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  • #31
    Non ho ricordi di 'non-cucina....
    Era il posto caldo, quello degli odori buoni, degli assaggi, delle curiosità .
    Bambina tranquilla: osservavo, catalogavo, chiedevo.
    Dalla nonna, la mamma lavorava ed era fuori tutto il giorno.
    E la nonna, una nonna giovane, solare, appassionata e innamorata delle cose che faceva mi parlava come se fossi stata grande.
    Niente diminutivi, smancerie, mi insegnava le cose semplici, i metodi, soprattutto.
    Come si fa la sfoglia e come l'arrosto.
    E come si usa la pentola di ferro o come si fa a capire quando le uova sono pronte per lo zabaione.
    E così si imparava, come imparano le cose i bambini. E se le ricordano per sempre.
    ' Nella fiocca a neve la forchetta ci deve rimanere in piedi da sola. La vedi?...
    ' Sì, nonna...
    ' Prova tu adesso...
    ' Ma mi fa male il polso a girare con la forchetta!...
    ' E allora la torta non la farai mai...
    Sono stata fortunata.
    Perchè non è la quantità delle cose che si imparano.
    Ma come.
    Un modo sereno, solido, tranquillizzante, antico di proporre il cibo lo lega a cose piacevoli, a condivisione.
    Non diventa terreno di lotte, di difficoltà , di interpretazioni diverse da quello che è.
    "Cannella bruna e calda come la pelle per trovare qualcuno che ti prenda per mano. Seme di coriandolo, rotondo come la terra, per farti vedere chiaro. Trigonella contro la discordia. Zenzero per il coraggio profondo di chi sa quando dire no."
    Da: " La Maga delle Spezie". Chitra Banerjee Divakaruni.

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    • #32
      Anch'io ho imparato dalla mamma: com'erano buoni quei ravioli e quei gnocchi ancora crudi, e che bruciate di lingua ad assaggiare il ragù sul fuoco.
      Lo faccio ancora!!!
      Ma poi ho iniziato a cucinare e a mio padre non andava mai bene niente, era così carino che lasciava sempre tutto lì. Perà quando faceva da mangiare lui dovevo mangiare tutto "che schifo quel minestrone coi chiodi di garofano o le zucchine bruciate"
      Quando ho iniziato a cucinare per me è iniziata la mia delizia: ospiti e sempre cose nuove da sperimentare, feste pure cose nuove.
      Libri e giornali: se continuo a comperarne penso che un giorno mio marito mi chiederà di scegliere o me o loro (per questo mi sono iscritta a coquinaria).
      Per contro mia figlia, pur essendo una buona forchetta, non pare molto interessata. Ma adesso studia ... spero che si faccia!!!

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      • #33
        A casa mia erano in due ad amare e ad essere bravissimi in cucina, la mia mamma e il mio papo" , anzi quando preparava il mio papo" se quando lo faceva mamma era buonissimo il suo lo era molto di più, ricordo ancora il profumo del ragù o della genovese che riempiva la casa la domenica mattina, quasi all'alba, la parmigiana di melanzane o di zucchine preparate dal mio papo" erano cose che rimangono solo nel mio ricordo, per quanto posso avvicinarmi ai suoi risultati posso arrivare ai livelli della mia mamma, ma secondo me mai del mio papo" , anche se mamma non l'ammetteva e tuttora non ammette che lui la superava.
        In più avevo la nonna materna che abitava nel nostro stesso palazzo e spesso ero da lei, anche lei era bravissima, anche il nonno a volte dava una mano, ad esempio quando si dovevano fare le pizzette fritte, un po" come fa Pietro con me.
        Perà la mia mamma non voleva assolutamente che toccassi niente in cucina, solo quando si dovevano montare gli albumi a neve ben ferma, allora non c'era lo sbattitore elettrico e me li faceva montare con la forchetta, o dissalare e pulire le acciughe, cioè le cose più scoccianti, dava il compito a me, ma io ero sempre lì a guardare e a rubare con gli occhi, perché anche se da piccolissima come Lallina, non mangiavo niente,dopo lunghe battaglie riuscivono a farmi mangiare solo pasta al burro, solo dopo i cinque anni ho iniziato a mangiare di tutto, il cucinare mi ha sempre attratto.
        Verso i dodici, tredici anni, il mio papo" si ammalà e la mia mamma dovette mettersi a lavorare, essendo io la più grande e arrivando da scuola prima di lei, diede a me l'incarico, bene la prima volta che mi misi ai fornelli, non lo dimenticherà mai, mia mamma che difficilmente ha fatto in vita sua un complimento ai figli, bene quel giono me li fece, però oltre ai primi di tutti i giorni non mi era permesso di fare altro.
        Poi dopo sposata, ho cominciato a cucinare di tutto, e senza mai chiedere aiuto o delucidazioni sono sempre riuscita, solo guardando avevo appreso.
        Libri di cucina ne ho alcuni, tra cui il talismano della felicità che aveva anche la mia mamma, ma li sfoglio a volte così per perdere tempo o quando non ho idee, ma di solito la mia cucina è quella della tradizione e quella trasmessa dai miei, qualcosa che non fa parte della tradizione l'ho imparato da voi.
        Ultima modifica di Rubino Rosaria; 04/10/2007, 15:10.
        Amo la cucina da quando ero bambina, principalmente è la cucina della mia tradizione ma non disdegno sperimentazioni e altri territori.il mio blog

