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L’olivo, panorama italiano

La pianta dell’olivo (Olea europaea sativa) è tra quelle cha maggiormente caratterizzano il panorama delle nostre campagne collinari.
La coltivazione dell’olivo è, con differenziazioni notevoli, diffusa su tutto il territorio nazionale, con l’unica esclusione di valle d’Aosta e Piemonte.
Gli olii che si ottengono nelle varie regioni sono indubbiamente molto diversificati gli uni dagli altri, ma per dare un’idea di massima si possono distinguere tre fasce nazionali: il nord (con oli fluidi, chiari, dall’aroma tenue), il centro (con prodotto carico di colore, di media densità e fortemente aromatico) ed il sud (con un olio quasi pastoso, molto denso e con struttura ricca).

MOLTIPLICAZIONE DELLE PIANTE DI OLIVO

Le piante si moltiplicano per innesto o per talea.
Il metodo per talea è quello che un tempo era maggiormente diffuso nelle nostre zone. Per fare una talea si prendono dei piccoli rametti dalla pianta (talee appunto) e si immergono in una soluzione ormonica. Si tengono poi in un ambiente a giusto grado di umidità e a temperatura pressoché costante sui 25°C e dopo circa 2 mesi le piantine hanno radicato.
Nel metodo per innesto, invece, si seminano i noccioli di alcune varietà con una notevole facilità di germinazione e quando queste sono pronte (dopo circa un anno) si provvede all’innesto vero e proprio.

TERRENO
Un tempo il terreno circostante alla pianta veniva lavorato con l’aratro trainato dai buoi, che erano fatti fermare ogni qualvolta si giungesse in prossimità di apparati radicali affiorati, seppure di minime dimensioni. Il metodo attuale, che si basa su mezzi meccanici, fa indubbiamente risparmiare tempo ma non è così accurato come quello di un tempo e pertanto si rischia di strappare delle radici, a volte neppure minime, con il risultato di rovinare per sempre delle piante anche secolari.
Si preferisce pertanto, lavorare manualmente solo la parte sottostante all’albero, e lasciare l’erba nel terreno circostante, con il vantaggio ulteriore, in caso di pioggia, di fornire appiglio all’acqua che non scorre via tutta trascinando anche il terreno che ricopre le radici superficiali (è importante ricordare come le piante di olivo prediligano terreni collinari che sono in discesa…).
Il terreno viene poi concimato nei mesi di gennaio e febbraio: un tempo si utilizzava del concime organico (letame) adesso si preferisce un composto costituito per 50% da concime chimico e per 50% da concime di origne organica essiccato.

 

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