Non trovo il cavolo nero qui' ma posso ovviare con la verza, grazie Bruna e Savita.
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A me piace tanto tanto e l'ho anche fatta diverse volte l'inverno scorso, quest'anno ancora no, mi sa che la rifaccio in dose abbondante e mi congelo qualche scatolina.
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Che idee! Anche l'uso della farina di ceci sembrerebbe buona.
Grazie Savita per quella zuppa, ho proprio mezza verza e tutti gli altri ingredienti in frigo che stanno arrivando alla fine della loro vita!I never lose. I either win or learn. (Nelson Mandela)
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Pubblicato originariamente da Franca B Visualizza il messaggioQui il cavolo nero si trova facilmente...l'ho scoperto anch'io.Buono e questa zuppa è la sua degna fine.E'il termine bordatino che mi trova impreparata ..."Conta poco avere il vento favorevole, se non sai dove andare."
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Pubblicato originariamente da Giuliana Visualizza il messaggiola adoro!! La tua è simile a quella di Enzo, l'aveva preparata un venerdì a pranzo, prima della Cena delle stelle a Campiglia.....bellissimi ricordi!
Franca, ti copio quello che ho trovato in rete sul perchè si chiama cos':
da "La cucina livornese" di Aldo Santini, ricetta di Elma Giusti Il bordatino e' un piatto di recupero fatto con gli avanzi del giorno prima. Un piatto della Livorno povera. Nel rispettivo menu' settimanale compariva in tavola l'indomani dei fagioli rossi e utilizzava il loro brodo. Ottenuta una polentina girando la farina gialla nell'acqua che bolliva in una pentola (polentina non polenta, non troppo solida), durante la cottura si aggiungeva il brodo denso dei fagioli. Circa l'origine del nome "bordatino", alcuni sostengono che, essendo una pietanza molto in voga nel 1700/1800 a bordo dei velieri impegnati nelle lunghe traversate, sarebbe stato battezzato di conseguenza. Era un piatto unico, minestra e secondo insieme, dal gran profumo e dal sapore vigoroso che placava la fame anche ai portuali chiamati ai lavori molto pesanti. I pisani diversamente dai livornesi facevano il bordatino con la farina di ceci."...nella vita non è importante per quanto tempo saremo insieme, quello che succederà in futuro, i progetti che non potremo condividere.. l'importante è esserci incontrati.. è questo l'importante"
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Pubblicato originariamente da savita Visualizza il messaggioGrazie Bruna, bella ricetta! Qui si trova facilmente il cavolo verde e la proverò. Qualche giorno fa, avendo parecchia verza a disposizione, ho cercato una ricetta per utilizzarla al meglio e mi sono imbattuta in una ricetta su Giallo Zafferano, molto simile alla tua, ma con la verza invece del cavolo nero, vino rosso, del porro, e lardo di Colonnata invece della pancetta (che ho omesso). Buonissima!
La ricetta completa, con il commento di Sonia Peronaci, è questa:
ZUPPA DI VERZA, PATATE E FAGIOLI (per 4 persone)"...nella vita non è importante per quanto tempo saremo insieme, quello che succederà in futuro, i progetti che non potremo condividere.. l'importante è esserci incontrati.. è questo l'importante"
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Pubblicato originariamente da Titta Visualizza il messaggioEcco appunto, cos'è il bordatino?
Leggi qui cosa ha postato Giuliana
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da "La cucina livornese" di Aldo Santini, ricetta di Elma Giusti Il bordatino e' un piatto di recupero fatto con gli avanzi del giorno prima. Un piatto della Livorno povera. Nel rispettivo menu' settimanale compariva in tavola l'indomani dei fagioli rossi e utilizzava il loro brodo. Ottenuta una polentina girando la farina gialla nell'acqua che bolliva in una pentola (polentina non polenta, non troppo solida), durante la cottura si aggiungeva il brodo denso dei fagioli. Circa l'origine del nome "bordatino", alcuni sostengono che, essendo una pietanza molto in voga nel 1700/1800 a bordo dei velieri impegnati nelle lunghe traversate, sarebbe stato battezzato di conseguenza. Era un piatto unico, minestra e secondo insieme, dal gran profumo e dal sapore vigoroso che placava la fame anche ai portuali chiamati ai lavori molto pesanti. I pisani diversamente dai livornesi facevano il bordatino con la farina di ceci.
"...nella vita non è importante per quanto tempo saremo insieme, quello che succederà in futuro, i progetti che non potremo condividere.. l'importante è esserci incontrati.. è questo l'importante"
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Federica chissà che muscoli avrai!! 10 quintali... sei matta!!"...nella vita non è importante per quanto tempo saremo insieme, quello che succederà in futuro, i progetti che non potremo condividere.. l'importante è esserci incontrati.. è questo l'importante"
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Ho letto che c'è differenza tra il bordatino livornese e pisano, con i fagiol,i e la farinata, senza fagioli.
Ma i toscani potranno chiarirci meglio le idee..."...nella vita non è importante per quanto tempo saremo insieme, quello che succederà in futuro, i progetti che non potremo condividere.. l'importante è esserci incontrati.. è questo l'importante"
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Sono andata a consultare il librone " Codice della Cucina Livornese" edito da "Villa Guerrazzi, Centro Culturale Enogastronomico" che riporta a proposito del nome Bordatino:
"...è un piatto della Livorno povera fatto con gli avanzi del giorno prima.Nel ripetitivo menù settimanale compariva l'indomani dei fagioli rossi, utilizzando il loro brodo.
Ottenuta una polentina girando la farina gialla che bolliva in una pentola, durante la cottura si aggiungeva il brodo denso dei fagioli. Continuando a girare, nella massa gialla della polentina il brodo scuro tracciava in un primo momento delle righe. da qui il richiamo al "bordatino", un tessuto a righe, detto anche "rigatino", usato per i grembiuli dei bottegai. per le famiglie meno povere c'era l'optional del cavolo nero."
"...nella vita non è importante per quanto tempo saremo insieme, quello che succederà in futuro, i progetti che non potremo condividere.. l'importante è esserci incontrati.. è questo l'importante"
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Pubblicato originariamente da Bruna Cipriani Visualizza il messaggioTitta è una zuppa di cavolo nero con il mais, una polentina molle molle con verdure in pratica.
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da "La cucina livornese" di Aldo Santini, ricetta di Elma Giusti Il bordatino e' un piatto di recupero fatto con gli avanzi del giorno prima. Un piatto della Livorno povera. Nel rispettivo menu' settimanale compariva in tavola l'indomani dei fagioli rossi e utilizzava il loro brodo. Ottenuta una polentina girando la farina gialla nell'acqua che bolliva in una pentola (polentina non polenta, non troppo solida), durante la cottura si aggiungeva il brodo denso dei fagioli. Circa l'origine del nome "bordatino", alcuni sostengono che, essendo una pietanza molto in voga nel 1700/1800 a bordo dei velieri impegnati nelle lunghe traversate, sarebbe stato battezzato di conseguenza. Era un piatto unico, minestra e secondo insieme, dal gran profumo e dal sapore vigoroso che placava la fame anche ai portuali chiamati ai lavori molto pesanti. I pisani diversamente dai livornesi facevano il bordatino con la farina di ceci.
"Conta poco avere il vento favorevole, se non sai dove andare."
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