        www.rosariaaifornelli.blogspot.com

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        • #34
          bhe',mia mamma cucinava perche' bisognava mangiare, non le piaceva e non le piace per niente, mangiare e' un fastidioso bisogno punto e stop. mica colpa sua poverina, nessuno le ha insegnato niente, l'unica cosa che si ricorda di sua mamma era il croccante a natale (e quello lo fa, ma ci vogliono ottimi denti), poi il mangiare non c'era, tanti fratelli, casini vari insomma "o' pizz cchiu fridd e' o focular". pero' quando ero piccola ogni tanto faceva la pizza, la torta di mele e la domenica il lesso e il risotto. mi dava in mano un pezzo di pasta della pizza tanto per tenermi tranquilla, allo stesso modo di quando lavava e mi dava un calzino perche' non rompessi le scatole. nella famiglia di mio papa' le cose erano diverse, non mancava niente in casa ,mia nonna era un'ottima cuoca (ma io me la ricordo appena fare i "ruoti" di peperoni ripieni, e i casatielli)le mie zie sono molto brave e due miei zii sono cuochi, percio' diciamo che fino a 12 anni non ero capace nemmeno di farmi un caffe' per il caffelatte ma l'unico libro di ricette di casa, molto frusto per la verita' ha cominciato veramente ad incuriosirmi, i dolci soprattutto, e sono partite le "sperimentazioni", mia mamma non aveva paura che sporcassi, ma in casa mancava sempre qualcosa per fare i dolci e venivano certe robe improbabili che e' meglio dimenticare, pero' quando papa' aveva voglia facevamo gli gnocchi (in quantita' industriali),e spesso e volentieri cucinava lui ,ottimi umidi, pasta e patate, carne e fagioli, braciole , spezzatini. poi casualita',ci trasferimmo e mio zio (cuoco) girava piu' spesso per casa perche' viveva vicino ed era scapolo etc...si e' aperto un mondo, crespelle, dolci, saccaposcia (la chiama cosi'), maionese fatta in casa, gnocchi che non erano gnucchi,pasta fatta in casa ,cannelloni non comprati secchi, tortellini no frog, arrosti ,brasati e prodigio pure gli sformati, e pentole, coltelli che tagliavano, fruste e stampi, termini nuovi, uova "intiere" ,pasta brisee,demi glace, e chi piu' ne ha piu' ne metta che sul mangiare non bisogna fare economia, libri di cucina piu' alti di un'enciclopedia, liste ingredienti da 24 uova, uno scialo totale. insomma zio, nonostante il caratteraccio marchio di famiglia, l'orsaggine che lo contaddistingue tra cento , i modi bruschi e pochissime parole mi ha dato una gran mano, critiche ogni tre per due (spesso ingiustificate....come no), niente lo irritava di piu' del coltello sbagliato per tagliare una cipolla, un'ironia ,difficile da capire ,quando battibeccava con mia madre sul peperone ripieno che lei aveva preparato e che lui gentilmente chiamava "sto paracarro". insomma a me una mano me l'hanno data gli uomini di casa.
          Margherita
          alveoli come se piovesse!-ladileifra

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          • #35
            Da piccola aiutavo la nonna materna a fare i gnocchi e frittelle/chiacchere a Carnevale. Poi ho cominciato ad appassionarmi a fare i dolci. Pero' sono arrivata alla vigilia del matrimonio che sapevo fare il minestrone, il ragu' e la peperonata (giusto per non far morire di fame il futuro marito).Da sposata, essendo obbligata a cucinare, ho scoperto che mi piace. Poi anche mia cognata si è sposata, con un uomo superappassionato di cucina ed io, per non sfigurare ai pranzi delle feste, mi ci sono proprio messa d'impegno. Purtroppo posso solo sbizzarrirmi nel week-end perché la sera torno troppo tardi per poter sperimentare.
            Paola

