci sarebbe molto di più ma non vorrei annoiarvi.
          Non condivido ciò che dici,
          ma sarei disposto a dare la vita
          affinché tu possa dirlo.
          -Voltaire-

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          • #20
            Io ho preparato solo un piatto, l'ing. ne possiede documentazione.

            Sformatino di mele patate e speck




            Ingredienti
            1 cipolla
            4 patate
            4 mele
            200 gr speck a quadretti
            1/2 litro di panna allungata con un bicchiere di latte
            noce moscata
            parmigiano per gratinare

            Facile ma un po' noioso, perché dovrete affettare tutto sottile, ad eccezione delle mele, che potete tenere un po' più spesse.
            Ho cosparso la teglia di olio e ho fatto uno strato con la cipolla tagliata a fettine sottili.
            Poi ho iniziato a fare gli strati: patate e mele.
            Sopra le mele ho aggiunto lo speck, sottile anche lui, e ho coperto completamente.
            Ho aggiunto metà della panna, che avevo scaldato col latte e un'aggiunta di noce moscata, per renderla molto liquida.
            Poi di nuovo patate, mele, patate, la restante panna ed abbondante parmigiano.
            L'importante è che le patate siano davvero sottili e meglio se non farinose.
            Poi 200* per circa mezzora o almeno fino a che infilando una forchetta affonderà senza problemi.
            L'ho inventato ma è piaciuto (perché siete tutti troppo buoni...)

            Ing, voglio la foto!
            ty

            [ 28.09.2005, 16:45: Messaggio modificato da: Rossanina ]
            Mettiamo un disco sul giradisco, baci in cucina, baci in sala, baci in garage.
            E poi facciamo 120 bambini tutti con dei nomi molto particolari,
            così gli canto una canzone, di quelle belle che li fanno addormentare - dente

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            • #21
              Io ho portato un dolce di cioccolato, le melanzane e il liquore al caffè. Domenica dopo pranzo ho fatto il caffè russo. Mio marito ha fatto la piadina.

              Dolce 1-2-3-4-5



              Si chiama così perché gli ingredienti si ricordano sulle dita di una mano

              1 busta di cacao (da 65 a 85 gr. in genere)
              2 etti di zucchero
              3 uova
              4 (gli ingredienti della ricetta)
              5 etti di ricotta

              Si mescola tutto, fino ad ottenere una crema uniforme, si versa in una tortiera rettangolare e si cuoce per circa 35-40 minuti in forno ventilato a 160°. Una volta raffreddata, si taglia a quadretti e si serve. E' preferibile farla uno o due giorni prima del consumo, perché stando lì migliora.

              Alberto, il marito di Caterina ( [img]graemlins/hello.gif[/img] a entrambi) ha suggerito l'abbinamento di questo dolcetto con le scorze di arancia candite di Bruna Numberone ( [img]graemlins/hello.gif[/img] anche a te!): effettivamente ci stavano a meraviglia!

              Le melanzane



              sono così semplici che non sono neanche una ricetta: taglio le melanzane a cubetti e le fatto soffriggere in abbondante olio di oliva dove ho già appassito due o tre spicchi d'aglio. Quando sono quasi cotte, le bagno conun bicchere d'acqua calda dove ho sciolto una cucchiaiata abbondante di concentrato di pomodoro. Rimesto a fuoco alto per fare asciugare un po' e finisco con un cucchiaio di capperi.

              Si mangiano a temperatura ambiente (anche se Mino della Giuliana [img]graemlins/hello.gif[/img] a tutti e due, ha detto che forse scaldate miglioravano... vedete voi!).

              Del liquore al caffè non ricordo la ricetta.

              Il caffè russo l'ho fatto nel bimby:
              80 gr di zucchero di canna a quadretti
              250 gr di latte p.s.
              25 gr di caffè liofilizzato
              50 gr di vodka

              3 minuti 70° vel. 4
              Si può fare anche in un pentolino sul fuoco, immagino, ma penso che la schiumetta non venga.


