di Rossanina
© Rossanina

E’ il giorno prima di Natale del 2010.

Sono in cucina a preparare il dolce per il pranzo del giorno dopo. Deve essere buono, festoso, bello, scenografico. E possibilmente anche leggero. O perlomeno deve dare questa idea.

Profiteroles al limone!!!! I bignè li faccio sempre e vengono benone, lemon curd e panna… che sarà mai! Detto fatto. I bignè: una frittata.

Si riparte, mentre dalla sala si ode “e viene giù dal ciel!”. Forza ragazza, è Natale, non si devono dire parolacce….

Monto il dolce in modo che sembri un albero di Natale innevato. Palline argentate come se piovesse (anzi, come se sparassero visto che poi in bocca sono pallini da schioppo! ).

Lo rimiro. Decente. Il gusto era buono. Eh sì… un assaggino bisognava farlo no?.

Buono, dolce, leggero, lievemente acidulo. Lievemente acidulo?

Ma Filippo? Un dolce acidulo per finire il pasto di Natale? Per un cucciolo di 6 anni? naaaa

Ci vuole qualcosa al cioccolato! E cosa posso fare?

Tah dah! La casetta di dolcetti! Parto.

Il biscotto con la frolla al cioccolato. Bello spesso sennò si può spezzare.

E via, preparo la glassa.

Caramelle? Chicchini vari? manco l’ombra in casa. Allora si va al recupero delle gelatine di frutta che avevo tenuto con tanta cura, degli ultimi deliziosi pallini di cardamomo rivestiti…. E speriamo bene.

I biscottozzi si staccano dallo stampo di silicone della Silikomart che è un sogno. Pesano uno stonfo, però.

Ovviamente i muri, di spessore pari a quelli (a dimensione reale) di un castello medioevale, tendono a non stare insieme. Pacco di zucchero al centro e via, appoggiare i muri e cementare. Cementare anche il tetto.

E se poi non regge? se si apre mentre glielo porto? Via di cioccolata bianca fusa sopra, a “unire” ancora meglio.

Un etto basterà ? Mettiamo due. O forse meglio tre.

E tante meringhe sbriciolate sopra che a Filippo piacciono.

E intorno? I mini Bounty, a fare un decoro alla base!

Speriamo bene.

Arriva il momento della torta a tavola.

Filippo si illumina tutto. E poi prova a rompere un pezzo di tetto, con delicatezza, per assaggiare il biscotto.

Non si rompe.

Lui mi guarda, guarda la casetta… e dà una piccola botta.

Niente da fare.

Comincia a staccare le briciole di meringa.

Ma non gli pare giusto non poter arrivare al biscotto.

Prova con una botta un po’ più forte. Niente da fare.

Prova per la terza volta. Niente.

La mamma ne rompe un pezzo prendendolo dal sotto.

Ma lui vuol fare da solo.

Ci riprova. Niente.

Noi smettiamo di guardarlo perchè capiamo che forse quella “sconfitta” può bruciare anche di orgoglio ferito.

Poi tutto un tratto…. il genio!

© Rossanina
© Rossanina

 

 

Non ci sarà il mio sangue nelle sue vene, ma qualcosa è passato lo stesso