l'asparago rosa di Mezzago, quello che finirà degnamente nel risotto di domenica:
riporto qui quello che scrissi l'anno scorso
dal forum 2006:
Da alcuni anni un gruppo di coltivatori, sostenuti da Slow food che ha creato un apposito presidio, ha iniziato a reintrodurre la produzione di quest'ortaggio tipico della Brianza orientale,
non li conoscevo, mai visti, nè sapevo che sono un prodotto De.Co. che si produce in una piccola zona della provincia milanese, intorno a Mezzago appunto.
Sono davvero rosa....il turione è in parte bianco, poi risalendo verso la punta diventa leggermente verde infine, un po' più su della metà è rosa, ma di un rosa pastello che ti sorprende...
Una vera bontà , un gusto delicatissimo, poco o niente amarognolo...e anche crudi affettati con la mandolina sono eccellenti...
"In Italia la coltivazione degli asparagi è antichissima, anzi, pare che sia addirittura la più antica del mondo.
Descritta dall'agronomo Marco Porzio Catone nel 'De agricoltura... (200 a. C.) e citata da Plinio il Vecchio nella sua enciclopedia sulla natura (50 d. C.), nell'antica Roma è diffusa in tutta la penisola e sono proprio le legioni romane ad esportarla in Europa e in Asia.
La caduta dell'Impero segna anche l'inizio della sua decadenza: nel Medioevo si trovano asparagi quasi esclusivamente nei monasteri, ad uso officinale. L'interesse rinasce nel 1500, ma si sposta in Olanda e in Germania. Di lì si espande verso sud e ritorna in Italia nel 1800.
Questa storia - con un inizio glorioso, un abbandono e un ritorno - non coinvolge la tradizione, mai interrotta, di alcune produzioni locali. Tant'è vero che, in alcune aree, la tecnica di coltivazione è identica a quella descritta da Plinio il Vecchio duemila anni fa.
Tra Monza e l'Adda sopravvive l'antica cultura dell'asparago di Mezzago, asparago bianco verde con la punta rosa.
Tempi e luoghi sono ancora decisi dalla natura: per questo l'asparago rosa di Mezzago resta una specialità unica, riservata ai palati più raffinati. Come ogni rarità , matura in una stagione breve e in un territorio molto ristretto, incurante dei miracoli che l'agricoltura moderna potrebbe compiere in serra: disponibile per soli 30 giorni all'anno (da fine aprile) e gustabile solo nella cittadina brianzola (26 km. da Milano e Bergamo), che grazie ai suoi terreni ferrosi ne assicura il tipico gusto appena amarognolo e la colorazione rosata"
Dal Corriere della Sera del 24 aprile 2002:
Si chiamava Giovanni Brambilla, ma in paese tutti lo chiamavano Ã?«MuschenÃ?». Un bel giorno di primavera di quasi cento anni fa, annunciò che partiva per l'America, non sapeva se sarebbe mai tornato. Tornà . Con un tesoro nascosto in un bastone: piccoli semi stranissimi, ancor più strano era quel che Ã?«MuschenÃ?» diceva di aver visto nei campi al di là del mare, asparagi rosa. La primavera successiva, le prime piantine spuntarono nei campi di Mezzago. E fu così che nacque Ã?«l'asparago rosa di MezzagoÃ?», almeno secondo la leggenda che ancora oggi si racconta in paese. Quel che è certo è che a partire dagli anni Trenta del secolo scorso decine di contadini vendevano i loro mazzettini di asparagi al Ã?«VerzeeÃ?» di Milano, a trattorie e ristoranti, tanto che ben presto Mezzago divenne famoso per i suoi asparagi prima nel Milanese, poi in Lombardia e nell'Italia intera: era l'unico paese dello Stivale a produrre l'asparago rosa. Ma a poco a poco i contadini lasciarono campi e asparagiaie, tanto che nel '99 solo qualche anziano ne coltivava ancora alcune piante nell'orto dietro casa. E proprio in quell'anno cittadini, associazioni locali, Comune, agricoltori si sono mobilitati per non far scomparire del tutto le coltivazioni: è nata la Cooperativa agricola di asparagicoltori di Mezzago (Caam), il Comune ha fatto da tramite per trovare alcuni proprietari disposti ad affittare 20 ettari di terreno, la Regione ha dato un contributo economico, l'Istituto per l'orticoltura sperimentale di Montanaso Lombardo, diretto da Agostino Falavigna, ha fatto da consulente tecnico. L'anno scorso sono spuntate le prime piante, ma solo in questi giorni è cominciata la prima vera stagione di produzione: gli asparagi sono in vendita in un minimarket del paese e nella sede della Caam.La raccolta è cominciata da qualche settimana e terminerà a maggio: Ã?«Contiamo di arrivare a circa 100 quintaliÃ?» spiega il presidente della Caam, Gualtiero Mattavelli. Produzione biologica: Ã?«Non si utilizzano diserbanti e concimi chimiciÃ?», assicura Mattavelli. Ã?«Questo asparago - dice Falavigna - ha le caratteristiche per ottenere il Dop, marchio di origine protetta: l'ibrido utilizzato qui è coltivato anche altrove, ma il terreno argilloso conferisce all'asparago di Mezzago un sapore tipico, unico. Altri asparagi rosa sono importati dalla Francia ma hanno gusto e caratteristiche diverseÃ?». Corriere della Sera, Milano, 24 aprile
le foto le trovate qui:
http://www.coquinaria.it/ubb/ultimat...66.html#000000
riporto qui quello che scrissi l'anno scorso
dal forum 2006:
Da alcuni anni un gruppo di coltivatori, sostenuti da Slow food che ha creato un apposito presidio, ha iniziato a reintrodurre la produzione di quest'ortaggio tipico della Brianza orientale,
non li conoscevo, mai visti, nè sapevo che sono un prodotto De.Co. che si produce in una piccola zona della provincia milanese, intorno a Mezzago appunto.