              Per la piadina


              (fatta anche quella nel bimby)servono:
              500 gr di farina 00
              250 gr latte
              100 gr strutto
              1 bustina di lievito
              1 cucchiaino di miele
              sale q.b.

              Si impasta il tutto, poi si stende (cercando di farla tonda... in realtà noi facciamo la piadina geografica, con forme vanno dalla spagna, alla corsica, alla francia che sono accettabili... non sono invece accetabili la liguria, la calabria e la puglia ) e si cuoce sulla piastra.
              La piadina si accompagna prevalentemente con salumi o formaggi freschi (io avevo portato squaquerone e casatella).

              [ 28.09.2005, 17:23: Messaggio modificato da: Rossanina ]
              Poor people have big TV's. Rich people have big libraries.
              La cuoca che copia

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              • #22
                Io ho portato solo queste, ma ho notato che non sono arrivate a domenica
                Crescia sfogliata


                1 kg di farina 0
                3 uova
                �¾ di bicchiere di olio di semi
                sale
                pepe nero
                strutto
                latte quanto basta per rendere l'impasto morbido come quello degli gnocchi

                Impastare tutto e fare una sfoglia.
                Passarla sopra con lo strutto, arrotolarla partendo dalla parte verso il bordo del tavolo e girarla attorno alla mano come si trattasse di una corda.
                Srotolarla, piegarla in due avvicinando le estremità e tagliare in circa 10 pezzi.
                Schiacciare il pezzo mettendo in alto la parte tagliata.
                Lasciarle riposare in frigorifero dentro sacchetti di plastica per congelatore almeno un'oretta.
                Spianare come le piadine e cuocerle.

                [ 28.09.2005, 17:24: Messaggio modificato da: Rossanina ]

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                • #23
                  CAKE POMODORI SECCHI E CAPPERI
                  Farina gr. 200
                  Lievito per pizza 'Pizzaiolo... 1 bustina
                  Uova intere 3
                  olio e.v. oliva 10 cl
                  latte 10 cl
                  pomodori secchi (non sott'olio) 100 grammi
                  capperi sotto sale dissalati 50 gr.
                  basilico
                  emmenthal gr. 100
                  Dissalare i pomodori secchi mettendoli a bagno in acqua tiepida. Dissalare i capperi nell'acqua tiepida. Sbattete le uova col latte e l'olio.Unite il basilico e il formaggio quindi farina e lievito. Aggiungete i pomodori dissalati tagliati a pezzetti e i capperi anche essi dissalati. Versate nello stampo oleato. Cuocere in forno a 180° per 50 minuti.

                  [ 26.09.2005, 18:36: Messaggio modificato da: marinora ]
                  Bisogna porsi delle mete, bisogna combattere per raggiungerle.
                  Bisogna avere dei sogni, bisogna battersi per realizzarli.
                  Francesco Alberoni

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                  • #24
                    eccomi qua:

                    io ho portato:
                    PITINA DI CERVO DELLA VAL TRAMONTINA (Friuli)



                    che ora è presidio Slow Food, da cui vi riporto un po' di informazioni:

