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  • Differenti valutazioni dei ristoranti.....

    Questa discussione ha portato anche a litigi sul forum del Gambero, vorrei riproporla qui, sperando che ciò non accada: confido nel buon senso delle persone [img]graemlins/E20.gif[/img]

    E' vero che chi ha maggiore disponibilità economica ha maggiore attendibilità nel giudizio dei ristoranti da chi ne ha meno?

    Aspetto i vostri interventi [img]graemlins/E20.gif[/img]

    [ 09.09.2007, 16:26: Messaggio modificato da: Anna ]

  • #2
    Io penso che l'attendibilità del giudizio si basi sulla cultura e sulla conoscenza.
    Se per ristoranti intendiamo i ristoranti dai nomi illustri e dal conto da infarto, è ovvio che siano frequentati solo da una clientela economicamente privilegiata.
    Questo però non vuol dire che tale clientela sia anche preparata a dare un giudizio attendibile...penso ai gastronomi appassionati e poveri, che setacciano pazientemente il territorio, che ascoltano i racconti dei vecchi, che studiano, insomma, e che, in quei ristoranti lì non ci possono entrare.
    Un po' come nella lirica dell'Ottocento: il bel mondo in platea, gli intenditori nel loggione.

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    • #3
      cita:
      Inviato da: Anna:
      E' vero che chi ha maggiore disponibilità economica ha maggiore attendibilità nel giudizio dei ristoranti da chi ne ha meno?
      [/QUOTE]oddio anna il che guevara che è in me ... a questa domanda si risveglia ...

      se nel quesito da te posto per ristoranti s'intende ristoranti di alta qualità ed alto conto finale da pagare...

      si è vero chi non ha disponibilità (oramai sono veramente la maggioranza dei cittadini italiani!) economiche non va al ristorante!

      chi ha poche disponibilità e decide di trasgredire e provare l'ebrezza ... credo che non riesca ad avere una lucidità di pensiero ... davanti ad un menù che gli costerà come una settimana di approvigionamenti per la famiglia intera! ... credo che davanti ad un prelibato primo piatto il suo pensiero non riesca a dissociarsi del tutto dal fatto di quanto gli costerà la sua trasgressione...

      ma credo anche che la maggior parte degli utenti con grandi disponibilità di denaro ... abituati a fruire di ristorazioni pregiate ...affronti l'argometo culinario con distrazione e non consapevolezza di quel che gli viene offerto!

      ma allora la mia domanda è questa:

      secondo voi un'artista che sia, nell'arte culinaria o di altre specialità ... un vero artista creatore di opere ... è giusto che si rivolga solo ad una clientela che possa permettersi di pagarlo quanto lui crede sia giusto ... oppure un vero artista ha come suo unico scopo quello di divulgare la sua opera ... a prescindere dal lucro!?!?!?

      insomma giro la domanda ... il problema della mancata divulgazione di un tipo di cultura dipende dal fruitore o dal divulgatore?
      irene senza se e senza ma

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      • #4
        irene non bisogna generalizzare pero'

        perche dipende tutto dalla mentalita' della persona

        io ad esempio preferisco andare a cena fuori 1 volta in un mese, ma andare in un ristorante decente, che non tutti i sabato sera a pizza&birra (insomma preferisco spendere 80 euro in un colpo solo che non dilazionati in 4 parti)

        allo stesso modo la vedo per i ristoranti di un certo livello


        come ci sono quelli che "snobbano" il ristorante di un certo livello perche' "costoso" e poi spendono la stessa cifra per mangiare pizza e birra tutti i sabati solo per uscire li trovo superficiali allo stesso modo di quelli che avendo disponibilita' economiche esagerate (e fidati ho conosciuto persone che in 1 mese guadagnano tanto quanto la mia famiglia intera guadagna in anni) possono permettersi il vezzo di cenare i tutti i ristoranti senza farsi problemi, ma se la persona e' accorta, il loro scegliere e apprezzare i piatti serviti non e' da meno.

        insomma quelli che fanno le cose tanto per farle e non sanno apprezzare le cose sono dappertutto, e non dipende dalla loro disponibilita' economica


        una cosa che non tollero invece, e che si "snobbi" una cosa solo ed esclusivamente in base al PREZZO (da entrambi i lati) chi snobba una cosa stile "la volpe e l'uva" sia chi giudica solo in base al locale senza aver toccato con mano (tipo una mia amica che non volle andare a provare il brodetto alla vastese perche' il posto sembrava una bettola)
        ...stiamo lavorando per voi...

