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  • Corso fotografico - Parte prima - La macchina fotografica

    Premesse

    Chi non è nuovo di Coquinaria, sa quale grande novità sia una sezione separata del forum, che fino ad ora è sempre stato unitario per scelta ben precisa di Ross. Un ringraziamento alla capa è quindi più che dovuto, per la volontà di dare uno spazio a queste poche e brevi lezioni di fotografia.
    Come ho già detto nei topic sul forum, le mie saranno, più che vere lezioni, delle chiacchiere sulla fotografia, in cui cercherà di essere il più precisa possibile, ma sempre senza arrivare a livelli troppo tecnici. Parto dal presupposto, infatti, che chi mi legge non sia un fotografo nè professionale, nè per passione, ma un principiante che abbia voglia di provare a migliorarsi un po" . Nonostante questo, non potrà non essere almeno un po" tecnica. Proprio perché ritengo la fotografia una vera e propria arte, penso che alla base di essa ci sia la conoscenza delle tecniche, che poi ognuno svilupperò  e userà secondo il proprio estro. Sarà richiesto, quindi un certo sforzo a chi vorrà arrivare fino in fondo. Non sarà tutto semplicissimo a capire, soprattutto quello che riguarderà il fotoritocco. Altra doverosa premessa: io conosco e uso solo Photoshop. Non conosco altri programmi, che quindi non posso spiegare. Ci sarà chi, se ne avrà voglia e tempo, cercherà di tradurre quello che dirà anche per altri programmi, ma se non sarà possibile, mi posso solo augurare che la somiglianza dei comandi e delle palette renda le spiegazioni fruibili anche ad altri.

    Devo ancora premettere che io non sono una fotografa professionista e la mia esperienza fotografica non è certamente enorme. Quella che è enorme è invece la passione per la fotografia, la voglia di provare, di studiare, di andare avanti per questa esperienza abbastanza nuova. La passione per la fotografia si unisce a quella per il Sud Est Asiatico e credo che le mie foto migliori siano proprio quelle scattate in viaggio. Cià nonostante cercherà di parlare soprattutto di still life e macro, giusto per restare legati all'argomento di questo sito.
    Penso di dividere gli argomenti in tre topic principali:
    - la macchina fotografica
    - la composizione dell'immagine
    - il fotoritocco.
    Per ogni argomento aprirà un topic specifico, sul quale non dovrete scrivere messaggi (e infatti sarà un topic chiuso). In questo modo le lezioni resteranno unite e facilmente leggibili. Parallelamente, però, ci sarà un topic di domande e risposte, nonchè di esercizi. Vedremo poi se sarà più opportuno separare gli esercizi dalle domande o se invece basterà un solo topic.
    Detto questo, prima di cominciare, poichè credo che questa chiacchierata debba essere uno stimolo a volerne sapere di più, vi lascio l'elenco dei libri che ho letto e sui quali mi baso per quello che vi dirà , libri che vi consiglio qualora voleste approfondire gli argomenti.

    Corso di Fotografia - Peter K. Burian, R.ìobert Caputo -National Geographic
    Corso di Fotografia-La fotografia digitale- Rob Sheppard- National Geographic
    Corso di Fotografia-I ritratti- Robert Caputo - national Geographic
    Corso di Fotografia - I paesaggi- Robert caputo - National Geographic
    Corso di Fotografia - i reportage di viaggio - Robert Caputo - National Geographic
    Il libro completo della fotografia digitale - Michael freeman- Ed. De Agostini
    Conoscere la fotografia digitale - Il bianco e nero- Michael Freeman- Logos edizioni
    Conoscere la fotografia digitale- Il colore- Michael freeman - Logos edizioni
    Conoscere la fotografia digitale - La luce - Michael freeman - Logos edizioni
    Conoscere la fotografia digitale - Il close up - Michael Freeman - Logos edizioni
    Conoscere la fotografia digitale - Il ritratto - Michael Freeman - Logos edizioni
    Manuale di illuminazione nella fotografia - Cris Weston - Logos edizioni
    Fotografia Raw con Photoshop - Gilbert Volker- Apogeo
    Adobe Photoshop CS2 per fotografi digitali - Scott Kelby (esiste ora la versione aggoirnata a CS3)
    Adobe Photoshop CS3 Soluzioni Professionali - Martin Evening - ed. McGraw Hill.