                    Prodotto tipico della Val Tramontina è la Pitina. Sembra che già nella prima metà del 1800 fosse in uso fra le genti che abitavano le borgate di Inglagna e Frasaneit , località site nel Comune di Tramonti di Sopra. Molto simile nei componenti alla Peta di Andreis e alla Petuccia di Claut, originalmente era composta esclusivamente da carni ovine o caprine o da selvaggina ungulata d'alta montagna (camoscio, cervo o capriolo). La forma di polpetta è dovuta al fatto che in zone montane non c'erano possibilità di reperire budella per insaccare la carne e quindi conservarla, per cui si era sfruttato questo espediente per sopperire questa carenza. La preparazione non richiedeva particolari attrezzature quindi era possibile prepararle ovunque anche in malghe lontane da centri abitati. Questo succedeva normalmente senza un preciso programma, per cui una capra che si spezzava una zampa, un malessere da parto o l'abbattimento di un camoscio, erano l'occasionale condizione per l'immediata preparazione delle Pitine. Il sale, il pepe e la farina da polenta in malga non mancavano mai, quindi una volta macellato l'animale e disossato, la carne veniva tagliata a pezzettini il più piccoli possibile, quindi insaporita con sale, pepe ed erbe aromatiche raccolte sul posto (Arsinc), si formavano delle polpette con le mani, quindi si passavano nella farina da polenta e si appoggiavano sotto la cappa del camino del fogolar ad affumicare e li rimanevano per diversi giorni. Una volta asciugate potevano essere conservate in qualsiasi luogo purchè asciutto per mesi, ovviamente dopo un certo periodo si essicavano e quindi per ammorbidirle venivano cucinate nel Brodo di Polenta. Il sapore molto intenso di queste carni ha portato ai giorni nostri a delle aggiunte di lardo o di sottogola di maiale, per renderle morbide e più gradevoli al palato. Come nella bassa è ancor oggi consuetudine nelle famiglie macellare il maiale, in Val Tramontina si usa preparare le Pitine, e solo pochi cacciatori rimasti le preparano con la carne di camoscio o di cervo. Le varianti peta e petuccia, differiscono dalla pitina per le diverse erbe aromatiche aggiunte nell'impasto e, nel caso della peta, per le dimensioni più grandi. L'animale veniva disossato e la carne triturata finemente nella pestadora (un ceppo di legno incavato). Alla carne si aggiungevano sale, aglio, pepe nero spezzettato. In Val Tramontina, zona di produzione della pitina, si univa anche rosmarino selvatico. In Val Cellina, area di produzione della petuccia, finocchio selvatico e bacche di ginepro. L'affumicatura si realizza con diversi legni aromatici, a volte mescolati tra loro (ma con la prevalenza del faggio).
                    La pitina rischiava di scomparire, non era conosciuta al di fuori della zona pedemontana del Friuli e i produttori erano sempre di meno. Il Presidio Slow Food ha riunito quattro di loro per valorizzarla e promuoverla, partendo dalla ristorazione locale, allargandone il mercato."


                    l'ho servita affettata a mano, con Montasio mezzostagionato e pere williams.


                    CULATELLO DI SAURIS



                    qualche cenno storico tratto da sangoogle:

                    Il prosciutto rappresenta uno dei prodotti più tipici della fascia collinare del Friuli Venezia Giulia (basti pensare al famoso prosciutto di San Daniele), ma piccole e pregiate produzioni si trovano anche nelle zone più montagnose, ed è proprio qui che nasce il prosciutto crudo di Sauris.
                    Ripercorrendo la storia del prosciutto si vede come esso abbia origini molto antiche. I Romani già lo conoscevano, così come i Celti, primi colonizzatori delle terre friulane che furono i precursoni nell'utilizzo del sale per conservare la carne di maiale.
                    Gli antichi avevano già compreso che la poca umidità , il buon arieggiamento e il clima di colline e montagne consentivano di conservare meglio la carne arricchendola di preziosi sapori. Avevano così inventato la stagionatura, fenomeno ben diverso dalla semplice conservazione perché avviene solo attraverso complessi fenomeni biochimici naturali.
                    La storia del prosciutto compie lo stesso percorso evolutivo che ha portato l'Italia dalla realtà rurale all'economia moderna, e passa dagli antichi romani ai commerci medioevali a dorso di mulo, per affermarsi con i traffici della Repubblica di Venezia. Verso la metà del XIII secolo una comunità di origine carinziana si insedia in Carnia nell'Alta Valle del Lumiei: nasce così Sauris, localizzato a circa 1200 metri di quota.
                    La sua particolare posizione geografica ha salvaguardato nei secoli fino ai giorni nostri la caratteristica parlata, interessanti tradizioni popolari e religiose, nonchè gustose specialità gastronomiche casearie e suinicole.
                    Sauris è il paese più alto del Friuli e fino a non molto tempo fa d'inverno era praticamente isolato dal resto del mondo. In compenso gode di un'aria asciutta, frizzante, balsamica, che costituisce uno di quei microclimi ideali per i migliori prosciutti italiani.
                    Da sempre a Sauris si producono prosciutti affumicati e insaccati di grandissima qualità per il consumo familiare, ed esiste una sola piccola azienda che li produce per il commercio.
                    I prosciutti ricavati da suini locali vengono lavati con vino e aceto e aromatizzati con essenze odorose di montagna. Vengono sottoposti a un lentissimo processo di affumicatura a bassa temperatura mediante fascine di faggio, pino e bacche di ginepro.
                    La lenta e lunga affumicatura è il segreto per ottenere un gusto equilibrato, non acre, rotondo e raffinato. La stagionatura è sempre superiore ai dodici mesi, e grazie al particolare microclima il prosciutto di Sauris acquista sapidità pur mantenendo dolcezza e morbidezza.