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        • #5
          cita:
          credo che non riesca ad avere una lucidità di pensiero ... davanti ad un menù che gli costerà come una settimana di approvigionamenti per la famiglia intera! ... credo che davanti ad un prelibato primo piatto il suo pensiero non riesca a dissociarsi del tutto dal fatto di quanto gli costerà la sua trasgressione... [/QUOTE]su questo, sinceramente, dissento.
          se si decide di fare una follia e di godersi una serata assaporando cose diverse dal solito mi sembra sia automatico godersele.
          altrimenti si va in pizzeria e si gode la serata magari per la compagnia.
          irene il tuo mi sembra un discorso chiuso in se stesso.
          per quanto riguarda la domanda di anna: ritengo che il palato si affini con l'esperienza, quindi immagino che sia più difficile per una persona non abituata riconoscere sfumature di sapore ( come, del restoo, accade per i vini).
          tuttavia può essere comunque una sensazione estremamente piacevole, anche se non continua.
          in effetti si diceva " il giudizio sul ristorante".secondo me più se ne provano più si può essere giudicanti, ma non è detto che non accetterei consigli da una persona non abituè ma con la quale ho affinità di gusto.

          vabbè è domenica mattina, mica pretenderete chiarezza e lucidità di pensiero vero?

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          • #6
            Chi ha maggiore disponibilità economica ha possibilità di frequentare maggiormente i ristoranti, ma non è detto che il giudizio sia per questo più attendibile.

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            • #7
              Di solito,siamo portati a pensare che, l'alto costo di una cena sia indice di buona qualità ;non è assolutamente vero.Anche una pizza può dare grandi emozioni, se fatta a regola d'arte.Una buona cena che si fermi ad un conto di 35/50 euro può essere una buona esperienza se fatta in un ristorante dove chi è in cucina sa interpretare bene il suo compito. Certo succede spesso che i grandi chef scelgano per le proprie preparazioni componenti particolari e per questo estremamente costosi, ma questo non deve essere un paramentro di valutazione sulla qualità di un piatto.E' certo che se per realizzare il mio piatto, devo procurami (sparo !) la "sella" di un fantomatico capriolo che vive solo nella regione delle Ande meridionali, e come contorno scelgo una patata selvatica che guarda caso cresce solamente una una regione sperduta in Mongolia, necessariamente il mio piatto avrà un costo ragguardevole.Potrei anche scegliere di realizzare un piatto di pasta e fagioli, cercando si, di avere prodotti di base di buona qualità , ma che non sia, la ricerca spasmodica del piatto particolare che giustifichi il costo esorbitante di una cena, e la notorietà del "Maestro" e del relativo locale(leggi tempio). Attenzione, le affermazioni che ho fatto fortunatamente non sempre sono vere, ma alcune volte purtroppo a tutti noi è capitato di riscontrarle come reali.

              Ciao a tutti
              Chi nasce povero e brutto ha buone possibilità  che, crescendo, si sviluppino entrambe le condizioni. (Anonimo)