    Ultima modifica di lu; 01/07/2008, 09:40.
    Luisa, il bradipo disadattato
    Il mio blog: http://vicinoelontano.blogspot.com/
    Le mie foto su Flickr:http://www.flickr.com/photos/luisapuccini/

  • #2
    Cominciamo con l'A B C

    Ingredienti - una macchina fotografica
    Ebbene sì, mi rifiuto di parlare di qualsiasi immagine venga fuori da cellulari o webcam o ammennicoli vari. Per quelle, fate voi. Come viene viene ed è fin troppo.

    Le macchine fotografiche dovrebbero essere umili e non pensare di saper fare tutto loro. Pretendono di mettere a fuoco automaticamente, di esporre automaticamente, di scegliere la sensibilità da sole.... Sono tropo presuntuose per i miei gusti. In questo le più umili sono le reflex: loro sanno che dietro al mirino c'è una testa e ti permettono di usarla. Poi vengono le prosumer, ovvero macchine abbastanza buone da farti usare la testa, ma alle quali non puoi cambiare obiettivi. Infine ci sono le compatte e lì la presunzione raggiunge livelli variabili dal "faccio tutto io, tu, uomo (o donna) pensa solo a pigiare il tasto," al "ti permetto di toccare qualche comando, ma non esagerare".
    Tutte, ovviamente, funzionano sullo stesso principio: allo schiacciare del bottone si aprono una serie di lamelle, l'otturatore (non tutti gli otturatori sono a lamelle, ma cerco di semplificare), che formano un'apertura, il diaframma, attraverso la quale passa la luce che attraversa le lenti dell'obiettivo. L'otturatore si richiude allo scoccare del tempo impostato. La luce che è filtrata "impressiona" non più la pellicola, ma il sensore. Il sensore (non stiamo qui a sottilizzare i vari tipi di sensori possibili) filtra la luce nei tre colori primari (rosso, verde e blu) traducendo il tutto in una immagine. Ho detto proprio verde, e non giallo: il verde è un colore primario della luce, mentre il giallo è primario quando si parla di inchiostri. Infatti, il sistema di colore per la visualizzazione delle immagini è RGB (Red, Green, Blue), mentre il giallo entra in gioco come colore primario solo al momento della stampa. Importa tutto questo? Certo che sì: il sistema RGB è fondamentale anche per il ritocco in photoshop, ignorarlo significa non saper gestire gli strumenti di fotoritocco.

    Se avete una macchina presuntuosa, dovete preoccuparvi solo di trovare l'inquadratura giusta. Se invece potete lavorarci un po" , conviene fare molte prove. Per fotografare qualcosa, bisogna prima vederla nella nostra testa. Il risultato non è mai scontato. Aprire un po" di più o un po" di meno il diaframma, allungare il tempo o accorciarlo, danno risultati sempre diversi.
    Padroneggiare questo, significa decidere come dovrà essere l'immagine e questo è il passaggio fondamentale. Se non si arriva lì, hanno ragione le macchine presuntuose.
    Cosa significa aprire o chiudere il diaframma? Significa far entrare più o meno luce nell'obiettivo, ma anche significa gestire la profondità di campo. E se non siamo in un campo? Non c'entra! Significa gestire quanta parte della foto sarà messa a fuoco, cioè sarà nitida. Avrete tutti visto le foto di cibo sui libri: normalmente solo una piccola parte è a fuoco, il resto è più o meno sfumato. Bene, questo dipende dal diaframma. A diaframmi molto aperti (quelli indicati con i numeri più piccoli: f/2,8 f4...) corrisponde una piccola profondità di campo. A diaframmi chiusi (quelli con i numeri alti. f/11, f/27...) corrisponde molta profondità di campo. Se volete che la foto abbia un bello sfocato, dovrete aprire il diaframma. Se volete che la foto abbia a fuoco tutto, dovrete chiudere il diaframma. Ovviamente la distanza del soggetto influenza molto il risultato. Detta in modo generale, la zona messa a fuoco è di solito corrispondente ad un terzo della distanza dal soggetto davanti e a 2/3 dietro. Ne consegue che più il soggetto sarà lontano e più ampia sarà la zona a fuoco.
    Ancora: lo sfocato può dipendere anche dall'obiettivo usato. Con un grandangolo sarà difficile ottenerlo, ma con il teleobiettivo verrà benissimo.
    Altro elemento è il tempo. Impostare il tempo significa decidere se l'oggetto dovrà risultare più o meno scuro o se dovrà venire più o meno mosso. La prima è semplice: più breve è il tempo, meno luce entra, più il soggetto è scuro. Si rischia di sottoesporre... Più il tempo è lungo, più il soggetto è luminoso, ma si rischia di "bruciare" le luci, cioè farne una informe massa bianca.
    La seconda è altrettanto semplice: più il tempo è breve più si riesce a "congelare" i movimenti delle cose (le bollicine di un calice, il fumo di una pitanza appena cotta). Più il tempo è lungo, più l'effetto sarà di "mosso" fino quasi a trasformare gli oggetti in veri e propri fantasmi.
    Dalla giusta accoppiata di tempo e diaframma verrà fuori la foto correttamente esposta. Dalla accoppiata tempo - diaframma che avrete scelto, verrà fuori la foto che volevate.
    Luisa, il bradipo disadattato
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    • #3
      Temperatura colore e bilanciamento del bianco, ovvero non tutti i colori sono quello che sembrano.