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            • #36
              Pubblicato originariamente da Rossanina Visualizza il messaggio
              .....Mi ricordo della mia prima pasta, con il matterellino e il panchetto sotto ai piedi (il primo che commenta lo strozzo ,

              il panchetto mi pare scontato.... non sei forse partita dicendo: quando ero piccola?!?!? e tutti ovviamente traduciamo "quando ero nel pieno dell'infanzia" ...
              specializzata in produzione di torte da giardino

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              • #37
                Ho cominciato presto:guardavo mia madre e lei mi faceva fare quello che potevo senza correre rischi,si riempivano i tortellini ed i tortelloni di ricotta e spinaci,si formavano le polpettine,si riempiva la ciotola della zuppa inglese con gli ingredienti che lei preparava.Poi un po" per volta le cose che potevo fare aumentarono e mi ritrovai a saper cucinare interi pranzi di una cucina prettamente modenese e mantovana anche da sola,quando avevo 15-16 anni.
                Anche dalla nonna paterna,friulana,e da una amatissima zia genovese ho imparato tantissimo:e' merito loro se la mia è una cucina varia e aperta a tutte le sperimentazioni,che a volte sono meravigliose e a volte un disastro,ma è lo spirito quello che conta,o no?
                Annamaria

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                • #38
                  Non ritengo di aver ancora imparato ma qualche progresso l'ho fatto!

                  Nella mia infanzia c'è il nonno materno, sembre in cucina a controllare pentole, ma purtroppo non ricordo profumi o pietanze particolari eccetto le cipolline in agrodolce; c'è mio padre (sardo) che impasta il pane o tira la sfoglia per i ravioli di patate e mamma che fa cucina di sopravvivenza: sempre + o - le stesse cose preparate senza particolari attenzioni: l'apice della pasticceria è il PDS compro farcito con il budino ....

                  La mia sorellina mi ha trasmesso la gioia e l'allegria della cucina: ha studiato alla scuola alberghiera: era pasticcera.... ogni volta che sforno un dolce le lacrime scorrono copiose e non posso nemmeno usare la scusa delle cipolle ...

                  Ho iniziato a cucinare per necessità quando ho messo su famiglia e qualche anno fa, lavorando per la famiglia Boscolo, è diventato una gioia e un piacere ma anche una valvola di sfogo quando sono tesa.

                  Coqui mi ha insegnato qualche tecnica, qualche ricetta, ma soprattutto mi ha dato il coraggio di provare, di non temere gli insuccessi e gli spatasci.

                  Certamente il mio livello di cucina / pasticceria è very basic: cioè non sono nè Maffo, ne MarinaB, ne Giuliana, ne fata Pinella(sono le prime che mi vengono in mente e che le altre al pari loro nn s'offendano), cmq a casa sono ancora tutti vivi, vegeti e in buona salute
                  specializzata in produzione di torte da giardino

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                  • #39
                    In casa mia nessuno è abile in cucina,forse mio padre se avesse avuto voglia e tempo poteva trasmettermi qualche ricetta imparata da sua mamma.
                    La mia mamma cucinava di corsa dopo il ritorno dal lavoro, la nonna non aveva passione... e così io ho dovuto imparare da sola,e infatti ho moltisssime lacune. Mi hanno aiutato i libri di cucina o le esperienze e i suggerimenti delle mie colleghe e amiche.
                    Nessuno può saltare oltre il limite della propria ombra.

                    M.Heidegger

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                    • #40
                      Io ho iniziato a cucinare ancora da bambina, guardando e seguendo mia mamma, che era ed è ancora una grande cuoca e sicuramente la mia prima insegnante, anche se adesso in cucina non ci sopportiamo più ... siamo come cane e gatto!
                      Avevo 8 anni quando ho fatto con lei i miei primi biscotti e Lebkuchen per Natale con tanto di grembiulino; correvo dopo i compiti in cucina pur di poter cucinare assieme a lei. A quei tempi (abitavamo in Portogallo) mia madre organizzava tanti pranzi e cene con 30 ospiti o più e la nostra cucina (enorme!!!!) era sempre in fermento!
                      Poi a 16 anni ho espresso il desiderio di andare in Austria a frequentare una Scuola di Cucina (che diploma cuochi) e che dura 3 anni ... e qui c'è stato il salto dal modo di cucinare casalingo a quello professionale, con tutte le basi che ci vogliono. Questo mi è stato di grandissimo aiuto per il futuro.
                      Mia madre è stata la prima presentatrice Bimby (nel '79) e quella che poi in seguito ha formato le future presentatrice e redatto i primi ricettari Bimby. Anche in questa sua attività l'ho seguito per i primi anni, facendomi diverse fiere campionarie in tutt'Italia.

