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  • ottenendo 3 rulli che sistemo sulla spianatoia con al chiusura nascosta sotto

    che poi ho intrecciato

    volendo si può fare una treccia a due, oppure formare un rotolo o delle chiocciole

    Qualsiasi forma abbia il nostro cozonac una volta nella teglia deve riempirla solo fino a metà altezza, per evitare spatasciamenti

    Le teglie devono essere imburrate fino sopra oppure si può usare della carta forno. Una volta sistemate nelle teglie si mettono a fare la seconda lievitazione. Per la tempistica, erano le 14.30.

    Quando lievitando il cozonac arriva al bordo della teglia

    e ora di spennellarlo di uovo sbattuto al quale volendo si può aggiungere un po’ di latte, devono assolutamente essere a temperatura ambiente o tiepidini

    sopra si potrebbe spolverare dello zucchero di canna in questo caso, zucchero semplice, dei gherigli di noce o anche niente, a proprio piacimento

    messi a cuocere nel forno preriscaldato statico a 180°C

    a cottura terminata, dopo 45 minuti, comunque prima di toglierli fare sempre la prova stuzzicadenti

    tolti caldi dalla forma e messi a raffreddare sulla gratella

    perfettamente cotti su tutti i lati

    singolo

    e a fette

    Avvolto in della carta e poi in buste di plastica si conserva benissimo anche per 2 settimana, qualcuno lo congela, io non c’ho mai provato.
    La mia cucina

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    • LORELLA
      GRAN BRETAGNA

      DOLCE ALL'ARANCIA

      Questa e' una ricetta che ho trovato nel mio solito quotidiano The Timese ho provato a farla con un risultato molto soddifacente.
      Le dosi sono da elefanti, io non avevo una teglia da 28 o 31 e allora ho diviso in due piu' piccole.
      Se volete potete anche dimezzare le dosi.
      500 gr burro
      500 gr zucchero
      8 uova
      1 cucchiaio di scorza di arancia grattugiata
      500 gr farina self raising (gia' addizionata di lievito)
      180 ml succo di arancia fresco
      per la glassa
      50 ml succo di arancia, 250 gr zucchero a velo

      Scaldare il forno a 170.
      mescolare lo zucchero e il burro finche' molto chiari, a lungo.
      Aggiungete le uova una per volta sbattendo bene dopo ogni aggiunta e alla fine la scorza grattugiata.
      Aggiungete la farina tutta insieme e mescolate molto bene poi lentamente il succo di arancia.
      Mettere il composto in una teglia imburrata oppure carta forno e lasciate in forno per circa 1 ora e 10 minuti o almeno finche' uno stuzzicadenti infilato nella torta esce asciutto.
      Per fare la glassa mescolate il succo di arancia con lo zucchero al velo finche' della giusta consistenza e coprite il dolce una volta freddo.
      Questo e' il primo dolce che ho fatto che finalmente mi e' venuto bene. Non so se per merito della farina self raising oppure del fatto che ho veramente sbattuto tutto molto a lungo, oppure del mio forno senza vetro davanti, aprire solo dopo 30 minuti almeno.
      "Le Belle Arti sono cinque, e cioè: la pittura, la scultura, la poesia, la musica, l'architettura. Quest'ultima ha per ramo principale la pasticceria." Careme Marie Antoine

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      • Insalata russa_Salata boeuf

        Romania
        antipasti
        Da quel che ne so io il nome deriva dal fatto che si usa la carne di vitello, questa è anche la principale differenza tra questa e l'insalata russa "italiana".
        Questa è la ricetta che usa da sempre mia madre, io ho apportato solo una modifica sostituendo a volte la carne di vitello con il petto di pollo.
        In Romania qualcuno aggiunge anche una mela a dadini oppure del sedano rapa, a me piace questa versione.
        Mi piace mettere a bollire tutto insieme, in questo modo ottengo anche un buon brodo da congelare e usare quando serve. Uso girello di vitello, carote e patate intere pelate

        Metto tutto nell'acqua fredda, aggiungo sale grosso e accendo il fuoco, quando comincia a bollire fa un po' di schiuma che tolgo, poi controllo la cottura e tolgo le patate e le carote quando sono pronte, lasciando ancora la carne se necessario

        Taglio tutto a cubetti aggiungendo anche dei cetriolini sott'aceto e piselli

        Aggiungo poca maionese, quanto basta per legare il tutto, senape, sale e pepe

        Mescolo ed è pronta, meglio se riposa qualche ora in frigo prima di essere servita, a noi e a tutti gli amici che l'hanno assaggiata piace sempre
        La mia cucina

