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  • i "MLINCI", si legge "mlinzi" !!

    Cari Amici,
    allego il testo della mia trasmissione di oggi su RAI RADIO 1 Friuli Venezia Giulia, su "i milinci", una specie di cracker che si usavano nel passato come pasta asciutta

    IMG_4619.JPG piatto di mlinci.jpg mlinci-9585 - Copia.jpg
    I “mlinci (si pronuncia “mlinzi”)
    Tra i primi piatti in Friuli nel passato prevalevano minestre e minestroni a lunga cottura preparati con i prodotti dell’orto. L’unica minestra asciutta, come si definiva una volta, nel ricettario dei conti Caiselli di inizio ‘800 è lo “strucolo di coratella” che rientra nella categorie delle cosiddette “guarnizioni” da brodo. Nel ricettario goriziano di Suor Antonia Orsolina c’è uno “strudel di polmoni”, fatto da frittatine d’uovo farcite con polmone bollito impastato con cipolla rosolata, prezzemolo, panna acida e uovo e arrotolate a strudel. Lo strudel viene bollito in un tovagliolo, e le fettine sono poi coperte da brodo. La contessa Perusini ricorda vari “strudel da brodo” anche a base o di cervello, o milza o fegato o anche solo pangrattato rosolato.
    L’uso della pasta asciutta non in brodo è piuttosto recente. A fine Ottocento era già funzionate un pastificio a Klagenfurth che serviva anche Gorizia, e già nel 1843 a Pordenone Angelo Tomadini inizia la produzione di pasta fresca realizzata con semola di grano duro. Con la tecnica dell’essicazione, la pasta diventa un alimento conservabile ed inizia la sua diffusione presso le mense friulane. Nonostante queste pionieristiche imprese, la pasta, come si intende oggi, non era presente sulle mense della gente comune fino alla Grande Guerra e comunque la cottura non era al dente!
    Nella regione si preparava invece pasta fresca fatta in casa, come i “blecs”(maltagliati) o i “fusi”istriani (tipo garganelli), che però non era conservabile anche per l’umidità delle nostre zone. C’è però una pasta più antica, dal nome sloveno, che risolveva questo problema: i mlinci. Pasta fatta con acqua, farina di frumento e farina di granoturco o in una versione più ricca anche con uova. La sfoglia, stesa con il matterello, veniva cotta sulla piastra caldissima dello “Sparherd” o “spolèr”, la cucina economica a legna; la pasta faceva delle bolle, si abbrustoliva e si realizzavano così delle sfoglie secche che si conservavano in scatole chiuse. Per preparare i “mlinci” impastate bene 150 g di farina 00, 50 g di farina di mais per polenta con 2 uova fino ad ottenere una pasta liscia. Lasciatela riposare, quindi stendetela in sfoglie che farete scottare su una piastra caldissima o in forno. Otterrete una sorte di pane carasau locale, ottimo da mangiare anche così come fosse un cracker. Per utilizzarli come primo piatto, spezzate irregolarmente i “milinci” secchi, sbollentateli in acqua salata e spadellateli poi in sugo di carne e verdure o in una “supeta” di gallina.
    Spolverate di formaggio grattugiato e ….. Buon Appetito!

  • #2
    Quindi vanno solo sbollentati o vanno cotti come la pasta (essendo con le uova, direi pochi minuti)?
    ciao
    marchino
    "Siete il mio tempo migliore" (Eleonora)

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    • #3
      Pubblicato originariamente da marchino Visualizza il messaggio
      Quindi vanno solo sbollentati o vanno cotti come la pasta (essendo con le uova, direi pochi minuti)?
      ciao
      marchino
      le sfoglie prime sono cotte sulla piastra caldissima, in pratica ciò asciuga la pasta.
      Poi quando preparare un primo piatto spezzetti le sfoglie e cuoci questi "maltagliati" in acqua bollente come fosse una pasta, pochissimi minuti

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      • #4
        Grazie, mi sa che proverò presto a farli.
        ciao
        marchino
        "Siete il mio tempo migliore" (Eleonora)

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        • #5
          Bella storia sulla pasta. Sono di origine slava? O dal Friuli sono passati nei paesi slavi? Ho letto che sono di Croazia, Serbia e Slovenia.