                    Il culatello fa parte di una limitata produzione, per cui ancor più prelibato. Affettato al velo con la Berkel di Aldo, ha sprigionato tutta la sua fragranza e rivelato al meglio il suo delicato sapore.


                    CROSTINI DI SPECK D'ANATRA AFFUMICATI
                    al mascarpone.



                    Palmanova, in Friuli, è luogo deputato all'allevamento e alla produzione di oche, anatre e tutto quello che ne deriva (fegato grasso, insaccati di tutti i tipi fatti con le carni di questi volatili da cortile).

                    Si prende un petto d'anatra affumicato (loro lo chiamano speck d'anatra) e lo si affetta abbatanza sottile. Si affetta anche del pane adatto a fare crostini, lo si spalma con un leggero velo di mascarpone tal quale e vi si adagiano sopra le fettine di speck d'anatra. Punto.


                    GERMANO ALLA GARDESANA



                    2 germani reali spiumati ed eviscerati
                    1 cipolla
                    2 carote
                    2 coste di sedano
                    3 chiodi di garofano
                    3 bacche di ginepro
                    1 foglia di alloro
                    vino bianco
                    mezza arancia
                    olio, poco burro
                    sale, pepe


                    lavare bene i germani debitamene spiumati e fiammeggiati, asciugarli bene.
                    In un tegame abbastanza alto mettere olio e burro, quindi rosolare ben bene a fuoco vivo i germani da tutti i lati, bagnare con abbondante vino bianco e lasciar evaporare poi salare e pepare.
                    Tritare la verdura grossolanamente e aggiungerla nel tegame, unire anche ginepro, garofano, la foglia di alloro e la mezza arancia q1uindi coprire e lasciar cuocere per circa un'ora.
                    Trascorso il tempo, togliere i germani dal tegame e passare il sugo di verdure al mulinetto eliminando le spezie, la foglia di alloro e l'arancia. Ottenuto un sugo piuttosto spesso, rimettere tutto sul fuoco, rimettere anche il germano nel sugo e finire di cuocere.
                    Tagliare il germano a pezzi e servirlo ben caldo col sugo di cottura e, se piace, con la polenta.


                    Questo è un vecchissimo dolce milanese o lombardo, caduto un po' in disuso che ho voluto fare per farlo conoscere. Anche se ci andava forse un po' più di caramello, anche più scuro, ci sarebbe stato bene.
                    Andrebbe servito con panna montata, come da tradizione, ma mi è sembrato già un po' pesantino così, e poi vista la giornata già carica di cibarie....
                    dosi per quello che avete visto a Rimini.