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        • AZIZA
          INDIA
          Alcune vite fa trascorsi qualche anno in Canada. Al secondo o terzo trasloco, mi stabilii in un tranquillo e verdissimo quartiere residenziale a nord di Toronto. Fin dai primi giorni mi accorsi di un persistente profumo di spezie, curry, cannella, chiodi di garofano, cardamomo, zenzero che in certi orari fluttuava sul prato di casa, persistente e greve ma molto stuzzicante.
          Una sera di maggio decisi che la mia curiosita’ meritava soddisfazione. L’ aria era gia’ tiepida e il tramonto venato di rosa, arancio e viola pareva pronto per il set di una romantica scena cinematografica.
          Risalii facilmente i riccioli odorosi, il naso al vento come un setter in punta, fino a un lindo cottage sull’ altro lato della strada. E ora, mi dissi, cosa faccio adesso? I profumi provengono certamente da qui e le ampie finestre illuminate dimostrano che qualcuno c’e’, in casa. Mi alzai in punta di piedi per superare con lo sguardo il livello delle tende montate a meta’ altezza su un lucido tubo di ottone per incontrare lo splendore di un sorriso bianchissimo! Un attimo dopo si spalanco’ la porta e ne usci’ una signora sui cinquanta. Non bella ma alta e dal portamento elegante di una mannequin. In un ottimo inglese che se non arrivava da Oxford era questione di qualche miglio, mi chiese se poteva essermi d’ aiuto.
          Poche parole per spiegare, con un certo imbarazzo, il motivo del mio…diciamo avvicinamento a casa sua. Spalanco’ gli occhi per la sorpresa, poi una breve, aperta risata. Da li’ a intavolare una vera conversazione ci volle davvero poco. Originari del nord dell’ India, un marito ricercatore presso un dipartimento universitario, lei direttrice di un negozio di abbigliamento del centro, quattro figli, tanta fatica da un giorno di 30 anni prima quando erano sbarcati a Vancouver con poche, grosse valigie e la testa piena di dubbi sul loro futuro ma la certezza di essersi lasciati alle spalle le pastoie di retaggi forse piu’ grandi di loro.
          La conoscenza prosegui’ e, fatalmente, un sabato sera arrivo’ un invito: quello di sedermi a tavola con loro.
          Nel back yard, il giardino posteriore, al riparo dei pochi rumori di quel tranquillo quartiere, era apparecchiata una bassa tavola tutta bianca, dal legno laccato alle poltroncine, al tovagliame. Color pesca i piatti e, piu’ chiari, i bei bicchieri ottagonali.
          A una certa distanza dalla tavola, da larghe ciotole candide una moltitudine di candeline galleggianti spandeva un cerchio di luce dorata e altoparlanti nascosti diffondevano in sordina la musica di un pianoforte classico.
          Molte le ricette che provai quella sera, piu’ che altro assaggini dai mille sapori esotici e intriganti.
          Uno lo ricordo bene, perche’ ne chiesi la ricetta.

          RISO AL PANIR

          200 gr di riso basmati
          70 gr di panir
          40 gr di mandorle sgusciate e pelate
          mezzo litro di latte intero fresco
          due bustine di zafferano
          un cucchiaio di ghee (burro chiarificato)
          un cucchiaio di burro
          un cucchiaino di zucchero
          sale q.b.

          Lavare il basmati piu’ volte in acqua fredda, fino a che l’ acqua non risultera’ limpida, poi lasciatelo riposare in acqua per 15 minuti. Fate la stessa cosa con l’ uvetta. Sciogliete bene lo zafferano nel latte caldo.
          Mettete a friggere il panir nel ghee, dopo averlo ridotto a piccoli cubi. Scolate il riso poi mettete a sciogliere il burro in una casseruola e lasciate che fonda lentamente. Una volta liquido unite il riso e doratelo per un paio di minuti, mescolando sempre con un cucchiaio di legno.
          Ora unitevi circa mezzo litro di acqua bollente, riportate a ebollizione, salate, abbassate la fiamma e lasciate cuocere ben coperto per per venti minuti.
          A parte sciogliete lo zucchero nel latte con lo zafferano e versate nel riso quando questo avra’ terminato la sua cottura, unendovi le mandorle tritate, l’ uvetta scolata e il panir.
          Mescolate delicatamente fino a quando il latte avra’ terminato di assorbirsi.
          Aggiungete una noce di burro, rimestate bene e versate nel piatto di portata.