      La luce è una radiazione percepibile dall'occhio umano entro una banda ben limitata dello spettro elettromagnetico. Che vuol dire? Se c'è qualche anima pia che me lo può spiegare a parole semplici, sarà grata.
      Per quello che ho capito io, la luce è composta da delle onde elettromagnetiche, la cui lunghezza determina il colore. I colori visibili sono quelli dello spettro dell'arcobaleno, corrispondenti ciascuno a diverse lunghezze d'onda. Poichè il nostro occhio non separa le diverse lunghezze d'onda, quando queste sono insieme, vengono percepite come un unico colore, creando, come è ovvio, tutte le infinite sfumature possibili. Visti tutti insieme i colori generano il bianco. Questa è la luce a cui siamo abituati, quella del sole a mezzogiorno, quella neutra, anzi, quella che il nostro cervello considera neutra.
      Ma è chiaro che la luce è sempre diversa. Varia a seconda del momento del giorno, della presenza delle nuvole, della presenza di illuminazione artificiale, del sole pieno o dell'ombra. Il nostro occhio si adatta e continua a vedere bianco il bianco (non per nulla abbiamo un cervello in qualche modo collegato agli occhi), ma la macchina fotografica, no. Collegato all'obiettivo c'è un sensore che percepisce il blu nelle ombre, il rosso nella luce serale, il verde o il giallo dell'illuminazione artificiale... Il risultato? Se quello che voi vedete bianco diventa azzurrino e se questo è il punto di partenza del colore dell'immagine, il resto sarà tutto sballato, cioè tendente al blu, al rosso, al giallo, avrà cioè un colore dominante che non deve esserci (a meno che non sia voluto)... Con la pellicola non si poteva far altro che scegliere quella più adatta al tipo di illuminazione, con la digitale BISOGNA bilanciare il bianco.
      Ora, qui è necessario che ciascuno veda che comandi ha sulla propria macchina fotografica. I più semplici prevedono solo luce, ombra, nuvolo, flash e poco più. Altre invece hanno un comando specifico che permette di personalizzare il bianco. Di solito c'è un comando automatico che nella maggior parte dei casi funziona abbastanza, ma non sempre. Occorre provare... Quando la luce non è ottimale si prova a scattare con l'automatico e poi con la regolazione che ci sembra più adatta. Il bilanciamento "ombra", ad esempio, renderà la foto più gialla, per bilanciare l'azzurro dominante, mentre per certe luci verdi il filtro sarà rosso. Il bilanciamento, cioè introduce una dominante di colore contraria a quella della luce (torna in gioco il sistema di RGB per cui i colori opposti sono rosso-ciano, verde-magenta, blu-giallo). Ovvio che può non essere la dominante giusta. Puà essere eccessiva o troppo poca. Il comando che personalizza il bianco è utilissimo in questi casi perché permette di scattare una foto su un cartone bianco nell'illuminazione critica in cui ci troviamo e poi di prendere a campione quello scatto per misurare il colore.
      Piccoli problemi di bilanciamento del bianco si correggono poi con Photoshop, ma bisogna dire subitissimo che è bene partire da foto scattate bene e con meno problemi possibili, perché ogni intervento in photoshop, soprattutto su foto normali, scattate in formato jpg a 8 bit (poi vi spiego...) danneggia l'immagine.
      Tutto questo vale se fate foto in formato jpg. Se invece volete fare gli esagerati, e io sono con voi, per scattare foto ad una migliore qualità , dovrete abbandonare il formato jpg e passare al formato RAW. In questo caso lasciate il bianco sull'automatico e non preoccupatevene più.
      Luisa, il bradipo disadattato
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      • #4
        L'esposizione