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              • #8
                Io non credo sia così, Annina. Prendila con le pinze, però, perché non sono una frequentatrice di ristoranti à la page e mi capita davvero raramente di riuscire ad avere un tete à tete con mio marito a tavola (ho scritto a tavola, neh! )
                Se si esce a pranzo o a cena come abbiamo fatto del resto spesso quest'estate si scelgono posti alla buona: sagre di paese o al massimo non dico trani ma comunque trattorie dove non storcono il naso alla vista di pargoli scatenati... Sono piccoli, non è che siano maleducati ma sono dai 6 anni in giù e sono quattro... Ci siamo capiti: più di cinque minuti a tavola fermi non stanno .
                Non credo che sia così, dicevo, perché secondo me la disponibilità finanziaria non c'entra molto con la cultura personale: con l'istruzione evidentemente oggi sì, perché a forza di insegnanti privati e di ripetizioni si laureano praticamente tutti i figli di papo" , però non è detto che abbiano per forza orizzonti più aperti del borsellino a fisarmonica o della Jaguar decappottabile (ma esiste, la Jaguar decappottabile? [img]tongue.gif[/img] )
                Anche la cultura gastronomica è cultura e non è per nulla diretta emanazione del portafoglio.
                Al di là dell'estrazione sociale e del censo dell'utenza del ristorante di grido- classificazione oggi più che mai anacronistica -bisognerebbe studiare prima di tutto la preparazione personale e gli eventuali appoggi del cuoco, che sono le cose che più creano l'equivoco.
                Innanzitutto, ci sono dei cuochi, pardon degli chef che propinano un caffè ai ricci di mare tostati o un risotto con brodo di sughero, non faccio nomi ma penso che gli introdotti riconoscano (altrimenti c'è un servizio su C.Italiana del mese scorso). Fanno coppia con quelli che portano in tavola cibo in scatola a cifre allucinanti: ecco, questi si commentano da soli anche senza andarci di persona e se permettete a ben vedere mi stanno pure simpatici. [img]graemlins/E17.gif[/img]
                Ma la cosa su cui si dovrebbe più riflettere è che visto che l'haute cuisine italica da qualche anno ha la fissazione del territorio, pardon del terroir, e quindi lavora su piatti popolari pur in una reinterpretazione alta o sedicente tale, il minimo che ci può aspettare è che ci sia un certo tipo di utenza medio-bassa che giudichi secondo i suoi parametri.

                Insomma, per farla breve, e per sintetizzare due topi in uno solo, faccio mia da una parte l'idea di Anita e dall'altra mi permetto di spostare il baricentro del discorso sulla "creatività " del ristoratore che dovrebbe interrogarsi per primo sul tipo di utenza al quale affida la propria arte culinaria, che come ho già avuto modo di ribadire, essendo ritenuta arte dovrebbe essere esposta in una teca e ammirata con cifre popolari come quelle da museo... Altrimenti si potrebbe fare una collezione privata a cui ammettere davvero pochi intimi, ma gli amici non mi risulta nemmeno paghino l'ingresso alle feste. [img]graemlins/E20.gif[/img]

                [ 09.09.2007, 15:10: Messaggio modificato da: Lauretta ]

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                • #9
                  Giudicare......., bella parola....., esco solo un attimo dalla tua domanda e te ne pongo qualche altra: con quale criterio si giudica un ristorante? Qual'è la professionalità di chi giudica un ristorante? Quanto incide "l'ambiente" sul giudizio? Quanto incidono le "amicizie" sul giudizio?...... Te ne potrei fare ancora qualcun'altra, ma mi fermo...!!!!

                  Rispondimi a queste domande e ti darà una risposta esauriente alla tua....!!!!!

                  p.s.
                  chi giudica il tabaccaio?
                  chi giudica il fabbro?
                  .................lucio ferrari.....................

                  W la FEDEEEEE......

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                  • #10
                    cita:
                    Inviato da: elleffe:
                    Giudicare......., bella parola....., esco solo un attimo dalla tua domanda e te ne pongo qualche altra: con quale criterio si giudica un ristorante? Qual'è la professionalità di chi giudica un ristorante? Quanto incide "l'ambiente" sul giudizio? Quanto incidono le "amicizie" sul giudizio?...... Te ne potrei fare ancora qualcun'altra, ma mi fermo...!!!!

                    Rispondimi a queste domande e ti darà una risposta esauriente alla tua....!!!!!

                    p.s.
                    chi giudica il tabaccaio?
                    chi giudica il fabbro?
                    [/QUOTE]Caro Lucio, (stavolta ho azzeccato subito [img]graemlins/E17.gif[/img] ), come noti voleva essere un modo per intavolare una discussione, comunque cercherà di rispondere alle tue domandine:
                    1) con quale criterio si giudica un ristorante? Credo che tu sappia bene che vengono valutati in base a vari aspetti: cucina, location, servizio, cantina e non ricordo altro;
                    2) cosa intendi con qual è(senza apostrofo, please [img]graemlins/E10.gif[/img] ) la professionalità di chi giudica un rsitorante? Vuoi sapere come reclutano gli ispettori della Guida Ristoranti d'italia del Gambero Rosso?
                    Sarai servito.......se mi dirai che è questo il tuo dilemma
                    3) vedi risposta a domanda 1)
                    4) Non dovrebbero incidere, ma sono certa che incidono e di questo ne sono consapevole