          VINI
          Premesso che la sera della cena indiana a Toronto, non fu servito alcun vino ma soltanto te', caldo e freddo (entrambi speziati) e una birra indiana leggera, giacche' qualcno mi ha chiesto quale potrebbe essere un abbinamento enoico, avrei voglia di proporre qualcosa di alquanto trasgressivo. Vado a orecchio ( o meglio a palato e naso) e vediamo ....che ne pensate di un Sauterne? Non dico uno Chateau d'Yquem, che costa come una vacanza alle Fiji, ma un normale Sauterne che poi non viene una fortuna (una volta ogni tanto si puo' fare, no?) Non ho mai provato (ma lo faro') ma secondo me l'abboccato un po' muschiato di questo impareggiabile vino cui la botritys cinerea ( o muffa nobile) conferisce un gusto tanto particolare ben lega con i sapori indiani. Se qualcuno fara' delle prove, gradirei saperne qualcosa. Grazie.

          IL PANIR
          Il panir e’ una semplce cagliata ottenuta versando 5 cucchiai di succo di limone filtrato in due litri di latte intero che avrete portato a ebollizione. Mescolare delicatamente fino a quanndo il latte si sara’ separato in cagliata e siero. A questo punto collocate un telo fine su un colino e versateci sopra il latte cagliato.
          Sciacquate la cagliata in acqua fredda e serratela bene nel telo unendo le punte e annodandole ben strette. Metteteci sopra un peso e lasciate riposare cosi’ per un paio d’ore prima di farne uso.
          "Le Belle Arti sono cinque, e cioè: la pittura, la scultura, la poesia, la musica, l'architettura. Quest'ultima ha per ramo principale la pasticceria." Careme Marie Antoine

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          • STEFANI'
            INDIA
            I pakora, sono frittelle cotte nell'olio bollente, e sono uno dei piatti più semplici della cucina indiana,sono molto amati ed è normale vedere un campanello di gente intorno al carretto di un venditore di pakota, sono per gli indiani il" cibo di strada"e spesso è accompagnato soltanto da una bevanda.
            Nella pastella si può immergere di tutto....banane, cimette di cavolfiore, melanzane, patate, zucchine, peperoni, pomodori verdi.....
            Io li ho fatti alle melanzane.
            Ecco la ricetta della pastella.

            135 gr di farina di ceci
            2 cucchiaini di ghee o di olio
            1 cucchiaio di succo di limone
            1/4 di cucchiaino di pepe
            1/2 cucchiaino di curcuma
            1 cucchuiaino di garam masala
            sale qb
            135 gr di acqua fredda.....o quella necessaria
            un pochino di lievito....ma è facoltativo!
            mescolare tutti gli ingredienti fino ad ottenere un composto liscio.....assolutamente non liquido, far riposare 15 minuti
            immmergere le verdure, friggere...e consumare caldissimi!

            il garam masala può essere sostituito da coriandolo in polvere
            e la curcuma si può anche omettere.


            JEAN-MICHEL
            LA CURCUMA

            La curcuma (curcuma longa, curcuma rotunda, curcuma xanthoriza), chiamata in inglese "turmeric", chiamata anche a volte "falso zafferano" o "zafferano indiano", è una spezia vicina allo zenzero, della stessa famiglia botanica delle "zingiberaceae".
            Si presenta allo stato intero come un rizoma di colore bruno che, quando viene spezzato, lascia apparire una polpa di colore giallo-uovo brillante e molto intenso.
            Le radici, prima di essere macinate per ottenere la polvere di curcuma, sono bollite, spellate poi esposte al sole per una settimana.
            Originaria dell'India, la pianta di curcuma raggiunge 1 m di altezza e ha delle foglie grandi che ricordano un po" le foglie del banano, ma appuntite. Viene coltivata oggi in tutte le zone tropicali del mondo, particolarmente in Cina, Indonesia e Perù, ma l'India rimane la principale produttrice con circa 12.000 tonnellate l'anno.
            La curcuma ha un sapore piperito e amarognolo e un odore un po" medicinale, ma viene usato soprattutto per le sue qualità di colorante. In effetti ha le stesse proprietà coloranti dello zafferano. Costa molto meno e colora altretanto, ma il sapore non è quello fortissimo dello zafferano e può quindi essere coperto dai sapori di altri ingredienti, il che rende questa spezia molto utile in cucina, pasticceria, panetteria e conserveria.
            La curcuma è la spezia che colora in giallo tutti i "curries" indiani, indonesiani, cinesi e altri, e entra nella composizione di numerose conserve industriali anche occidentali.
            La curcuma è nota per le sue proprietà digestive, è considerata benefica contro le affezioni cutanee, attiva la circolazione del sangue e calma i dolori mestruali. Inoltre, la medicina tradizionale indiana la usa contro i disfunzionamenti epatici, le cisti uterine e l'ittero. E' anche potentemente stimolante per il sistema respiratorio e ha proprietà anti-infiammatorie e antisettiche.
            Uso in cucina: a parte gli usi tradizionali orientali (misti di spezie, uso come colorante), la curcuma può rimpiazzare ovunque lo zafferano per il colore, ed essere usata secondo la proria fantasia per creare pietanze ricche di colore.
            La curcuma in polvere deve essere acquistata in quantità piccole perché conserva il colore molto a lungo ma non il sapore.