                    BURRO DI MILANO



                    1 l latte
                    200 gr farina bianca
                    200 gr zucchero
                    180 gr burro
                    6 uova

                    per il caramello
                    250/300 gr di zucchero
                    poca acqua
                    1 o 2 gocce di limone

                    Preparare il caramello, con lo zucchero, l'acqua e le gocce di limone, lasciarlo diventare bello scuro e quindi caramellare uno stampo da ciambellone da 1 l. e lasciar raffreddare. Scaldare il forno a 180° e porvi un tegame per la cottura a bagnomaria che contenga lo stampo.

                    Fare una besciamella piuttosto dura, con la farina il burro e il latte, al solito modo.
                    Una volta cotta, lasciarla intiepidire mescolandola per non farle fare la pellicina.
                    Sbattere i tuorli con lo zucchero e a parte montare a neve fermissima gli albumi.
                    Riprendere la besciamella e aggiungere prima le uova sbattute mescolando bene bene per amalgamare il tutto. Quindi, molto delicatamente, gli albumi. Magari un paio di cucchiaiate prima per ammorbidire il composto e poi tutta la neve restante in una volta sola.

                    Versare il composto nello stampo e cuocere a bagnomaria in forno per 40/50 minuti, dipende dal forno, finché il dolce sarà bello gonfio e con una leggera crosticina dorata.
                    Togliere dal forno, il dolce si sgonfierà un po', è normale. Una volta intiepidito mettere in frigorifero per almeno 5 o 6 ore prima di servirlo guarnendolo al centro con della panna montata.


                    questa ricettà c'è già nel DB, è un dolce che avevo fatto per un coquicompleanno a Bologna

                    TARTUFATA NERA In salsa di fragole (o di lamponi)


                    per la base
                    250 gr biscotti secchi
                    50 gr zucchero
                    140 gr burro salato
                    20 gr cacao dolce

                    PER LA CREMA
                    500 ml panna liquida fresca
                    200 gr cioccolato fondente
                    180 gr cioccolato fondente all'80%
                    3 cucchiai latte
                    30 gr burro
                    1 cucchiaino essenza di vaniglia
                    1 cucchiaio cacao amaro
                    1 dl. rhum

                    PER LA SALSA DI FRAGOLE (o di lamponi)
                    2 cestini di fragole (o lamponi)
                    50 gr zuchero a velo
                    1 cucchiaio Kirsch

                    Per la base:
                    Ammorbidire il burro. Nel mixer mettere i biscotti secchi e polverizzarli, aggiungere il burro a pezzetti, il cacao dolce e lo zucchero e lavorare ancora un po' finché si avrà un composto omogeneo.
                    Foderare il fondo di uno stampo a cerniera con della carta forno bagnata e strizzata. Stendervi il composto di biscotti il più uniformemente possibile e cuocere in forno a 180° per circa 10 minuti, dopodichè togliere e lasciar raffreddare.

                    Per la crema:
                    Fondere il cioccolato con il latte, il burro e il rhum, e lasciar intiepidire mescolando ogni tanto. Alla fine quando è quasi freddo, aggiungere l'essenza di vaniglia.
                    Montare la panna ben densa e incorporarla al cioccolato fuso mescolando bene perché sia ben amalgamata, stenderla quindi sulla base di biscotti in un livello il più possibile uguale e mettere in frigorifero.
                    Al momento di servire, cospargere la superficie del dolce con un velo di cacao amaro e guarnire a piacere con la frutta scelta per la salsa o altro.

                    Per la salsa:
                    Pulire velocemente le fragole (o i lamponi)
                    mettere il tutto nel bicchiere del frullatore insieme allo zucchero a velo e al liquore. Quindi passare il tutto al setaccio fine e accompagnare la salsa alla tartufata nera.


                    questo è un mio vecchio dolce, di cui mi ha fatto memoria Ross parlandone nel topo della LaStef, e così ho pensato di rifarlo per quelli che ancora non lo conoscevano....eccolo di nuovo qui...