Sono davvero rosa....il turione è in parte bianco, poi risalendo verso la punta diventa leggermente verde infine, un po' più su della metà è rosa, ma di un rosa pastello che ti sorprende...
Una vera bontà , un gusto delicatissimo, poco o niente amarognolo...e anche crudi affettati con la mandolina sono eccellenti...
"In Italia la coltivazione degli asparagi è antichissima, anzi, pare che sia addirittura la più antica del mondo.
Descritta dall'agronomo Marco Porzio Catone nel 'De agricoltura... (200 a. C.) e citata da Plinio il Vecchio nella sua enciclopedia sulla natura (50 d. C.), nell'antica Roma è diffusa in tutta la penisola e sono proprio le legioni romane ad esportarla in Europa e in Asia.
La caduta dell'Impero segna anche l'inizio della sua decadenza: nel Medioevo si trovano asparagi quasi esclusivamente nei monasteri, ad uso officinale. L'interesse rinasce nel 1500, ma si sposta in Olanda e in Germania. Di lì si espande verso sud e ritorna in Italia nel 1800.
Questa storia - con un inizio glorioso, un abbandono e un ritorno - non coinvolge la tradizione, mai interrotta, di alcune produzioni locali. Tant'è vero che, in alcune aree, la tecnica di coltivazione è identica a quella descritta da Plinio il Vecchio duemila anni fa.
Tra Monza e l'Adda sopravvive l'antica cultura dell'asparago di Mezzago, asparago bianco verde con la punta rosa.
Tempi e luoghi sono ancora decisi dalla natura: per questo l'asparago rosa di Mezzago resta una specialità unica, riservata ai palati più raffinati. Come ogni rarità , matura in una stagione breve e in un territorio molto ristretto, incurante dei miracoli che l'agricoltura moderna potrebbe compiere in serra: disponibile per soli 30 giorni all'anno (da fine aprile) e gustabile solo nella cittadina brianzola (26 km. da Milano e Bergamo), che grazie ai suoi terreni ferrosi ne assicura il tipico gusto appena amarognolo e la colorazione rosata"
Dal Corriere della Sera del 24 aprile 2002:
Si chiamava Giovanni Brambilla, ma in paese tutti lo chiamavano Ã?«MuschenÃ?». Un bel giorno di primavera di quasi cento anni fa, annunciò che partiva per l'America, non sapeva se sarebbe mai tornato. Tornà . Con un tesoro nascosto in un bastone: piccoli semi stranissimi, ancor più strano era quel che Ã?«MuschenÃ?» diceva di aver visto nei campi al di là del mare, asparagi rosa. La primavera successiva, le prime piantine spuntarono nei campi di Mezzago. E fu così che nacque Ã?«l'asparago rosa di MezzagoÃ?», almeno secondo la leggenda che ancora oggi si racconta in paese. Quel che è certo è che a partire dagli anni Trenta del secolo scorso decine di contadini vendevano i loro mazzettini di asparagi al Ã?«VerzeeÃ?» di Milano, a trattorie e ristoranti, tanto che ben presto Mezzago divenne famoso per i suoi asparagi prima nel Milanese, poi in Lombardia e nell'Italia intera: era l'unico paese dello Stivale a produrre l'asparago rosa. Ma a poco a poco i contadini lasciarono campi e asparagiaie, tanto che nel '99 solo qualche anziano ne coltivava ancora alcune piante nell'orto dietro casa. E proprio in quell'anno cittadini, associazioni locali, Comune, agricoltori si sono mobilitati per non far scomparire del tutto le coltivazioni: è nata la Cooperativa agricola di asparagicoltori di Mezzago (Caam), il Comune ha fatto da tramite per trovare alcuni proprietari disposti ad affittare 20 ettari di terreno, la Regione ha dato un contributo economico, l'Istituto per l'orticoltura sperimentale di Montanaso Lombardo, diretto da Agostino Falavigna, ha fatto da consulente tecnico. L'anno scorso sono spuntate le prime piante, ma solo in questi giorni è cominciata la prima vera stagione di produzione: gli asparagi sono in vendita in un minimarket del paese e nella sede della Caam.La raccolta è cominciata da qualche settimana e terminerà a maggio: Ã?«Contiamo di arrivare a circa 100 quintaliÃ?» spiega il presidente della Caam, Gualtiero Mattavelli. Produzione biologica: Ã?«Non si utilizzano diserbanti e concimi chimiciÃ?», assicura Mattavelli. Ã?«Questo asparago - dice Falavigna - ha le caratteristiche per ottenere il Dop, marchio di origine protetta: l'ibrido utilizzato qui è coltivato anche altrove, ma il terreno argilloso conferisce all'asparago di Mezzago un sapore tipico, unico. Altri asparagi rosa sono importati dalla Francia ma hanno gusto e caratteristiche diverseÃ?». Corriere della Sera, Milano, 24 aprile
le foto le trovate qui:
http://www.coquinaria.it/ubb/ultimat...66.html#000000
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