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  • #16
    Anita, fantastico il link..

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    • #17
      Anita, mio padre si sarebbe commosso......
      è un antico dolce che ora non si fa quasi più, anzi, diciamo pure che io ho mangiato da bambina e di cui mi ero scordata completamente....

      La mia ricetta però non è proprio come quella che hai dato, ho telefonato a mia zia e me la sono fatta dire. Probabilmente, secondo le zone si faceva con ingredienti diversi.
      Mia zia mi ha raccontato che la facevano soprattutto per Pasqua, e si è ricordata che questo dolce è entrato in casa nostra grazie ai montanari della Valcellina che venivano a barattare le ciabatte e mestoli di legno con la farina...

      La pete, o pite, in carnico vuol dire la torta.

      Questa è quella che si faceva a casa mia, perlomeno come se la ricorda mia zia, anche se penso che sia un po' come per i cjalzons, ogni famiglia ha la sua ricetta, eccola:


      150 gr di farina da polenta cotta in 50 gr di burro,
      150 gr farina 00
      150 gr farina di segale ( o farina gialla macinata fine fine)
      150 gr zucchero
      2 tuorli d'uovo
      1 bicchiere di latte tiepido
      mezza bustina di lievito
      1 mela
      1 pizzico di sale

      poco pangrattato per lo stampo

      Si possono anche mettere dei fichi secchi tritati finemente, oppure uva passa ammollata e strizzata, e una grattata di scorza di limone.

      Cuocere la farina da polenta nel burro finché diventa dura, toglierla dal fuoco e lasciarla intiepidire.
      Poi in una ciotola mettere tutte e tre le farine, aggiungere il lievito, lo zucchero i tuorli d'uovo e il latte e il pizzico di sale, mescolare bene e per ultimo mettere le mele a fettine.
      L'impasto deve essere morbido e va versato in uno stampo imburrato generosamente e rivestito di pangrattato. Una volta versato l'impasto, si spolverizza ancora con un velo di pangrattato e si cuoce in forno a 180° per circa mezzora.


      Mia zia dice che una volta, d'autunno, si foderava la teglia con delle foglie di verza scottate e asciugate, perché davano alla torta un profumo e un sapore molto particolare e buono.


      Grazie!
      http://lagallinavintage-giuliana.blogspot.com/

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      • #18
        Giuliana quella da te descritta è la Pete

        l'origine,leggo, deriva dal fatto che si usava cuocere il burro con la farina di mais per conservarlo più a lungo. Dopo la cottura si lasciava raffreddare, la parte liquida "ont" veniva messo in un contenitore detto "piter" e la farina abbrustolita diventava l'ingrediente per questa torta.

        Ha ragione la zia veniva cotta nelle foglie di verza e cotte sotto la brace.


        Ma qui i nomi delle torte si attorcigliano e si confondono. Quella che io ho fatto è la Pite che invece è una torta di mele.

        Provala e poi dimmi cosa ti ricorda.
        "O gentlemen, the time of life is short! ... An if we live, we live to tread on kings;" (Shakespeare, Henry IV)
        http://www.sentierinatura.it/homepage.htm

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        • #19
          L'impasto che sapevo io è proprio quello di Giuliana (con la farina di polenta e quella di segala): nel ripieno poi, doveva prevalere la mela, ma ci andava anche un minimo di fico e prugna secca. Sapevo delle foglie di verza perché l'ho letto su un libretto di cucina friulana (...che se ne trovano in ogni dove dalle nostre parti...), ma cotta così veniva associata ad una cottura particolare da fare sotto la cenere dove, le foglie di verza dovevano avvolgerla completamente. Nei miei esperimenti non ho mai osato tanto, ma può darsi che mi sia persa qualcosa.. [img]graemlins/hello.gif[/img]

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