                    Fai pure le altre domande, ma nessuna di questa ha centrato l'obiettivo, e qui oramai si lavora per obiettivi, mica ciance [img]graemlins/E17.gif[/img]
                    ciao [img]graemlins/E20.gif[/img]


                    P.S.: Per il tabaccaio non mi sono ancora aggiornata, per il fabbro posso dire che giudico in base al lavoro che mi fa, alla sua durata e alsuo costo, variabile molto volatile e di cui tengo conto quasi sempre [img]graemlins/E16.gif[/img] per primis nella scelta

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                    • #11
                      Credo che non ci sia risposta ad una domanda posta così, in modo assoluto e "illuministico".
                      Io sono un fissato della complessità e quindi vorrei introdurre il concetto di "relativo".
                      Puà essere (e per me lo è) ottimo un piatto di pasta e fagioli da Nerbone, al mercato di Firenze, ad ...¬ 4, come il pranzo che ho fatto ieri dall'Armanda, a Castelnuovo Magra, con una degustazione di piatti del territorio a 35...¬ così come una cena da Pierangelini, a 120 ...¬.
                      Il problema è il rapporto tra qualità e prezzo, intendendo per qualità quel complesso di cose che anche gli altri hanno detto.
                      Quindi non è assolutamente vero che la sola frequentazione di un solo tipo di ristorazione affina il palato.
                      Il palato, che poi è sempre diretto dal cervello e dalle emozioni, deve educarsi per apprezzare.
                      Insomma viene prima il gusto del ristorante.
                      I pranzi di nozze, che sono spesso costosi, non sono certo, normalmente, dei pranzi che viaggiano in alto, ma spesso sono il manifesto di agiatezza, la gara tra famiglie, l'esagerazione del povero (di gusto) ecc.
                      Ed in tutto il nostro rapporto con la ristorazione (ma anche con la moda e con la nostra fisicità in genere) tendiamo a rappresentarci, a comunicare una idea di noi, ad essere confortati nella nostra autorappresentazione.
                      Nulla di male in tutto cio, ma secondo me è meglio avere una gamma vasta di scelte, sentirsi a proprio agio nella trattoria così come nel locale importante, e soprattutto non rinunciare al bello che si trova ovunque.
                      Sempre che si sia capaci di cercare il meglio, di andarlo a scovare. Per questo io porto sempre con me, quando vado in giro, la guida delle trattorie e per quanto riguarda i locali della mia zona non ne frequentiamo più di 4 o 5 e non esitiamo a "far fuori" quelli che non ci convincono più.
                      Sui costi, poi, sono assolutamente daccordo con Koster.

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                      • #12
                        Comincio a dare qualche mio parere, da prendere con le dovute cautele: io non credo che la disponibilità economica dia maggiore attendibilità nel giudizio sui ristoranti perché il gusto e il palato va affinato continuamente e nessuno "nasce imparato", però è anche vero che frequentando tutti i tipi di locali ci riesce meglio a fare un distinguo sui vari aspetti per cui giudicare un ristorante, per noi, e sottolineo per noi, da ritornarci un'altra volta [img]smile.gif[/img]
                        Forse la persona con maggiore disponibilità può lasciare correre maggiormente alcune mancanze nel servizio al tavolo o altre piccole cose che possono capitare e che, invece, una persona che va raramente nel ristorante di alto livello sottolinea marcatamente, ma il fatto che la disponibilità affini il gusto e dia il lasciapassare per saper giudicare un risto, anzi, locale, è lontanissimo dal mio modo di pensare.
                        Volevo anche sottolineare che ai tempi dell'università uscivo tanto per mangiare senza la benchè minima cultura o idea dell'apprezzamento del cibo e del vino, poi con il passare del tempo, con la passione per il vino e, UDITE, UDITE [img]graemlins/E17.gif[/img] , la cucina, ho cominciato a cercare di distinguere le varie offerte, ma non dimenticando MAI che i grandi ristoranti io li frequento non molte volte l'anno, altrimenti diventerebbe una consuetudine che porterebbe alla noia mortale, mentre, come dice bene Enzo, vado anche nelle bettole che meritano e nelle trattorie perché comunque, la nostra cucina è fatta da quel tipo di locali, e non da ristornati alla Pierangelini e Santin, per citarne due, ma sappiamo bene quanti ce ne sono. [img]graemlins/E20.gif[/img] [img]graemlins/E20.gif[/img]