                    MATTONELLA DI CASTAGNE E CIOCCOLATO



                    150 gr cioccolato fondente
                    500 gr marmellata di marroni vanigliata
                    130 gr burro
                    1 cucchiaio di scorza grattugiata di una arancia non trattata
                    1 cucchiaio di brandy
                    50 gr di zucchero
                    cacao per spolverare

                    Per decorare:
                    marron glacè
                    caramelline argentate
                    qualche mandorla pralinata

                    Spezzettare il cioccolato e fonderlo a bagnomaria.
                    Unire il burro tagliato a pezzetti e mescolare con una frusta finché il tutto è ben amalgamato.
                    Trasferire il tutto in una terrina e aggiungere la marmellata di marroni. Sempre mescolando energicamente, unire lo zucchero, il brandy e la scorza d'arancia.
                    Foderare con la pellicola trasparente uno stampo quadrato e versare il composto. Tenere in frigorifero per almeno 12 ore.
                    Al momento di servire, sformare il dolce, spolverare di cacao amaro, guarnire con i marron glacès, le caramelline argentate e le mandorle pralinate e, se le avete, qualche violetta candita.


                    e dulcis in fundo:

                    BAVARESE AL PISTACCHIO E PROFUMO D'ARANCIA


                    3 dl latte
                    3 dl panna liquida fresca
                    4 tuorli
                    200 gr pistacchi di Bronte
                    200 gr zucchero
                    14 gr gelatina in foglia
                    la scorza di una arancia grattugiata

                    per la crema inglese profumata all'arancia:
                    200 gr latte
                    300 gr panna
                    70 gr zucchero
                    6 tuorli
                    la scorza di una arancia grattugiata
                    2 cucchiai succo d'arancia

                    per guarnire
                    pistacchi tritati
                    scorzette d'arancia

                    per prima cosa sbollentare i pistacchi qualche minuto in acqua bollente, scolarli e sgusciarli subito, quindi stenderli in un unico strato su un foglio di carta forno e farli asciugare in forno a temperatura bassa, non devono tostare.
                    Una volta asciutti, tritarli finissimamente o frullarli finché sono poltiglia.
                    Ammollare la gelatina in acqua fredda.
                    Scaldare il latte con la scorza d'arancia grattugiata.
                    Sbattere i tuorli con lo zucchero finché saranno quasi bianchi e spumosi, e versarvi a filo il latte caldo con la scorza,mescolando con un cucchiaio di legno per non fare troppa schiuma, quindi versare il composto in una casseruola e rimettere a cuocere a fuoco dolce, mescolando sempre finché la crema si ispessisce e vela il cucchiaio. Attenzione a che non bolla per non farla impazzire. Unire la gelatina strizzata e mescolare per far sciogliere bene, quindi togliere dal fuoco e passare il composto attraverso un colino fine. A questo punto unire il trito di pistacchi e mescolare ben bene.
                    Lasciar raffreddare mescolando spesso perché non rapprenda. Quando è completamente fredda la crema, montare la panna e incorporarla con pazienza fino ad ottenere un composto del tutto liscio e omogeneo.
                    Versare in uno stampo a piacere e al momento di servire sformate su un letto di crema inglese all'arancia e guarnire con granella di pistacchi e scorzette d'arancia.

                    Per la crema inglese all'arancia:
                    scaldare il latte e la panna con la scorza grattugiata.
                    Montare i tuorli con lo zucchero fino a crema quasi bianca.
                    Diluire la crema di uova con il latte/panna caldo a filo, mescolare bene e rimettere sul fuoco. Cuocere a fuoco dolce mescolando sempre perché non bolla, finché la crema diventa spessa e vela il cucchiaio. Profumare con i due cucchiai di succo, lasciar cuocere ancora qualche secondo, togliere dal fuoco e filtrare al colino fine. Tenere in frigo fino al momento di servire.