            Tra l'altro si può anche usare come colorante naturale per le stoffe.







            CHIMICO
            BABA GHANOUJ (LIBANO)

            Ingredienti

            2 melanzane piccole (600 grammi totali)
            1 cucchiaio di olio EVO
            pizzico di sale
            2 spicchi di aglio
            1/4 bicchiere di Tahini
            1/2 limone spremuto




            Ogni tanto mi preparo il Pita, quindi è d'obbligo preparare un antipasto classico libanese, il Baba Ghanouj (o Baba Ghanoush) da mangiare con il Pita.

            Ho preso due melanzane piccole (300 grammi ognuna)
            Le ho messe nel microonde, una alla volta per 10 minuti a potenza massima (650W), avendo l’accortezza di coprirle con una cupola di plastica. Dopo 10 minuti ecco come si presenta, pronta per essere svuotata della pasta interna



            La melanzana si scava facilissimamente con un cucchiaio



            Dopo aver scavato la polpa, si mette in un frullatore assieme al Tahini, il succo di limone, un pizzico di sale a piacere, un cucchiaio di olio EVO e due spicchi di aglio schiacciati. Dopo pochi secondi otterrete una crema morbida, che potete mettere in una terrina e poi nel frigorifero a raffreddare.



            A chi piace un po’ il sapore di melanzana arrostita, un po' affumicata, puo’ cuocere le melanzane al forno, tagliate, e poi togliere la buccia.
            Ultima modifica di MarisaC; 14/02/2011, 22:01.
            "Le Belle Arti sono cinque, e cioè: la pittura, la scultura, la poesia, la musica, l'architettura. Quest'ultima ha per ramo principale la pasticceria." Careme Marie Antoine

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            • SAVITA
              INDIA
              MASALA CHAI - Tè speziato al latte

              Io lo preparo così per due mug grandi (diciamo 4 tazze da tè normali):

              Faccio bollire 1 mug e mezzo d’acqua e aggiungo mezzo cucchiaino di spezie per il tè e quattro-cinque cucchiani di tè (l’ideale sarebbe una marca che si chiama CTC Leaf Tea o qualsiasi Tea Dust o foglie di tè forte, tipo Assam. Non viene bene con un tè delicato tipo Darjeeling, assolutamente no il tè verde). Faccio sobbollire tre minuti, poi aggiungo mezzo mug di latte (volendo, si può aggiungere un pochino di zenzero fresco pestato o dei semi di cardamomo) e quattro-cinque cucchiaini di zucchero (normalmente beviamo il tè senza zucchero, ma nel masala chai ci vuole!) e faccio sobbollire ancora tre minuti. Poi spengo il gas, copro il tè e lascio riposare un minuto. Dopodichè, lo passo con un colino e lo servo.
              "Le Belle Arti sono cinque, e cioè: la pittura, la scultura, la poesia, la musica, l'architettura. Quest'ultima ha per ramo principale la pasticceria." Careme Marie Antoine

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              • Hachis Parmentier di *Coral Reef* (Francia)

                L' Hachis Parmentier deve il suo nome ad un farmacista e agronomo, Antoine Augustin Parmentier,vissuto in Francia nel XVIII secolo.
                Dopo un periodo di prigionia durante il quale fu nutrito con zuppa di patate,rientrato in patria,Parmentier approfondì gli studi sulle solinacee,la cui coltivazione,in territorio francese era bandita (si sospettava che trasmettesse infezioni e poi,crescendo sotto terra,si pensava fosse un prodotto del demonio...)
                Scrisse così un trattato che dimostrava come invece la patata fosse un'ottima alternativa alla coltivazione del frumento in caso di carestie,e avesse importanti proprietà mediche.
                Per diffondere la conoscenza di questo ortaggio,fece organizzare dei ricevimenti con illustri ospiti (tra i quali Benjamin Franklin e il chimico Lavoisier) a cui vennero serviti piatti a base di patate.
                Inoltre,il sostegno del Re Louis XVI fu determinante.
                La tradizione dice che il sovrano abbia appuntato sulla giacca un fiore di patata donatogli da Parmentier in persona,decretando pubblicamente il suo appoggio all'opera del ricercatore.
                Pare che il Re fosse stato conquistato dalla bontà di una pietanza a base di purèe di patate e carne,servita in uno dei ricevimenti.
                L' Hachis Parmentier,appunto.