        L'abbiamo già visto: dalla scelta corretta di tempo e diaframma dipende la giusta esposizione di una foto. Ma come diamine si fa a scegliere tempi e diaframmi giusti? Ce lo dice la macchina fotografica, ovviemente, attraverso l'esposimetro. Gli esposimetri interni alla macchina fotografica sono normalmente strumenti di misurazione della quantità di luce riflessa dal soggetto. Spesso vediamo scritto che la macchina ha un esposimetro TTL. Significa che ha un esposimetro Through The Lens, cioè che misura la quantità di luce che passa effettivamente attraverso l'obiettivo.
        Ci sono tre modi principali in cui gli esposimetri delle normali fotocamere digitali misurano la luce: il metodo Multizonale (a volte indicato come Matrix - vedi Nikon), il metodo della media ponderata centrale e il metodo spot. Le reflex hanno di norma la possibilità di passare da un sistema di misurazione all'altro a seconda dei casi. Le compattte hanno più spesso uno dei due primi sistemi e poi il metodo spot.
        La misurazione multizonale è il metodo più nuovo. L'immagine viene divisa in molte zone, viene letta l'esposizione di ciascuna e poi l'esposimetro compie i suoi calcoli per ottenere l'esposizione corretta. Normalmente c'è una zona che ha maggiore peso nel calcolo e può essere o la zona centrale oppure quella della messa a fuoco. In alcune macchine fotografiche la scena viene addirittura confrontata con una banca di dati presenti nel software per la scelta della esposizione sulla base della situazione più simile (così ad esempio funziona la Nikon).
        La media ponderata centrale fa calcoli analoghi, ma la zona centrale influisce sul calcolo della esposizione per circa il 75%. Non per nulla, questo metodo è il più adatto alla ripresa di ritratti, dove il volto occupa sicuramente la maggior parte dell'immagine.
        Il terzo metodo è quello spot. In pratica l'esposizione vien calcolata su un punto molto preciso senza prendere in considerazione tutto quello che c'è intorno. E' un sistema utilissimo in condizioni di illuminazione critica, perché riesce ad indicare l'esposizione esatta del nostro soggetto, ma ovviamente va usato a proposito perché si rischia di bruciare o far diventare nero tutto quello che c'è intorno.
        Una volta presa l'esposizione della scena, possiamo scattare e non preoccuparcene più. Ma in questo caso avrà fatto tutto la macchina. Inutile usare il metodo manuale, se poi non si ragiona sui dati che la macchina ci invia. Non bisogna pensare che l'esposimetro sia infallibile! Quindi bisogna porci la domanda: saranno giusti i dati dell'esposimetro? C'erano le condizioni di luce per cui l'esposimetro ha interpretato in maniera corretta la scena?
        Quando si prende l'esposizione della scena bisognerebbe chiedersi sempre che tipo di immagine abbiamo davanti. Se cioè prevalgono toni scuri, chiari o mezzetinte. In effetti bisogna sapere che ogni colore ha una sua luminosità e bisognerebbe riuscire a capire in che genere di grigio si potrebbe tradurre su una ipotetica scala che vada dal bianco al nero. Lo so, non c'avete capito nulla! Manco io mi sono capita!
        E' una questione di esercizio. Bisogna immaginarsi la scena in bianco e nero e cercare di capire se sarebbe scura, chiara o se i mezzitoni del grigio sarebbero prevalenti. In quest'ultimo caso, la lettura dell'esposimetro sarà con buone probabilità corretta. Si può scattare senza farsi troppi problemi. In pratica l'esposimetro calcola tempo e diaframma interpretando la scena come se fossero sempre prevalenti i grigi neutri. Per questo, se la nostra scena è davvero così, l'esposimetro non sbaglierà . Ma se invece, nella nostra scena ci sono prevalentemente toni scuri o chiari, l'esposimetro si prenderà un abbaglio e renderà grigini i toni chiari, sottoesponendo la foto, mentre schiarirà i toni scuri, sovraesponendo la foto. Il nostro ragionamento serve proprio ad evitare questo e ad ottenere i toni giusti.
        Dunque, se riteniamo che nella nostra immagine i toni chiari prevalgano, è opportuno correggere l'esposizione aprendo un po" il diaframma in modo da rendere bene la luminosità della scena, o allungando il tempo per ottenere lo stesso effetto senza toccare la profondità di campo. Il contrario se riteniamo che sarebbe scura. Non è sempre detto che sia così: questa è solo un modo di comportarsi generale. Bisogna conoscere la propria macchina fotografica. Magari abbiamo un esposimetro che misura tutto per eccesso e ci vengono sempre foto chiare, allora va corretto diversamente. Insomma ci vuole molto esercizio, un po" d'occho e molta attenzione.
        Ci sono poi dei casi particolari. Uno importante è quando l'illuminazione è molto forte e l'immagine presenta quindi dei forti contrasti (cioè delle ombre molto scure e delle zone con luci molto chiare e forti). L'esposizione in questi casi può essere complicata perché fra una corretta esposizione delle zone di ombra e una corretta esposizione delle luci ci possono essere molti stop (L'ho già detto che sono gli stop!!!) di differenza.
        Una regola semplice in questi casi molto frequenti (si pensi alle forti luci e le ombre di una giornata di sole a mezzogiorno) è quella del 16. Provate a impostare un diaframma f/16 e un tempo vicino o uguale agli ISO della macchina fotografica. Quindi se avrete impostati ISO 100 sulla macchina fotografica, mettete un tempo di 100 o al massimo di 125.
        Se poi oltre al forte contrasto c'è anche un soggetto bianco che occupa buona parte dell'immagine, allora vi volete proprio complicare la vita! Ma il rimedio è di applicare la stessa regola, prendendo però a base il diaframma f/22.
        A partire dalle combinazioni tempo/diaframma che troverete, potrete poi scegliere di usare tutte le combinazioni equivalenti (se chiudo di due stop imposto il tempo più lento di due volte, se apro di due stop, imposto il tempo più veloce di due volte).
        Provate e poi raccontatemi!!
        Ultima modifica di lu; 01/07/2008, 10:45.
        Luisa, il bradipo disadattato
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        • #5
          Pixel e megapixel: la scelta della macchina fotografica