                      E passetto dopo passetto ogni giorno ho imparato una cosa nuova e non vi nego che ancora oggi, giorno dopo giorno e leggendo anche i vostri consiglio e interventi mi si aprono nuovi "cassetti" e nuove idee. In cucina non esiste la parola "fine" all'apprendimento!

                      Tu mi hai fatto conoscere amici che non conoscevo, Tu mi hai fatto sedere in case che non erano la mia, Chi mi era lontano oggi è vicino e lo straniero è divenuto mio fratello (Tagore)

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                      • #41
                        La mia mamma era bravissima in cucina, come in tutto il resto, oltre ad essere molto bella.
                        Aveva un lavoro "importante", laurea, docenza e anche il diploma del Conservatorio. Non cucinava nella vita di ogni giorno, non ne avrebbe avuto il tempo, ma adorava farlo nei giorni di festa ed io la guardavo ammirata fare cose tipo la sfoglia per lo strudel,"così sottile che controluce devi poter leggere un giornale...."
                        Spesso, da bambina, trovavo chi mi diceva:"sarai mai bella e brava come la tua mamma?" ed io pensavo che, così bella sarebbe stato impossibile (somigliavo a papo" ), ma per la bravura ci potevo provare.
                        Mamma, fra le sue eccezionali capacità , ha avuto anche quella di farmi pensare che, con buona volontà , avrei potuto fare tutto. Mi ha dato il gusto della sfida, del misurarmi con me stessa.... perché vi ho raccontato tutto questo? perché spiega il fatto che il mio primo piatto cucinato tutto da sola, tredicenne, sia stato un soufflè al formaggio, che, per inciso, riuscì benissimo.
                        Scrivo queste parole con tenerezza ed orgoglio, perché la mia mamma non c'è più da molto tempo, se n'è andata troppo giovane, ma io la ricordo sempre e la ringrazio di tutto quello che mi ha insegnato.

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                        • #42
                          Mi è sempre piaciuto guardare le mie nonne che cucinavano, ognuna con i suoi piatti forti e il suo modo di fare; mia mamma non ama molto cucinare nè mangiare, e spesso sono io che preparo per la famiglia. Da Coqui imparo ogni giorno qualcosa, e quando ho tempo mi compro libri, riviste, seguo programmi e preparo cose commestibili per i miei e per il mio moroso, che finora ha imparato a cucinare il risotto ma preferisce mangiare quello che preparo io
                          "Il vero cuoco non assaggia, è un po' come il pianista che suona senza guardare la tastiera" (A. Buzzi) -- Francesca
                          http://noteincucina.blogspot.com

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                          • #43
                            In casa mia la mamma non aveva tempo per la cucina, sola con tre figli, il padre all'estero a lavorare, il tempo per preparare cose buone non c'era e probabilmente neanche la voglia.
                            Io ho incominciato a interessarmi di cucina intorno ai diciotto anni, quando ho conosciuto mio marito e a casa sua la madre era veramente brava, anche se lei non aveva una propria e vera passione per la cucina, ma quello che prepara era molto buono.Quindi per conquistare il mio attuale maritino, ho iniziato a "pasticciare" in cucina, ho comprato molte riviste e pian pianino i risultati si son visti e la passione della cucina mi è rimasta anche da sposata, anzi con gli anni la voglia di sperimentare nuovi sapori o di perfezionare ricette della nostra trazione è aumentata e con l'avvento di internet e della possibilità di condividere pareri, trucchi etc....direi che è diventata una vera mania........
                            "Guai a quel bambino che quando baciato sulla fronte sa di salato.Egli è stregato e presto dovrà  morire".... tratto da una ballata nordica

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                            • #44
                              Perdinci, Marina, sei una Bimby-figlia d'arte!!
                              ...fatti non foste a viver come bruti...

                              http://www.emanuelepolverelli.it/Sit...Benvenuto.html

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                              • #45
                                Ho imparato a cucinare guardando la mia mamma e la mia nonna;soprattutto la mia nonna, che mi ha fatto da baby sitter full time finché non sono andata all'asilo,e che quando faceva la pasta mi dava sempre un pezzetto di impasto x farmi prendere confidenza con il lavoro della massaia!!!!
                                Da lei ho imparato tante piccole cose alle quali al momento non davo importanza, ma che adesso che lei non c'è più mi tornano sempre più spesso in mente,ad esempio come lei faceva il formaggio o il suo modo,da buona abruzzese verace,di fare le ferratelle,anche mia madre le fa, ma quelle della nonna erano insuperabili!!!!!!!
                                ognuno sta solo nel cuore della terra trafitto da un raggio di sole ed è subito sera

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