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                        • #13
                          cita:
                          Inviato da: Anna:
                          Questa discussione ha portato anche a litigi sul forum del Gambero, vorrei riproporla qui, sperando che ciò non accada: confido nel buon senso delle persone [img]graemlins/E20.gif[/img]

                          E' vero che chi ha maggiore disponibilità economica ha maggiore attendibilità nel giudizio dei ristoranti da chi ne ha meno?

                          Aspetto i vostri interventi [img]graemlins/E20.gif[/img]
                          [/QUOTE]chi si intende di vino ha bevuto tanto e chi si intende di cibo ha mangiato tanto.
                          coquinari si nasce

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                          • #14
                            cita:
                            Inviato da: -ribe-:
                            cita:
                            Inviato da: Anna:
                            Questa discussione ha portato anche a litigi sul forum del Gambero, vorrei riproporla qui, sperando che ciò non accada: confido nel buon senso delle persone [img]graemlins/E20.gif[/img]

                            E' vero che chi ha maggiore disponibilità economica ha maggiore attendibilità nel giudizio dei ristoranti da chi ne ha meno?

                            Aspetto i vostri interventi [img]graemlins/E20.gif[/img]
                            [/QUOTE]chi si intende di vino ha bevuto tanto e chi si intende di cibo ha mangiato tanto.
                            [/QUOTE]Vabbè, ma detta così, la questione è chiusa
                            E poi: chi l'ha detto che uno che ha bevuto tanto e mangiato tanto debba intendersi delle due cose??
                            Se vuoi, ti presento alcuni SBORONI che hanno bevuto tanto, aanzi, TANTISSIMO, ma che capiscono un c@@@o di cicbo, anzi, per dirla proprio chiara basta che ti presenti TUTTI quelli con i quali sbavazzo IO [img]graemlins/E17.gif[/img] [img]graemlins/E17.gif[/img]
                            Vedi di darmi delle spiegazioni migliori [img]graemlins/E8.gif[/img]

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                            • #15
                              Vi racconto una storiella.
                              Io e Stefano siamo arrivati in America grazie ovviamente all'aiuto di alcune persone che diciamo ci hanno fatto da garanti!

                              Una di queste e' il famosissimo compositore, il papa' della musica di Rocky (Bill Conti), spesso ceniamo o pranziamo con lui e sua moglie, e tutte le volte ci porta in un ristornate non dico il nome perche' i proprietari sono italiani (pseudo italian restaurant)
                              lui e' fermamente convintoche sia il miglior ristorante italiano del mondo! E' inutile dirvi che prezzi!
                              E vi assiucro che e' veramente penoso! ma nel vero senso della parola!

                              Una volta a pranzo, per salvare il mio stomaco (perche' ora devo salvaguardarmi ) ho ordinato prosciutto e mozzarella, me li hanno serviti (sia il prosciutto che la mozzarella) congelati, devo dire altro?

                              E quando me l'ha servita, mi ha detto, ti ho portato della mozzarella di bufala e il prosciuttino di parma eh! tua sorella la mozzarella di bufala il prosciutto di parma!
                              Sembrava caciotta la mozzarella e carne secca il prosciutto!

                              Ogni volta io e Stefano stiamo male con lo stomaco, devo dire altro?
                              I conti che paga, sono salatissimi, e ogni volta lui e' soddisfattissimo dello schifo che mangia!

                              Per alcune persone, il solo fatto di pagare un conto salato, e' indice di qualita', a volte ovviamente e' cosi', ma tante altre ahime' e' l'esatto opposto!

                              Sono d'accordo con Lauretta quando dice che la cultura gastronomica è cultura e non è per nulla diretta emanazione del portafoglio!

                              Io so solo, che quando vado nelle bettole, (qui a Los) la qualita' del cibo e' alta, e se dovessi fare il rapporto qualita' prezzo, neanche dovrei entrarci!

                              ciao ciao
                              http://www.camillalastellachebrilla.it/

                              Commenta

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