                Si tratta di un piatto divenuto popolare perché economico,fatto cioè con patate lessate e schiacciate e carne tritata.
                In alternativa al macinato si può usare l'avanzo di un bollito o di un arrosto.

                Io lo faccio preparando una purèe montata con abbondante latte bollente,burro e poca noce moscata (mi piace che lo strato di patate resti sofficioso).
                A parte,faccio stufare lentamente delle cipolle bionde,a fuoco basso per non farle colorire,a cui,poi,aggiungo del macinato di manzo e faccio sgranare bene,aggiustando di sale e pepe.
                In una pirofila imburrata stendo uno strato di purèe,poi la carne/cipolle e di nuovo purèe,una spolverata di pangrattato e qualche ricciolo di burro.
                In forno caldo per una ventina di minuti a far formare una bella crosticina gratinata.
                Si serve caldo ed è un ottimo piatto unico insieme ad un'insalata.



                Volendo si può mettere del formaggio grattugiato sulla superficie (gruyere per esempio),si può profumare la carne con dell'alloro,o la purèe con del limone.
                Insomma,anche questo piatto non è codificato,ma essendo "cucina quotidiana",ogni famiglia ha la propria versione.
                Federica

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                • MANULEO
                  Theobroma cacao in fiore- rimesse le foto

                  Ieri ho fatto un rapido giro in un piccolo ma bellissimo parco ,che una volta era hacienda de cafe', in cerca di totumas , quei frutti con cui si fanno anche maracas e non ho potuto fare a meno di fotografare gli alberi di cacao in fiore per farveli vedere










                  a sinistra platanos , in fondo caà ±a de azucar



                  i fiori sono eliconie




                  La varieta' Chuao e' la piu' pregiata in assoluto.
                  Il mese scorso sono andata a visitare una piccola hacienda ( 6000 piante )che produce cacao e lo lavora artigianalmente con piccole macchine . La proprietaria mi raccontava che e' stata invitata gia' due volte a T.orino da slow food.
                  Purtroppo era sabato ,( qui si lavora fino al venerdi')mi ha fatto fare un giro nel laboratorio e siccome il periodo prossimo di raccolta va da ottobre a gennaio, mi son ripromessa di andarci in quel periodo per seguire tutte le fasi. Il problema e' andarci durante la settimana.
                  Non credere che siano solo le multinazionali a sfruttare i coltivatori, ci si mettono anche i governi che promettono poi non vogliono pagare il prezzo promesso
                  e il cacao seccato ma non tostato e mal immagazzinato fa la muffa e perde valore.
                  Oltre alcuni libri"belli" sul cacao, ho anche il manuale del coltivatore distribuito dal governo,in rustica edizione, ma molto chiaro il contenuto.




                  [ 15.09.2007, 22:41: Messaggio modificato da: manuleo ]

                  Ultima modifica di manuleo : 12/02/2011 03:35 Motivo: rimesse foto

                  grazie manuleo! sempre in questo topic del cacao a pag 3 mancano 3 foto non le hai più?
                  qui http://www.coquinaria.it/forum/showt...-le-foto/page3
                  "Le Belle Arti sono cinque, e cioè: la pittura, la scultura, la poesia, la musica, l'architettura. Quest'ultima ha per ramo principale la pasticceria." Careme Marie Antoine

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                  • Ho penato un po'...ma finalmente ho ritrovato il topic...cosi, some promesso

                    Thai Chicken Satay
                    Satay di pollo

                    2 petti di pollo (o 4 cosce disossate, che forse rimangono un po'piu tenere)

                    Marinata
                    1 cucchiaino di cipolla gratuggiata
                    1 " di zenzero gratuggiato
                    1 spicchio di aglio, tritato finamente
                    1 cucchiaio di fish sauce ( come la colature di GP)
                    1 " di succo di limone
                    1 cucchiaino di zucchero
                    1 cucchiaio di olio

                    Tagliare il pollo a striscioline e marinarlo per almeno due ore, meglio se piu a lungo
                    quando si e' pornti per cucinare, infilare a concertina so stecche' di bambu che devono essere tenute a bagno per evitare che si brucino
                    Cucinare su BBQ, piastra o grill girandole in modo che prendano colore da tutti i lati. Fuoco moderato