          Ognuno si sceglie la macchina che vuole, ma visto che spesso ricevo richieste di aiuto sulla scelta della macchina fotografica, ho pensato di pubblicare quello che di solito rispondo, così che possa servire. Io non conosco tutti gli apparecchi in vendita, come forse alcuni credono, e non mi tengo aggiornata sui modelli in uscita. Ho la mia bella macchinina e meno le vedo, meno voglie mi vengono :-) Quindi sto per scrivere solo criteri generali.

          La prima cosa per la scelta della macchina fotografica è decidere il tipo adatto alle proprie esigenze. Voglio portarmi la macchina fotografica nel taschino per non perdere neppure un possibile scatto? Voglio portarmela dietro in vacanza senza però l'ingombro e il peso di accessori, borse, obiettivi e quant'altro? Scatterà quasi sempre in automatico perché non ho voglia di starci troppo a pensare su? La fotografia mi piace, ma non sono certo un'appassionato/a? Ok, vada per la compatta. Meglio se ha la funzione per l'impostazione manuale, che non si sa mai, alle volte serve!
          Al contrario: mi piace la fotografia e voglio scatti di una certa qualità ? Mi imbestialisco se lo zoom ottico non si avvicina quanto vorrei a ciò che devo fotografare? La funzione automatica o program sarà anche bella, ma non mi pare sufficiente ad ottenere le foto che voglio e in più mi leva il divertimento? Sono appassionata di fotografia, ma non posso spenderci un patrimonio? Se vado in giro, va bene portarsi dietro una borsetta, ma che sia leggera? La prosumer a obiettivo fisso è l'ideale.
          Infine, tutti gli altri, che ormai sono rimasti in pochi, che vogliono il comando totale, che sono appassionati e innamorati della fotografia, che vogliono l'opportunità di poter fare tutto quello che vogliono, magari non subito, ma poi, quando l'apparecchiatura crescerà , e crescerà , fra obiettivi, filtri, cavalletto, borse, flash, luci. Quelli che, se vado in un posto, faticherà come un cane, ma mi porto fino all'ultimo obiettivo; che in valigia c'è una T-Shirt di ricambio, ma la borsa fotografica pesa come una pietra. Per quelli, c'è solo la reflex.