                    [ 28.09.2005, 12:32: Messaggio modificato da: Rossanina ]
                    http://lagallinavintage-giuliana.blogspot.com/

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                    • #25
                      Questa volta tre piatti a base del prodotto tipico più prezioso che ha Reggio e Modena:l'aceto balsamico.

                      Antipasto:bocconcini di Parmigiano stravecchio(3 anni suonati),con gocce di balsamico.

                      Primo:tortelli di zucca reggiani al balsamico.


                      Per il ripieno si prende una bella zucca,sperando che sia dolce.
                      Si taglia a spicchi e si cuoce in forno per un'ora e mezza circa,finché i rebbi della forchetta non penetrano facilmente nella polpa.
                      Questa si metterà in una ciotola,e ad essa si aggiungono una decina di amaretti sbriciolati e un monte(sì,un monte)di Parmigiano Reggiano.
                      Ma buono,eh?
                      Si prepara una sfoglia all'uovo(ogni uovo,100 grammi di farina....meglio ricordarlo ogni tanto) e si confezionano i tortelli.
                      Vanno poi lessati in acqua salata(pochi minuti) e si condiscono con burro e salvia soffritti,tanto Parmigiano e un giro di aceto balsamico.

                      Secondo:scaloppine di maiale al balsamico.


                      Si prende un pezzo di filone(lombo) di maiale e si taglia a fettine.
                      Queste fettine si infarinano e si mettono a friggere nel burro sfrigolante.
                      Si salano e si adagiano in un piatto da portata caldo.
                      Si aggiunge burro nella padella appena usata,si fa sciogliere e ci si fa sfumare,per pochi secondi,mezzo bicchiere di aceto balsamico.
                      Si toglie dal fuoco e,con questo sughetto,ci si nappano le fettine di carne.

                      [ 28.09.2005, 12:36: Messaggio modificato da: Rossanina ]
                      La resdora.

                      La terra non è un dono dei nostri padri, bensì un prestito dei nostri figli.

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                      • #26
                        TORTA DI RISO



                        2 litri di latte, 9 uova, 150 gr di riso arborio, 150 gr di cedri canditi tritati, 150 gr di mandorle tostate tritate, 500 gr di zucchero un pizzico di sale, 50 gr di mandorla amara,50 gr di rum, la scorza di un limone
                        Mettere il latte e lo zucchero il pizzico di sale e la scorza di limone in un capiente tegame, fare alzare il bollore e gettare il riso.Fare bollire a fiamma bassissima per 2 ore, fino a che il tutto non sia diventato una bella crema color avorio, mescolare spesso.
                        unire il candito tritato, le mandorle, il liquore, le uova leggermente battute. Versare il composto in una teglia leggermente unta di burro e cosparsa di pangrattato, Cuocere in forno per 50/60 minuti a 170/180°.Appena esce dal forno bagnare la superficie con la mandorla amara.

                        [ 28.09.2005, 12:37: Messaggio modificato da: Rossanina ]
                        "Quando giungerà  il mio momento voglio essere cremato" disse il cornetto.

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                        • #27
                          LECCA LECCA DI CROCCANTE



                          Appoggiare sul tavolo un lungo foglio di carta da forno, mettere sul fuoco 200 gr di zucchero, fare un caramello di colore biondo scuro, versatelo a singole cucchiaiate sulla carta, su ogni colata di caramello appoggiate uno stecchino di legno e distribuite della frutta secca a piacimento o granelle di zucchero colorate.Lasciateli raffreddare avvolgeteli con domopac e mettete un nastrino colorato.

                          [ 28.09.2005, 12:40: Messaggio modificato da: Rossanina ]
                          "Quando giungerà  il mio momento voglio essere cremato" disse il cornetto.