                    Satay Sauce

                    2 cucchiai di fish sauce
                    2 " di succo di limone
                    1/8 di cucchiaino di chilli (o a piacere)
                    1 cucchiaiono di zucchero
                    1/4 di cucchiaiono di tumeric (curcuma)
                    1/3 di cup di crunchy peanut butter( brurro di arachidi?)
                    100 gr di crema di coconut (o un cucchiaio di latte di coconut in polvere piu' 1/2 cup di acqua)
                    mettere tutti gli ingredienti (meno che la crema di coconut) in un pentolino e amalgamare, portando a bollore...aggiungere la crema e togliere dal fuoco
                    C'e' chi puo' e chi non puo'. Io non puo'

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                    • Dall'Ethiopia
                      Doro Wat
                      Pollo in salsa piccante
                      Circa un chilo di pezzi di pollo (io uso petti e cosce tagliati a tocchetti)succo di 1 limone sale
                      2 cipolle tritate
                      3 spicchi di aglio sminuzzati
                      1 cucchiaio di zenzero gratuggiato
                      niter kibbeh (burro alle spezie...segue ricetta)
                      2 cucchiai di paprica
                      Berbere da 1/4 a 1/2 cup (la decisione e' vostra!)
                      3/4 di cup di brodo o acqua
                      1/4 cup di vino rosso
                      Pepe cayenne da 1/2 a 2 cucchiaini (sempre la vostra decisione)
                      sale e ci credereste...pepe a piacere
                      4 uova sode

                      Mettere a marinare il pollo nel succo di limone, con un po' di sale per circa 30 minuti
                      Mettere le cipolle, aglio e zenzero nel food processor, finche non avete la costistenza di un puree (un goccio d'acqua se e' necessario)
                      In una padella grande mettere il kibbeh su fuoco moderato, aggiungere la paprica e cuoci for un minuto aggiungi il berbere e cuoci per un paio di minuti (fuoco lento per non bruciare...devono solo sviluppare l'aroma)
                      ggiungi il pure' di cipolla etc e cuoci per ancora 5-10 minuti
                      aggiungi il pollo e l'acqua (o brodo)
                      salare e pepare e lasciar cuocere, copero e molto lentamente per circa 45 minuti. aggiungi le uova sode e cuoci per un'altro 5-10 minuti, aggiungendo brodo se necessario
                      Servire con injera (un pane spugnoso fatto con la farina di teff) o con riso
                      Si punzecchiano le uova con una forchetta prima di aggiungerle , per dar modo al sugo di insaporirle...
                      C'e' chi puo' e chi non puo'. Io non puo'

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                      • HARAS
                        gran bretagna
                        Chelsea Buns (foto)


                        Questi dolcini sono una vera e propria coccola.
                        Un meraviglioso profumo di caramello ha riempito casa, in una giornata grigia e piovosa che proprio non prometteva nulla di buono.
                        Siccome si cerca sempre di tirar fuori quel che di buono ci può essere in una giornata (nonostante tutto sembri contro di noi!) cerco di pensare a qualcosa che mi piacerebbe realizzare e che sia fattibile con ingredienti che ho già in casa, chè di uscire con questo tempo, se posso evitare, lo preferisco.
                        Prendo in mano un libro che non sfoglio da un po' e di cui ho realizzato moltissime ricette, credo sia in assoluto il libro da cui ho preso più ricette tra tutti quelli che riempiono la mia libreria.
                        Lo apro e rimane aperto su una ricetta che non ho mai fatto, ma che evidentemente ha attirato spesso la mia attenzione, avendo subìto la "piega da consultazione frequente").
                        Mi innamoro nuovamente della ricetta, la modifico come faccio quasi sempre, mangio alcune di queste delizie sofficissime ancora calde e mi appresto a scrivere il post.
                        Sono dei dolcini da fare e consumare in giornata, al massimo il giorno seguente, perché non si mantengono granchè: ma se li fate per mangiarveli ancora tiepidini o appena freddi...Toccherete il cielo con un dito (appiccicaticcio )).