          Secondo criterio: i megapixel. Non sono i megapixel ha fare una bella foto! Non sono i megapixel dai quali dipende la definizione o l'incisione (cioè la nitidezza) di una immagine! Non rincorrete i megapixel, a meno che non dobbiate stampare dei poster! I pixel sono gli elementi da cui è composta l'immagine, sono come dei minuscoli quadrettini, tessere di un mosaico bizantino, ognuno col suo colore. Da vicino vedi solo quadretti, ma da lontano compongono tutta l'immagine. Ecco, immaginiamo che in un centimetro di una immagine ci stiano 100 quadretti-pixel (non è così, è solo per semplicità ). Se la mia macchina ha 10 megapixel, (cioè 10.000.000 di pixel che formano l'area del rettangolo dell'immagine), questo rettangolo avrà semplicemente i lati più lunghi di quello composto da 5.000.000 di pixel.
          Tutto qua. Con 10 mega si ottengono foto che, per usi professionali e cioè a 300 dpi, raggiungono le dimensioni di un foglio A4, ma per semplici stampe (per le quali bastano circa 200 dpi) sono dei veri e propri lenzuoli e nel maggiore dei casi non serviranno a nulla. E' comunque bene non scendere sotto i 5 megapixel. Ormai anche i cellulari hanno 3 mega, ma il fatto è che se la foto necessita di un taglio, con meno pixel si rischia di non avere dimensioni stampabili dell'immagine.

          Terzo criterio: comandi manuali o a priorità di tempi o diaframmi. Se possibile è meglio non scegliere macchine che non li abbiano. L'impostazione automatica non va sempre bene e alle volte basta un piccolo intervento in manuale per fare una foto che altrimeti non verrebbe. Questo lo dico ovviamente per le compatte, le altre queste impostazioni le hanno sempre.

          Quarto, ma solo per le prosumer: che facciano scatti RAW. Anche la mia vecchia prosumer li faceva, per cui scarterei una macchina che non li faccia oggi. I RAW sono il vero negativo digitale. Una foto RAW ti consente migliorie che altrimenti non sarebbero possibili, ti permette di correggere errori che altrimenti farebbero anche buttare la foto. Il RAW è essenziale se si ama fotografare.

          Quinto, ma solo per le reflex: le ottiche, quelle che avete già o quelle che pensate vi servano. Le vecchie ottiche sono molto spesso utilizzabili sulle nuove macchine. Buttarle è un peccato. Invece, per le nuove, pensate all'uso da fare. Un motivo per cui ho scelto la Nikon era l'obiettivo versatile che mi offriva, tale per cui, non avendo altre ottiche, potevo comunque fare di tutto. Invece la Canon, privilegiando forse la qualità delle lenti, non aveva zoom così versatili e quindi mi sarei trovata priva di ottiche utili oppure costretta a comprarne subito due.
          Infine, secondo me, l'ultimo criterio è la propria pelle. Non c'è verso, c'è sempre qualcosa che ci attira, un feeling. Secondo me è giusto considerarlo. Se l'istinto è guidato da una anche sommaria conoscenza del tipo di foto che escono da una certa macchina fotografica, allora non si può sbagliare. Fra Nikon e Canon, cosa si sceglie, se già a priori non si ha una preferenza? Sono tutte splendide macchine fotografiche. Per me è stata una questione di pelle, avendo visto immagini scattate con l'una e con l'altra, inevitabilmente finivo col preferire una per i colori e la naturalezza delle sfumature. Semplicemente mi piacevano e questo per me era sufficiente.
          Ultima modifica di lu; 01/07/2008, 10:50.
          Luisa, il bradipo disadattato
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