                          Commenta


                          • #28
                            Io ho fatto i dolci della colazione del sabato.


                            Ho fatto due dosi di frolla al cacao e con questa ho foderato 4 stampi da crostata di varie fogge.
                            La dose singola di frolla è presa dal libro Cioccolato! Edito da Tommasi editore

                            g. 250 di farina
                            g. 100 zucchero a velo,
                            sale, un pizzico
                            un cucchiaio di cacao in polvere (io ne uso uno eccellente che mi hanno regalato, che viene da parigi. In questa crostata la qualità del cacao è fondamentale)
                            g. 200 di burro freddo a cubetti
                            2 tuorli sbattuti con un cucchiaio d'acqua.
                            Messo tutto nel robot tranne le uova. Aggiunte le ouva e fatto riposare in frigo per due ore.

                            Ho cotto le basi vuote e le ho farcite ottenendo:


                            CROSTATA DI FROLLA AL CACAO AI LAMPONI



                            Ho mescolato un barattolo di marmellata di lamponi con un cucchiaio di mascarpone ed ho passato in forno ad assodare leggermente. Spolverizzato di cacao una volta freddo.

                            CROSTATA DI ARANCIO E CAFFE'


                            Ho mescolato una vaschetta di mascarpone dal 250 g. con un cucchiaino di caffè in polvere e un cucchiaio di arancia candita. Spalmato sulla base della crostata.

                            CROSTATA DI MASCARONE E ARMAGNAC


                            Ho mescolato 250 g. di mascarpone ad un cucchiaino di caffè in polvere e un cucchiaino di Armagnac riserva del 1980.
                            Ho spalmato un velo di marmellata di arancia e sopra la cremina.

                            CROSTATA AL CARAMELLO SALATO



                            Ho fatto il caramello, l'ho "ammorbidito" con la panna invece che con l'acqua ed ho aggiunto un bel pizzico di sale.
                            Sulla base della crostata ho messo un velo di mascarpone e sopra uno strato di caramello.

                            Ho poi fatto un crumble con la mia solita brisèe e dentro un ripieno di mele e marmellata di more.



                            Infine un vassoio di minicornetti allo yogurt con marmellata di fichi e lamponi (di babette) e di more.


                            [ 28.09.2005, 16:18: Messaggio modificato da: Rossanina ]

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                            • #29
                              </font><blockquote>cita:</font><hr />Inviato da: Rossanina:
                              Io ho fatto i dolci della colazione del sabato.
                              </font>[/QUOTE]colazione del sabato mattina?....DISCRIMINATORIO per tutti noi che arrivavamo per pranzo: infatti non ne era rimasta che qualche briciolina sparpagliata...
                              ...mi chiamo Bond, Maffo Bond....
                              ...Il mio cervello è fuggito all'estero ma non ha voluto che lo seguissi...
                              La Polpetta Perfetta

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                              • #30
                                Io ho fatto:

                                i biscotti viennesi




                                E IL FRIGGIONE:


                                2 grosse cipolle
                                circa 700/800 grammi di pomodori o pelati
                                circa 400/500 grammi di prosciutto crudo

                                Si fanno imbiondire le cipolle affettate sottili in quattro cucchiai di olio in una padella... quando le cipolle sono imbiondite si aggungono i pomodori e si fanno bollire per 10 minuti, poi si aggiunge il prosciutto tagliato a listarelle e si fa andare tutto fiono a che il pomodoro non diventa un po&quot; consitente.... un po&quot; meno liquido.... per il raduno 2,5kg di pomodoro hanno bollito per circa un oretta !!!!

                                molto semplice...

                                poi ho portato una
                                caciotta Val Sillaro



                                e un Castel San pietro



                                [ 28.09.2005, 12:45: Messaggio modificato da: Rossanina ]
                                Monica
                                I coquinari sono tutti insieme anche se non si vedono...si mangiano! (Nadia)

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