                        CHELSEA BUNS my style (modificata da una ricetta di Linda Collister)

                        Ingredienti per circa 24 dolcetti

                        450 gr di farina 0 (io ho usato la 3 Mulini dell'Eurospin)
                        1 cucchiaino raso di sale
                        50 gr di zucchero muscovado
                        185 gr di latticello (se non l'avete usate il latte)
                        15 gr di lievito di birra fresco
                        50 gr di burro morbido (non fuso, solo ammorbidito)
                        1 uovo

                        per il ripieno

                        40 gr di burro
                        60 gr di zucchero muscovado

                        per la glassa
                        1 cucchiaio di golden syrup*
                        2 cucchiai di sciroppo d'acero*
                        85 gr di burro
                        100 gr di zucchero muscovado
                        5 cucchiai di latte

                        * la glassa originaria prevede un totale di 3 cucchiai di miele, che io non amo moltissimo. Ho perciò sostituito con quel che preferivo. Si può altresì fare con 3 cucchiai di solo golden syrup o 3 cucchiai di sciroppo d'acero: a vostra scelta.


                        Preparazione

                        Mettete nella ciotola dell'impastatrice la farina, lo zucchero ed il lievito sbriciolato: azionate la macchina e versateci, in 3 volte, il latticello, dando modo alla farina di assorbirlo ogni volta prima di aggiungerne di nuovo.
                        A questo punto mettete l'uovo e lasciate assorbire.
                        Inserite poi, in due volte, il burro, sempre lasciandolo assorbire poco alla volta, ed alla fine il sale.
                        A questo punto lasciate lavorare la macchina per una decina di minuti, finché l'impasto sarà bello incordato e liscio.
                        Chiudete a palla l'impasto, coprite con un canovaccio umido e lasciate lievitare in luogo tiepido ed al riparo da correnti d'aria per circa un'ora, un'ora e mezza, o finché sarà raddoppiato di volume.

                        A questo punto preparate il ripieno, mescolando burro morbido con lo zucchero fino ad avere un impasto omogeneo: mettete da parte.

                        Una volta che l'impasto sarà lievitato spolverizzate leggermente il piano di lavoro e stendetelo, cercando di ottenere un rettangolo di circa 25 x 60 cm.
                        Aiutandovi con una spatola (o un coltello largo) cercate di stendere in maniera uniforme il ripieno, lasciando un bordo di circa un cm su ogni lato.



                        Ora, partendo dal lato lungo del rettangolo vicino alla vostra pancia, arrotolate la sfoglia, ottenendo un rotolo uniforme.
                        Da questo rotolo ritagliate circa 24 dischi spessi 1,5-2 cm, e disponeteli, distanziandoli leggermente, su una teglia rivestita di carta forno.



                        Una volta ritagliate tutte le rondelle, coprite e lasciate lievitare per una mezz'ora.

                        Intanto accendete il forno a 200° e preparate la glassa.

                        Per la glassa, nulla di più semplice: uite tutti gli ingredienti in un padellino, portate a bollore e, dal momento in cui inizia a bollire, lasciate cuocere un minuto, un minuto e mezzo. Sarà più che sufficiente.

                        Appena il forno sarà pronto, versate la glassa bollente sui rotolini lievitati ed infornate per circa 15-20 minuti (nel mio caso 18 minuti esatti).



                        Prima di spostarli su di una gratella a raffreddare aspettate 5 minuti, il tempo che si raffreddino leggermente e la glassa inizi ad indurire.
                        Staccateli delicatamente uno dall'altro ed adagiateli a raffreddare completamente.


                        Nota: non vi ho parlato specificatamente del libro perché ho fatto moltissime sue ricette ma rileggendo i miei appunti ho notato che in alcune occasioni non sono venute bene come avrebbero dovuto. Avendone fatte diverse quando ero alle prime esperienze coi lievitati non escluda possano essere stati errori miei, ma prima di potervelo dire dovrei rifarle. Per questo non ve l'ho consigliato apertamente.
                        Ultima modifica di MarisaC; 15/02/2011, 17:24.
                        "Le Belle Arti sono cinque, e cioè: la pittura, la scultura, la poesia, la musica, l'architettura. Quest'ultima ha per ramo principale la pasticceria." Careme Marie Antoine

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                        • MANUELO

                          Guanabana = annona muricata
                          Volevo farvelo vedere com' e`dentro questo frutto dal sapore e profumo deliziosi della stessa famiglia della chirimoya, annona cherimola, che si coltiva anche in Sicilia.
                          Normalmente si usa per fare succhi, o per gelati e marmellate e per farcire torte.Un po' difficile mangiarlo con un cucchiaino per via dei semi racchiusi in una capsula gelatinosa che richiedono molto lavorio di bocca per eliminarli. Tutta la pianta ha notevoli virtu' medicinali.
                          Questa e' piccola, matura, ma se la buccia assume un colore scuro omogeneo quasi nero senza macchie di muffa o altro e`piu facile separarne la polpa .