          Spero che di tutti questi articoli tu ne faccia una raccolta, un libro! Non possono andare spersi chissà dove.
          "Le Belle Arti sono cinque, e cioè: la pittura, la scultura, la poesia, la musica, l'architettura. Quest'ultima ha per ramo principale la pasticceria." Careme Marie Antoine

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          • #6
            Pubblicato originariamente da MarisaC Visualizza il messaggio
            Bella storia sulla pasta. Sono di origine slava? O dal Friuli sono passati nei paesi slavi? Ho letto che sono di Croazia, Serbia e Slovenia..
            Marisa, la cucina della Venezia Giulia è la sintesi di diverse civiltà gastronomiche e questo si può maggiormente evidenziare soprattutto nei dolci. Siamo in un punto di incontro delle comunità slave, germaniche e latine. La vicinanza con Venezia ci ha permesso molti contatti greci e dal medio oriente. Nei dolci si può fare una sorta di "scavo archeologico" e si evidenziano quelli di origine latina, turca, boema, etc.

            I mlinci sono presenti nell'area balcanica e credo che da lì siano giunti qui in Friuli, ma in tempi molto remoti. Ci sono invece cibi "moderni" cioè degli ultimi 50-60 anni, portati in Slovenia, e quindi da noi, dalla Serbia durante il regime di Tito che cercava di dare una impronta più "yugoslava" anche alla Slovenia. Parlo ad esempio dei ?evap?i?i, le polpettine allungate alle griglia che molti conoscono, ma che non sono mai stati presenti nel passato nella zona. Ultimamente sta diventando di moda la pleiskavi?a, di origine dalla Serbia e Bosnia, una sorta di hamburger piatto e largo a base della stessa carne dei i ?evap?i?i (è un misto di maiale, manzo e talvolta anche agnello con cipolla e aglio nell’impasto).
            A me diverte molto andare a ricercare l’origine delle pietanze

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            • #7
              Scusami, altra domanda: ma una volta cotti alla piastra, per quanto si conservano? E come?
              grazie
              ciao
              marchino
              "Siete il mio tempo migliore" (Eleonora)

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              • #8
                Pubblicato originariamente da roberto zot Visualizza il messaggio

                A me diverte molto andare a ricercare l’origine delle pietanze

                Anche a me!

                Grazie Roberto!
                "Le Belle Arti sono cinque, e cioè: la pittura, la scultura, la poesia, la musica, l'architettura. Quest'ultima ha per ramo principale la pasticceria." Careme Marie Antoine

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                • #9
                  Pubblicato originariamente da marchino Visualizza il messaggio
                  Scusami, altra domanda: ma una volta cotti alla piastra, per quanto si conservano? E come?
                  grazie
                  ciao
                  marchino
                  una volta cotti sono come una pasta secca, pan secco, e si conservano bene in scatole di latta. L'importante è che siano asciutti. Si possono conservare credo anche un paio di mesi

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                  • #10
                    Come sempre interessantissimo! Grazie Roberto!
                    Grazy
                    ...Autogestire la propria creatività, senza intermediari, senza volontà eccelse e onnipotenti che decidono al posto tuo, poco a poco ti rivela la necessità di autogestire il tuo stesso destino. (S. Agosti)
                    Ingiuriare i mascalzoni è cosa nobile, perché, a ben vedere significa onorare gli onesti! (Aristofane)

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                    • #11
                      Quando ero piccina e la mamma faceva la pasta fatta in casa (tagliatelle, ravioli), con il babbo se ne rubava sempre un pochina (già stesa) per cuocerla sulla piastra elettrica (il suo piano cottura aveva quattro fuochi e due piastre elettriche). Una bontà!!!
                      leggere il tuo articolo mi ha fatto capire che non si inventa nulla...

                      L'aggiunta, rispetto alla pasta di qui, di farina di mais mi sa che la rende più gustosa, e forse anche più adatta alle zuppe.
                      Da voi c'è tradizione di coltivazione di mais?

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                      • #12
                        Vero! Brava Ross! Si prendeva la striscina di tagliatella (maccheroni)e si poggiava sul piano rovente della stufa a legna......più che piacere mi divertiva.
                        "Le Belle Arti sono cinque, e cioè: la pittura, la scultura, la poesia, la musica, l'architettura. Quest'ultima ha per ramo principale la pasticceria." Careme Marie Antoine

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                        • #13
                          Roberto, si preparano anche senza uovo solo con farina e acqua?
                          "Le Belle Arti sono cinque, e cioè: la pittura, la scultura, la poesia, la musica, l'architettura. Quest'ultima ha per ramo principale la pasticceria." Careme Marie Antoine

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                          • #14
                            Pubblicato originariamente da Rossanina Visualizza il messaggio
                            Da voi c'è tradizione di coltivazione di mais?
                            Certo, il mais è coltivato! In genere la polenta è bianca, mais bianco perla, ma nei mlinci mettono farina gialla

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                            • #15
                              scusa Roberto ma i mlinci li trovi anche in Friuli ?
                              perché qui da noi sicuramente si , ma in Friuli non lo so
                              http://www.flickr.com/photos/pierovis-ciada/

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