                          frullato con poca acqua e colato ... meglio ben freddo con ghiaccio.
                          "Le Belle Arti sono cinque, e cioè: la pittura, la scultura, la poesia, la musica, l'architettura. Quest'ultima ha per ramo principale la pasticceria." Careme Marie Antoine

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                          • ADRIANA

                            Torta caramello

                            Ho chiesto aiuto alla mia amica Florentina di Bucarest e lei mi ha dato la sua ricetta che io ho fatto per voi ed anche per me e la Ross.
                            Lei, come mia madre e come tanta gente ancora ha come misura il cucchiaio, io ho rispettato quello che lei ha detto ma ho anche pesato gli ingredienti per facilitare chi non è abituato così.


                            Si fa il caramello nella barbarapentole (il diametro della mia è di 24 cm) che servirà per tutto il percorso di realizzazione del dolce. Se non ce l'avete usate una pentola nella quale sapete di poter fare il caramello e che deve anche andare in forno, penso che una tortiera sia troppo bassa. La mia amica ha detto 'più caramello fai più sciroppo ci sarà per il dolce.... Io ho già fatto il doppio di quello che mi ha detto lei ed è stato giusto, è stato assorbito tutto-

                            Ho messo dunque 200 gr (12 cucchiai) di zucchero nella pentola sulla fiamma alta del gas, quando il caramello era pronto ho girato la pentola per coprire più possibile di caramello anche le pareti.

                            Mentre il caramello si raffredda si fa il crem caramel così:

                            Si mescolano 6 uova con 100 gr di zucchero ( 6 cucchiai)

                            si aggiunge la vanillina se volete oppure l'esenza di vaniglia o anche niente se non vi garba
                            ed infine si versa mescolando accuratamente 1 litro di latte freddo.


                            Si versa nella pentola con il caramello
                            e si informa a 180°C per 30 minuti.


                            Mentre il crem caramel cuoce si prepara il pandispagna, lei usa farlo montando gli albumi (4) con lo zucchero (4 cucchai), poi aggiunge un giallo alla volta (dunque sempre 4), poi la farina (4 cucchiai) un cucchiaio alla volta e poi l'olio di semi non di oliva (4 cucchiai) un cucchiaio alla volta
                            Io ho montato alla massima velocità nel Ken le 4 uova intere con 60 gr di zucchero (4 cucchiai),


                            ho abbassato al minimo la velocità aggiungendo 4 cucchiai di olio, uno alla volta. Poi ho aggiunto 100 gr di farina (4 cucchiai) setacciata mescolando piano piano, ho messo anche mezzo cucchiaino di lievito per paura.

                            Il mio impasto si presentava così


                            Dopo mezz'ora si toglie il crem caramel dal forno

                            e si fa riposare un minuto, poi si inclina pianissimo la pentola per staccare il crem caramel dalle pareti


                            Si fa questa operazione per far entrate poi l'impasto del pandispagna tra le pareti della pentola ed il crem caramel, per far sì che il risultato finale sia tipo una torta con la crema in mezzo, cosa che a me non è riuscita perché l'impasto del pandispagna era troppo fermo, oppure avrei dovuto spingere un po' le margini e versare nello spazio formatosi, ma avrei avuto bisogno di un assistente e l'unico che ho mi faceva la foto.

                            Alla fine l'ho livellato bene

                            ed infornato per altri 30 minuti sempre a 180°C.

                            Io l'ho fatta venerdì sera, l'ho lasciata raffreddare e poi l'ho messa in frigo.
                            Sabato mattina l'ho tolta, ho passato il coltello sulle pareti per staccarla bene dalla pentola (in 2 posti era abbastanza attaccata) e poi l'ho rovesciata velocissimamente sul piatto. L'ho di nuovo messa in frigo fino alla sera quando l'ho servita, in questo modo il pandispagna che era sopra passa sotto e si inzuppa per benino con il caramello.

                            e la fetta, buonissima a parer mio, io il crem caramel l'ho sempre fatto così e mi piace molto, perciò anche questa torta è altretanto buona.

                            "Le Belle Arti sono cinque, e cioè: la pittura, la scultura, la poesia, la musica, l'architettura. Quest'ultima ha per ramo principale la pasticceria." Careme Marie Antoine

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                            • MANULEO

                              ANACARDI E ALTRO http://www.coquinaria.it/forum/showt...&daysprune=365
                              "Le Belle Arti sono cinque, e cioè: la pittura, la scultura, la poesia, la musica, l'architettura. Quest'ultima ha per ramo principale la pasticceria." Careme Marie Antoine

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